Tamberi, via ai rimborsi per chi ha scommesso su Gimbo. Nessun ritiro, nuove priorità: mai più sport avanti a tutto
Alla delusione agonistica e all’amarezza per il campione non seguirà anche la sconfitta economica per chi su Tamberi, cuore e gambe d’acciaio piegate dalla recrudescenza di una violenta colica renale, sul campione aveva puntato e scommesso. «Gentile utente/esercente, la informiamo che Eurobet ha deciso di erogare un rimborso del 100% a tutti i Clienti che hanno scommesso sull’esito “Tamberi Vincente” della gara olimpica del Salto in alto, disputata sabato 10 agosto».
Tamberi, Eurobet rimborserà chi aveva scommesso sul campione vincente
Inizia così il messaggio con il quale Eurobet comunica a tutti i clienti il rimborso totale sulle scommesse effettuate su Gianmarco Tamberi, alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi una delle medaglie più “sicure” dell’atletica leggera azzurra, dopo l’Oro di Tokyo 2021 e la vittoria schiacciante agli Europei di Roma di poche settimane prima. Lo riporta, rassicurando scommettitori e appassionati, l’agenzia Agimeg.
Parigi 2024, Mei: «Tamberi rimane nell’olimpo dei più grandi atleti azzurri»
Una decisione che argina quanto meno economicamente amarezza e delusione per una sconfitta a cui, in condizioni di salute ottimali, ne siamo certi, il nostro grande atleta non sarebbe certamente andato incontro. Perché la grinta e l’orgoglio di Tamberi al suo meglio non avrebbero mai ceduto alla sconfitta.
E mai avremmo visto quel viso del campione trasfigurato in una maschera di dolore, che resterà indelebile nella memoria degli italiani tutti e degli appassionati di atletica che sabato sera era sintonizzati sulla diretta no stop delle Olimpiadi a seguire quella che avrebbe dovuto essere una cavalcata verso la vittoria e la conquista di una medaglia azzurra. Ma che, invece, si è trasformata in un calvario agonistico che si concluso sulla tappa della prova a 2.27.
Parigi 2024, dopo la delusione olimpica, nuove priorità per il campione azzurro
Un amore e un seguito social, quelli che hanno accompagnato il tormentato cammino olimpionico dello sfortunato atleta che, all’indomani dell’undicesimo posto di Gianmarco Tamberi nella finale del salto in alto alle Olimpiadi di Parigi, dopo che il 32enne marchigiano è stato colpito da una nuova, violenta colica renale poche ore prima della gara, ha confermato anche il presidente della Fidal Stefano Mei. «Tamberi? Rimane nell’olimpo dei più grandi atleti azzurri».
Tamberi: «Ora tempo per la famiglia, ma non significa smettere»
Ora, però, archiviata la pratica “scommesse” e iniziato il cammino di smaltimento di disillusione e rammarico, Tamberi prova a voltare pagina. E, come sempre, ne rende conto al suo seguito: moglie, team, e tifosi tutti. «Sono cose che possono capitare se si soffre di questo tipo di disturbi, io penso di aver dimostrato il mio attaccamento ai nostri colori e la voglia di provarci fino all’ultimo».
E ancora. «Lo dovevo a me, per tutto quello che avevo fatto in questi anni, e lo dovevo a coloro che mi hanno scelto come capitano della nazionale e portabandiera dell’Italia, ai miei colleghi e a tutte le persone che mi sostengono e mi hanno sostenuto. Sono contento di averci provato, è ovvio che speravo in un epilogo differente ma sabato non era possibile. C’è sempre Los Angeles… Anche l’Australia…», ha detto Gimbo Tamberi arrivato a Casa Italia dopo i problemi fisici che hanno condizionato la sua gara di. Salto in alto si Giochi di Parigi 2024.
