Tajani: “In Venezuela visite consolari agli italiani fermati. Noi con la democrazia e il popolo”
“Non condoniamo a Teheran le responsabilità su temi fondamentali, tra cui la violazione dei diritti umani, le attività destabilizzanti dei gruppi sciiti nella regione, il programma nucleare e la proliferazione balistica. Ma riteniamo essenziale continuare ad invitare l’Iran a esercitare moderazione e ad astenersi da nuove iniziative destabilizzanti in relazione all’uccisione di Ismail Haniyeh“. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in audizione davanti alle commissioni Affari Esteri di Camera e Senato. Chiediamo all’Iran di affrontare in maniera strategica e lungimirante il confronto con gli attori principali della regione”, ha detto tracciando un bilancio sullo stato della crisi mediorientale. Particolare attenzione alla alla situazione in Venezuela dove – dice chiaramente – l’Italia “sta con il popolo e con la democrazia”. La situazione è quella che è – aggiunge dando una stoccata alla sinistra. “Posso capire che governi precedenti avessero simpatia per Nicolas Maduro, tant’è che l’Italia ebbe una posizione molto ambigua nei confronti di Maduro, quando perse le elezioni con Juan Guaidò”.
Venezuela, Tajani: visite consolari agli italiani trattenuti
“Nostri funzionari hanno prontamente effettuato sopralluoghi presso i commissariati locali dove sono trattenuti i cittadini italiani. È già stata richiesta l’autorizzazione per effettuare visite consolari per accertarne le condizioni di salute e detentive, nonché la tutela dei loro diritti di difesa”. Tajani ha ricordato che “la nostra ambasciata a Caracas, i consolati e l’Unità di Crisi stanno lavorando senza sosta per fornire assistenza agli oltre 160.000 connazionali residenti”.
Medioriente: momento difficile, evitare conflitto su larga scala
Sul Medioriente ammette che stiamo vivendo “un momento molto difficile. Il governo italiano, anche in qualità di presidente del G7, si sta adoperando ad ogni livello per scongiurare la possibilità di un conflitto su larga scala in Medio Oriente. L’obiettivo continua ad essere il dialogo e la de-escalation. Vista la gravità della situazione, domenica pomeriggio ho voluto convocare e presiedere una riunione in videoconferenza dei ministri degli Esteri del G7. Abbiamo dimostrato l’unità politica delle democrazie avanzate”, ha detto parlando di diplomazia operosa a 360 gradi.
Medioriente, oggi sentirò il ministro degli Esteri egiziano
Nel pomeriggio – fa sapere Tajani – avrò un contatto telefonico con il nuovo ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty. A Israele continuiamo a riconoscere il diritto all’autodifesa, che è indiscutibile, ma facciamo presente che non deve cadere nella trappola di reazioni sproporzionate alle provocazioni di Hamas. Per l’Italia Hamas non ha posto nel futuro governo di Gaza. L’unica strada è il ritorno nella Striscia di un’Autorità Nazionale Palestinese riformata, con un adeguato sostegno internazionale”.
Libano, al primo posto la tutela dei nostri connazionali
Il governo – insiste l’inquilino della Farnesina – crede nella necessità di arrivare in tempi certi e ravvicinati alla creazione di uno Stato palestinese, che riconosca Israele e sia al contempo riconosciuto da Israele. Di fronte all’escalation nel sud del Libano e nel nord di Israele Tajani ribadisce che la prima preoccupazione è la tutela dei connazionali nella regione, dei nostri militari in Libano, presenti con Unifil e con la missione bilaterale Mibil. “Siamo impegnati con il ministro Guido Crosetto in un monitoraggio costante della situazione”. Per quanto riguarda i “circa 400” civili italiani che vivono nel Paese dei Cedri, molti dei quali con doppia cittadinanza, il ministro dice che “siamo pronti a qualsiasi evenienza. Li invitiamo alla massima prudenza: chi può rientrare lo faccia”.
Colloquio telefonico tra Meloni e il re di Giordania
Intanto la premier Giorgia Meloni – fanno sapere fonti di Palazzo Chigi – ha avuto un colloquio telefonico con il re di Giordania Abdallah II. “Nell’esprimere “profonda preoccupazione per le crescenti tensioni in Medio Oriente”, Meloni ha ringraziato Re Abdallah per la sua leadership “nell’instancabile ricerca di una pace sostenibile condividendo con l’interlocutore l’assoluta necessità di evitare una regionalizzazione del conflitto”.