Strage di Bologna, il dovere di ricordare e fare piena luce. Mattarella: “Monito da consegnare ai giovani”
Nella ricorrenza del 44esimo anniversario della Strage di Bologna, istituzioni e politica hanno ricordato quello che è stato il più grave attentato del dopoguerra su territorio italiano. Nei messaggi sono stati lanciati moniti tanto sul dovere della memoria, quanto sulla necessità di fare piena luce su ciò che accadde, anche proseguendo nella desecretazione di atti ancora classificati come quelli delle Commissioni parlamentari d’inchiesta.
Mattarella: la Strage di Bologna è “un monito da consegnare alle giovani generazioni”
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato della strage di Bologna come di “un segno indelebile nella identità della Repubblica e nella coscienza del popolo italiano”. “La memoria non è soltanto un dovere, ma è l’espressione consapevole di quella cittadinanza espressa nei valori costituzionali che la violenza terroristica voleva colpire e abbattere”, si legge nella dichiarazione del Capo dello Stato. “Con profondi sentimenti di solidarietà, quarantaquattro anni dopo l’attentato, ci uniamo ai familiari delle vittime e alla Città di Bologna, teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani”. “A Bologna – ha concluso Mattarella – si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana. Una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell’unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune”.
La Russa e Fontana: continuare a desecretare gli atti, necessario fare piena luce
In un post pubblicato sui propri social, il presidente del Senato Ignazio La Russa, ha ricordato che la strage di Bologna “rimarrà per sempre una data impressa nella nostra mente”. Si trattò, ha proseguito La Russa, di “un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista”. “Alle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo desidero rinnovare la mia vicinanza e rivolgere il mio ringraziamento per l’instancabile opera di sensibilizzazione”, ha scritto quindi il presidente del Senato, ricordando come “tramandare i valori di libertà e democrazia è un impegno imprescindibile e allo stesso tempo è di fondamentale importanza – come già più volte ho avuto modo di ribadire – proseguire l’opera di desecretazione degli atti delle Commissioni parlamentari d’inchiesta, per fare luce su ogni ombra del nostro passato e rendere giustizia a tutte le vittime del terrorismo”.
Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sottolineato che “da anni è stato avviato un progressivo processo di desecretazione degli atti relativi alla strage. Ritengo sia un passo avanti necessario sulla strada della piena verità, per sciogliere gli interrogativi ancora aperti. Mi stringo ai familiari delle vittime e rivolgo il mio pensiero di vicinanza e gratitudine a chi ha combattuto, e continua a combattere, affinché sia fatta piena luce sui fatti”.
Piantedosi alla cerimonia: “Strage neofascista, espressione di disegno eversivo”
“Tenere viva, tutti insieme, la memoria dell’attentato, condividerne senza riserve la verità, serve a guardarci con reciproca fiducia, serve a rinsaldare un’alleanza democratica, a fare meglio, a fare di più, per risolvere i conti col passato”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, partecipando alla cerimonia di commemorazione in rappresentanza del governo. “Il governo c’è, come c’è l’Italia, intera e unita, al fianco di Bologna”, ha proseguito Piantedosi, parlando di “una strage neofascista, espressione di un disegno eversivo che mirava a colpire lo Stato nella sua componente più sensibile: vale a dire le persone comuni”. “I morti e i feriti del 2 agosto sono vittime di una guerra alla nostra democrazia, in cui siamo tutti dalla stessa parte”, ha proseguito Piantedosi, lanciando un appello all’unità nella difesa dei “valori di libertà e democrazia che sono alla base della pace e della convivenza civile e che sono scolpiti nella nostra Carta Costituzionale” e contro i quali oggi nel mondo “sembra delinearsi una minaccia”.