Paola Concia sul caso Khelif: “La sinistra non può negare il problema. A forza di includere sacrificano le donne”

3 Ago 2024 13:34 - di Maurizio Ferrini

“È molto difficile giudicare. La pressione a cui sono state sottoposte quelle due atlete, entrambe, incide sulla prestazione. Non so cosa avrei fatto se mi fossi trovata nei panni di Carini. Io penso che, banalmente, non ha retto la pressione. E va rispettata”. Così l’ex deputata Pd Paola Concia in un’intervista a Libero. Lei ha invitato a smetterla con l’ideologia, a non nascondere la testa sotto la sabbia, e a tenere lontana la politica.

Paola Concia: non si può negare il problema

Con chi ce l’aveva? “Con tutti – spiega – destra e sinistra. Mi ha dato fastidio, da ex donna di sport, questa ricerca ossessiva dello scontro. Ha cominciato il centrodestra, la Lega, poi naturalmente la sinistra gli è andata dietro alla grande, facendo diventare questa vicenda uno scontro politico in cui Carini è la paladina della destra, Khelif della sinistra. Una cosa ridicola. Hanno detto che è un’atleta trans, cosa non vera, e lì è scoppiata la diatriba tra inclusione ed esclusione. Ma lo sport è un’altra cosa, non si possono avvelenare i pozzi”. “La destra ha sbagliato perché ha sostenuto che Imene Khelif fosse una persona trans, cosa che non è. Però – sottolinea Concia – non si può negare che un problema c’è, la sinistra non può dire che va tutto bene madama la marchesa. Il testosterone alto non è un problema ininfluente nello sport”.

“Sull’altare dell’inclusione non è possibile sacrificare le donne”

Dicono: il Cio l’ha ammessa, rientrava nei parametri, quindi poteva gareggiare. “Certo. È assodato che poteva gareggiare. Ma è stata esclusa dai Campionati Mondiali. È un errore gravissimo che vengano usati criteri diversi a seconda delle federazioni – evidenzia – perché gli atleti sono gli stessi. I problemi sono i parametri e le regole che ci si danno. Non devono essere ballerini”. “Partendo dal presupposto che lo sport è la massima espressione della differenza tra uomini e donne – racconta – ho appena letto uno studio di un’avvocata sportiva su cosa accadrebbe se donne e uomini gareggiassero insieme”. E cosa conclude? “Che le donne non si qualificherebbero mai. Partendo da questo presupposto, non è possibile, sull’altare del politicamente corretto e dell’inclusione, sacrificare le donne. Perché poi, alla fine, quelle danneggiate sono le donne. Io dico: va bene, tutto sta cambiando, ci sono casi nuovi, persone trans, intersex, in transizione, ma troviamo un modo per cui alla fine non ci rimettano le donne”, conclude.

Commenti

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  • Francesco Ciccarelli 3 Agosto 2024

    Dice che la “destra” strumentalizza la Carini? Ma se il primo a parlare è stato un parlamentare di Strasburgo, che ce l’aveva cogli <>! Poi sono anni che la “sinistra” agita le bandiere-arcobaleno, perché ormai la civiltà di un Paese e i diritti civili si basano sui capricci degli ermafroditi!