Nel Vietnam M5S tra Grillo e Conte dalla base parte il “vaffa” al fondatore: lo faccia gratis o via il garante

25 Ago 2024 10:47 - di Chiara Volpi
Grillo Conte

Nella resa dei conti in atto nel M5S Grillo al momento è accerchiato (ma per nulla intimorito a quanto pare): Giuseppe Conte da un lato mostra i muscoli e alza voce con un sonoro «la smetta». Dall’altro gli attivisti e i parlamentari contiani chiedono la testa del Garante. Nel mezzo della guerra aperta tra i due blocchi ormai sempre più l’un contro l’altro armati. La regola dei due mandati. E le modifiche a nome e simbolo del M5s. Ma il campo di battaglia principale, ormai è chiaro, è quello in cui si combatte a colpi di botta e risposta, provocazioni digitali e repliche in comunicati e dichiarazioni, per la defenestrazione del fondatore per volontà della base (più che condivisa dal presidente?).

Nel Vietnam M5S è guerra a colpi d’insulti e dichiarazioni tra Grillo e Conte

Nel Movimento la tensione è alle stelle, ben più di 5… Anche se Giuseppi dalle colonne di Repubblica prova a liquidare la questione e a mettere la polvere sotto il tappeto, dichiarando: Scissione? «Non vedo questo rischio. Abbiamo avviato un processo costituente inarrestabile per dare possibilità a tutti di esprimersi su temi e obiettivi strategici 5S. In soli quattro giorni sono già pervenuti 8 mila contributi, di iscritti e non iscritti, con varie proposte politiche o di modifica delle regole organizzative».

Conte perde le staffe: «Grillo la smetta»

Una guerra anche di nervi – oltre che combattuta a colpi di botta e risposta – quella tra il padre nobile del M5S e il leader alla guida delle malconce truppe pentastellate. «Sono rimasto sorpreso della reazione di Grillo considerando che ha sempre predicato il principio fondativo della democrazia dal basso – la butta là Conte – Ora che questo si realizza, secondo regole chiare e condivise, mi colpisce la sua volontà di porre paletti o predeterminare alcuni risultati».

Accuse reciproche e fronde intestine tra i due leader

Poi, a proposito di paletti, prova a fissare i suoi: quanto alla questione del simbolo, prosegue Conte nell’intervista, «Grillo ha assunto precisi impegni contrattuali che lo obbligano a non sollevare mai questioni sull’utilizzo del simbolo da parte del Movimento, che peraltro è già stato modificato più volte ed è registrato a nome dell’associazione del Movimento 5 Stelle e non di singole persone».

Il j’accuse sull’ambizione di un partito personale

Già per il vero vulnus è proprio quello della lotta intestina tra i due vertici movimentisti e le fronte interne di attivisti e parlamentari pronti a schierarsi su fronti contrapposti. E con il presidente M5S che di rimando al j’accuse grillino assicura che l’idea di voler fare un partito personale è «una sonora sciocchezza. Non ricordo che in passato sia mai stata fatta una costituente dal basso con piena libertà di defenestrare anche il leader o approvare indirizzi da lui non condivisi». Sarà: ma di certo Grillo in questa fase non può mettersi il lusso di sogni tranquilli.

Mentre va in pezzi l’ipotesi del campo largo

Anche perché, allargando il discorso al fronte delle alleanze, l’obiettivo del campo largo nel mirino di Conte e seguaci diventa sfocato a ogni ora che passa. Il progetto di sgretola e i vertici nel frattempo si fanno a pezzi mentre la guerra aperta sul fronte del doppio mandato, osser4va Conte, «soprattutto in alcune tornate amministrative rischia di svantaggiarci». E come ben sanno i 5s i conti alle urne, che e fin qui hanno segnato in rosso la debacle elettorale, non tornano…

E ci si mettono di mezzo attivisti e parlamentari…

In tutto questo, la base? Uno dei nodi cruciali su cui si giocherà la partita dell’assemblea costituente è il ruolo del Garante: un punto nevralgico che potrebbe essere cancellato con un colpo di spugna dall’organigramma del nuovo Movimento. Tanto che sulla piattaforma online per la raccolta dei contributi da esaminare in assemblea c’è chi propone: «Nominiamo Grillo presidente emerito a vita senza retribuzione e soprattutto senza poteri decisori». Chi si spinge anche oltre e azzarda l’ipotesi di un M5s a trazione Conte «senza che Grillo crei scompiglio».

Eliminare o rendere gratuita la figura del Garante: la proposta dal basso

E chi sentenzia direttamente: «Ridimensionare il ruolo dispotico di Beppe Grillo». Di base, tutte le proposte e i commenti delineano comunque il ritratto di un Grillo «dispotico» e «nemico del Movimento» da «ridimensionare» con il riferimento a una «figura del Garante e il labile confine con la figura di un padre padrone, ormai anacronistica». Sullo sfondo di tanta ribellione politica, poi, ben più mere questioni legali ed economiche.

Aria di carte bollate…

Come riferisce Il Giornale, dunque, «un capitolo a parte sono le tantissime proposte degli attivisti per interrompere il contratto di consulenza da 300mila euro all’anno di Grillo con il M5s. Vicenda connessa al rischio di carte bollate e a un altro accordo, evocato dal deputato-notaio contiano Alfonso Colucci in un’intervista al Corriere della Sera. Colucci ha parlato di un patto di non-belligeranza attraverso cui Grillo si è impegnato con Conte a non ricorrere a vie legali sulla titolarità di nome e simbolo del M5s. Chi è vicino all’ex premier conferma al Giornale l’esistenza di un contratto, coperto da clausole di riservatezza, che impedisce al comico di accampare pretese su logo e denominazione».

E tra Grillo e Conte si smonta l’ipotesi Di Battista?

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