Renzi il “guastatore”: vuole lusingare Il Pd con il suo curriculum da “serial killer” dei governi
Matteo Renzi è simpatico. E lo diciamo da tempo. E’ una sorta di Valerio Zanone reincarnato, il segretario del Partito liberale che con l’1,8%, ai tempi del proporzionale, cerava di dettare legge nel pentapartito. Ma Zanone, però, aveva continenza e senso del pudore. Il “serial killer” dei governi, invece, no.
E facendo i conti della serva probabilmente oggi non avrebbe neppure quella percentuale che i liberali, dignitosamente, confermavano ad ogni elezione. L’estate dell’ex premier di Rignano è stata tribolata ma sembra avere avuto un epilogo: nessuno lo vuole, ovviamente in primis quel centrosinistra che ha abbattuto e in cui oggi tenta di rientrare.
Renzi e il no secco di Ricci a Genova
Il “barone di Munchausen” della politica italiana ieri si è visto dare un altro no da un altro Matteo, Ricci, neo europarlamentare del Pd. A chiare lettere, Ricci gli ha detto: “Non puoi stare con noi alle regionali in Liguria e con il centrodestra al comune di Genova”. Ma in precedenza, Giuseppe Conte in primis e Avs avevano ribadito che proprio non è indispensabile la sua presenza per, “battere Meloni e il centrodestra”.
“Si vince solo insieme”, ma quelli sono già uniti
Anche ieri sera a Genova, Renzi ha implorato: “Si vince solo insieme”, dimenticando che Pd, Cinquestelle e Avs sono già uniti: sono una coalizione di sinistra estrema che non ha un solo punto di programma di quelli che lui enuncia.
Le sue referenze: tre governi abbattuti
Nel suo cv il Matteo fiorentino porta in dote il fatto di essere stato un “serial killer” di tre governi abbattuti: quello di Enrico Letta, a cui una settimana prima aveva detto il famoso, “stai sereno”: il Conte uno, nel quale uscì dal Pd e formò il gruppo di Italia Viva per fare un’alleanza che buttasse fuori la Lega dall’esecutivo dopo che aveva invocato le elezioni anticipate; il Conte bis, fatto cadere ad inizio 2021 per portare Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Timeo danaos et dona ferentes
Come l’antico detto spartano, “temo i greci anche quando portano doni”, il centrosinistra non vuole Renzi. Elettoralmente non gli dà più dell’1,5%, in base agli ultimi risultati europei frutto dell’ennesima, improvvisata alleanza(stavolta con Bonino e Magi). Politicamente pensa che un’alleanza con il senatore fiorentino costerebbe almeno una decina di seggi sicuri nel maggioritario che, sommati ad eventuali altri nel proporzionale, gli darebbero la forza di poter, cosa che gli piace più di tutte, rompere le uova nel paniere in un futuro e molto eventuale governo di centrosinistra.
Renzi: Un perfetto serial killer della politica
Se non fosse cosi giovane, essendo fiorentino, qualcuno potrebbe chiamarlo in causa per i delitti del Mostro, tanto è bravo a fare il serial killer politico. Lo diciamo con ironia perché Matteo ha la querela facile. Un’arma a volte esercitata legittimamente(i suoi familiari coinvolti in alcune inchieste sono stati in parte assolti e comunque hanno il diritto alla presunzione di innocenza), altre volte così temeraria da condannarlo alle spese giudiziarie e da far dire a un giudice: “Che la giustizia non è un bancomat”.
Il Barone di Munchausen che bluffa apertamente
Renzi è così intelligente (e furbo) che ai autoricarica con il ruolo che gli viene dato. Un po’ (Dio ci perdoni per il paragone) come Andreotti che nel fulgore del suo potere veniva accusato di tutto, con l’effetto di accrescerne il potere. Come il suo antenato politico, il barone di Munchausen, millanta rapporti con il nuovo, fantomatico centro, preconizza la caduta del governo Meloni, si pone come interlocutore immaginario(e unilaterale) della famiglia Berlusconi. Arriva a idolatrare se stesso parlando finanche degli Stati Uniti e di quanto magari il suo peso potrà incidere nella competizione di novembre. Dice di avere una scala reale ma non ha nemmeno una coppia in mano. Lo hanno stanato e ora lo respingono all’angolo. Avrà altri tre anni di tempo per tentare il miracolo di una nuova collocazione. Ma nel frattempo non mancherà di farci ridere.