Starmer annuncia la linea della repressione in Gran Bretagna: il declino della libertà nella patria di Churchill
Starmer è un laburista e come tale ha vinto, dopo sedici anni di governo dei conservatori, le ultime elezioni in Gran Bretagna. L’inquilino di Downing Street, però, è alle prese con un momento difficile: da due settimane, in tutto il regno e soprattutto a Belfast, c’è una forte sommossa popolare, nata dopo la strage di Southport, con l’accoltellamento di tre bambini da parte di un ragazzo di origini ruandese.
Le dure parole di Starmer e la libertà di opinione a rischio
Il Primo Ministro ha reagito duramente alle proteste di piazza: “Avremo un esercito permanente di agenti specializzati, ufficiali di pubblica sicurezza, così da avere abbastanza mezzi per gestire la situazione”, ha dichiarato il premier. “Questa non è una protesta, è pura violenza e non tollereremo attacchi alle moschee o alle nostre comunità musulmane”.
Ma Starmer e il suo governo stanno preparando una stretta anche sulla libertà di informazione. Nick Price, direttore dei servizi legali del Crown Prosecution Service ha detto: “Chi pensa di diffondere o amplificare informazioni online di natura razziale dovrebbe ripensarci: le azioni online hanno conseguenze reali. Non c’è posto per chi cerca di fomentare l’odio razziale e la violenza online in nessun momento, tanto meno durante questo disordine. Stiamo lavorando a stretto contatto con le forze dell’ordine locali per identificare i colpevoli da incriminare e perseguire. La Procura continuerà ad agire con rapidità e fermezza per assicurare alla giustizia i responsabili di tali reati”.
La “guerra” con Musk
Parallelamente alla guerriglia nelle strade, si sta scatenando anche una guerra online fra Musk e i laburisti britannici, con giornalisti e intellettuali inglesi che tornano a perorare la causa della censura o anche della soppressione di X, l’ex Twitter comprato da Musk. Il miliardario, dagli Usa, risponde coniando un nomignolo per Keir Starmer: Two Tier Keir (in italiano non fa rima: Keir il doppiopesista), durissimo con chi protesta e chi diffonde semplicemente informazioni o immagini, ma assolutamente tollerante con le violenze commesse da musulmani e immigrati.
La terra di Churchill e del pensiero liberale
Senza ovviamente difendere in alcun modo chi esaspera le proteste ciò che emerge da Londra è un cambiamento di rotta mai visto, nella patria in cui è nato il pensiero liberale e che ha visto, con Winston Churchill, il più grande statista del ventesimo secolo. Una patria che ha fatto della tolleranza delle idee avverse il suo mantra e che oggi rischia di confondere la difesa della sicurezza con il perseguimento delle opinioni.