Sui problemi fisici e l’affetto dei suoi sostenitori
«Al rientro in Italia sicuramente farò ulteriori controlli perché ancora non sto bene. Ho avuto un’altra colica renale ed essendo molto dolorose non posso andare avanti così. Tornato, andrò a farmi controllare per cercare di capire cosa bisogna fare», ha aggiunto il campione di Tokyo. Poi il pensiero vola ai suoi tanti, tantissimi sostenitori: «Mi fa un enorme piacere leggere le bellissime parole che molte persone mi stanno dedicando in questi giorni, quando si lavora tanto bisogna provarci anche quando le cose sembrano già finite prima».
Mentre tornando alla serata della sconfitta, aggiunge: «Sabato è stata una giornata molto pesante a livello fisico ma soprattutto mentale, prima di avere l’ok dei medici sono sempre rimasto più freddo possibile di fronte a quello che stavo passando. E questo mi ha aiutato nel momento in cui ho ricevuto l’ok di proiettarmi in una dimensione di gara. In qualche modo mi sono anche stupito di aver fatto quel salto a 2.22, che era discreto come salto. Mi è dispiaciuto non esser stato in grado di replicarlo… Però è andata così», ha aggiunto Tamberi.
«L’unico merito che sento di prendermi è quello di averci provato»
Infine: «In questo momento le parole sono anche più grandi di quello che ho fatto – ha aggiunto il campione azzurro –. L’unico merito che sento di prendermi è quello di averci provato. Ciò che ho fatto sabato non è stato niente di speciale in pedana, ma ci ho provato in tutti i modi. Ci sarà qualcosa da imparare forse, lo scoprirò più avanti. Ora sto cercando di rimanere tranquillo. Se cambierei qualcosa degli ultimi mesi? Di getto risponderei che cambierei tanto degli ultimi anni più che degli ultimi mesi, ma è quello che avrei detto se non avessi vinto a Tokyo…
«Adesso è ancora troppo a caldo per fare un’analisi concreta. È chiaro che mi dispiace da morire, quando dico che non lo merito è perché ho messo questa gara davanti a tutto negli ultimi anni: e mia moglie con me. I miei amici con me. La mia famiglia con me. Era un sogno che avevo condiviso con tante persone per il modo in cui l’ho affrontato, con una dedizione e una serietà unica. Quindi mi dispiace sia finita in questo modo perché non è dipeso da me».
Tamberi pronto a ripartire, ma con altre priorità
Da dove si riparte allora? «Ci sono già passato nel 2016 – commenta Tamberi – dovrei saperlo. Lì dopo qualche settimana è stata una voglia di riscatto e di dimostrare che sarei stato comunque all’altezza. Questa volta sarà un po’ diverso, ho sempre visto questa Olimpiade come l’ultima mia grande chance per vedere fino a dove potevo arrivare. La preparazione era stata quasi perfetta. Non avevo mai avuto così tanti mesi senza problemi fisici. E gli Europei lo avevano dimostrato…»
«Era andato veramente tutto bene: il mio sogno era quello di poter saltare quei 2.40 sabato in quella pedana. Sarebbe stato complicato, certo: ma c’erano tutti i presupposti. Non so come si riparte, di solito ponendosi un nuovo obiettivo che ti stimola abbastanza da poter andare oltre la difficoltà che hai avuto. Ma adesso è troppo presto per capire».
«Mai più lo sport davanti a tutto»
Mondiali di Tokyo? «Posso pensare a tutto, ma in questo momento la cosa che faccio più fatica a vedere è mettere di nuovo lo sport davanti a tutto. Però potrebbe essere un pensiero di adesso che potrebbe cambiare domani. Sicuramente in qualche modo devo qualcosa alla mia famiglia, ai miei amici, a mia moglie. E doverglielo significa dovere del tempo. Volere avere una famiglia con mia moglie, voler vivere in qualche modo la mia vita anche non sportiva. Questo non significa che smetterò di fare sport, o che non lo farò con la stessa serietà. Ma tra farlo seriamente e farlo come gli ultimi anni ci passa tanto»…