Tajani: “Il centrodestra è in buona salute. Se avessimo posizioni identiche saremmo un partito unico”

19 Ago 2024 12:30 - di Elsa Corsini

Meloni e Salvini si incontrano per mettere a punto strategie senza Tajani, che succede? “Non succede proprio nulla”, risponde il ministro degli Esteri intervistato dal Corriere della Sera all’indomani dell’incontro informale in Puglia tra la premier e il leader della Lega. Nessun indizio di fibrillazioni.  “Il centrodestra è unito e tale rimarrà, il governo gode di buona salute. Ho appena parlato con entrambi, siamo d’accordo per vederci il 30 agosto per fare il punto sulla ripresa. E stabilire le priorità in vista della finanziaria. Manovra economica, sicurezza, crescita, abbassamento del costo del denaro. Questi sono gli impegni in vista dell’anno che verrà. Poi anche nomine Rai, indicazione del nome del commissario europeo e dossier carceri, materia sulla quale siamo molto attenti”. 

Tajani: il centrodestra gode ottima salute

Tajani respinge qualsiasi racconto malizioso della stampa su divisioni e  nervosismi. “Non è che mentre parliamo Meloni e Salvini stanno discutendo anche di come fermare l’attivismo di Forza Italia?, chiede la giornalista. “Lo escludo proprio. È un incontro conviviale, erano entrambi in Puglia e si sono visti, ci sono le famiglie, gli amici… Si fanno troppi retroscena su cose assolutamente normali. Di tutto parleremo insieme il 30 agosto”. Ci possono essere sensibilità e opinioni diverse, come per lo ius scholae ma dove sta il problema? “Non è un tema dell’agenda di governo e non c’è nulla di male nell’avere posizioni diverse su alcuni argomenti tra partiti che pure sono alleati e leali. Se avessimo tutti la stessa idea su tutto – dice  Tajani –  saremmo un partito unico. Si può essere nel centrodestra e avere visioni diverse su alcuni nodi. Non è debolezza, è forza: si allarga il campo dei potenziali elettori”.

Ius scholae, se la pensassimo tutti allo stesso modo saremmo un partito unico

Nessun inciucio con la sinistra sul tema della cittadinanza. “Tutto quello che pensiamo lo diciamo, ci muoviamo alla luce del sole. Sullo ius scholae la nostra posizione è la stessa da molto tempo. Berlusconi era favorevole, e a destra non era un tabù. Non è un argomento di sinistra – sorride il vicepremier e ministro degli Esteri –  è una presa d’atto rispetto a una realtà che cambia. E noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare alla sinistra una posizione che è e può essere anche di centrodestra. I diritti non sono della sinistra, sono di tutti. Il Parlamento ha la possibilità di confrontarsi su un tema così attuale”. Infine sul caso Arianna Meloni, lapidario e chiarissimo: “Non vorrei che ci fosse una strumentalizzazione a fini politici per indebolire il presidente del Consiglio e il governo, usando il filone giudiziario come si faceva con Berlusconi”.

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