Piantedosi boccia lo Ius Scholae: “L’Italia è il Paese che dà più cittadinanze in Europa”

21 Ago 2024 18:55 - di Sandra Fabiani
Piantedosi ius soli

Il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, dalla platea del Meeting di Rimini, manda un messaggio chiaro e preciso alla sinistra e a quanti pensano che in Italia ci sia un problema di Ius soli e Ius Scholae. Conferma che l’Italia è al primo posto, nel Vecchio Continente, per numero di cittadinanze concesse agli stranieri, e ricorda che il nostro ordinamento già prevede, nei fatti, in alcuni casi, l’applicazione della misura.

 Piantedosi: “Siamo avanti del doppio rispetto a Francia e Germania”

“Siamo al primo posto per concessioni di cittadinanze in Europa, arriviamo quasi al doppio di paesi come Germania e Francia”, ha detto il titolare del Viminale. “Checché se ne dica, la nostra legislazione è quella che consente il maggior numero di concessioni di cittadinanza in tutta Europa” ha proseguito il ministro.

“La legge già prevede lo ius soli”

”Pochi dicono che nel nostro ordinamento, l’articolo 4 della legge che disciplina adesso la cittadinanza, c’è addirittura uno spunto di ius soli, perché viene concessa la cittadinanza allo straniero che, nato in Italia, vi ha trascorso tutta la sua vita fino al compimento del 18esimo anno di età’, ha specificato il ministro degli interni, che di fatto ha bocciato qualsiasi ipotesi di Ius Scholae. A quanto apprende l’Adnkronos, da parte del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, c’è una netta chiusura sullo Ius Scholae. Una posizione che deriva da un’analisi del Viminale sulla cittadinanza basata su dati Eurostat.

“Discutere di cittadinanza senza ideologie”

“Se questa discussione sulla cittadinanza serve ad aggiornare il panorama delle valutazioni che un Paese come il nostro deve fare sui processi di integrazione che sono dietro l’istituto della cittadinanza italiana va benissimo. Io però credo che questa discussione vada fatta scevra da condizionamenti ideali o addirittura ideologici”, ha aggiunto Piantedosi dalla platea del meeting organizzato da Comunione e Liberazione.

“Lo Stato non potrà mai sostituire il terzo settore”

Il ministro degli interni, a proposito dell’immigrazione, ha poi parlato del ruolo insostituibile del terzo settore. “Non c’è nessuno Stato che può avere l’illusione di gestire in autonomia fenomeni di grande complessità senza il ruolo delle associazioni del terzo settore”.

“Nessuna organizzazione statale e nessuna formula di governo può prescindere dalle organizzazioni sociali: intermediazione significa arrivare meglio negli interstizi della vita civile e della vita sociale”, ha aggiunto il responsabile del Viminale.

Per Piantedosi, “si devono creare dei meccanismi di incrocio tra l’offerta di aiuto della società civile e il contributo sempre importante delle istituzioni che ne sono responsabili, attraverso un’articolazione territoriale che si è rivelata la formula più vincente”.

I dati del Viminale

Secondo i dati Eurostat, nel decennio 2013-2022 l’Italia ha concesso 1.463.330 cittadinanze, il numero più alto in Europa. L’Italia detiene il record nel 2015, 2016, 2017, 2020 e 2022. Scendendo nel dettaglio degli anni recenti, nel 2023 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana hanno sfiorato i 200.000 (199.995) mentre la Spagna ne ha rilasciate 240.208, la Germania 200.100 e, infine, la Francia 97.288. Se però si osserva il 2022 emerge che nell’Ue sono state in totale 989.940 le persone che hanno acquisito la cittadinanza del Paese in cui vivono, con un aumento di circa il 20% (+163.100) rispetto al 2021: quelle che hanno avuto la cittadinanza italiana sono state 213.716, il 76% in più rispetto al 2021, quando erano diventate italiane 121.457 persone. La maggior parte delle nuove cittadinanze rilasciate nel 2022 è stata quindi concessa dall’Italia (22% del totale dell’Ue), seguita dalla Spagna (181.581 pari al 18% del totale Ue), dalla Germania (166.640, il 17% del totale Ue), dalla Francia (114.500, il 12% del totale Ue) e Svezia (92.200, il 9% del totale Ue).

Nel 2022 sono diventate cittadini italiani soprattutto persone originarie dell’Albania (38mila), Marocco (31mila) e Romania (16mila). Questi tre Paesi rappresentano il 40% delle acquisizioni totali. Al quarto posto il Brasile con 11mila, seguito da India, Bangladesh e Pakistan, che complessivamente hanno registrato 20mila nuove acquisizioni. L’età media delle persone che hanno ottenuto la cittadinanza nei Paesi Ue è di 31 anni. Tra coloro che hanno avuto la cittadinanza italiana nel 2022, il 26% è composto da ragazzi fino ai 14 anni e se si considera anche la fascia di età 15-19 anni, si arriva a comprendere il 37% di tutte le acquisizioni.

 

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