Trans, non binaria, in finale ai 1500 tra le donne: chi è Nikki Hiltz, nuova eroina delle Olimpiadi macroniane
Dimenticate il pugilato e le questioni testosteroniche e genetiche della pugile algerina e di quella taiwanese: oggi il carrozzone mediatico delle Olimpiadi macroniane si è trasferito armi e bagagli con le bandierine del Pride alle gare di atletica; tutti a tifare Nikki Hiltz, che ha raggiunto la finale olimpica dei 1500 metri.
Il New York Times un anno fa dedicò alla 29enne atleta californiana uno spazio che neanche Muhammad Ali e Carl Lewis dei tempi d’oro. I “celebranti” del rito olimpico parigino sono commossi ed entusiasti dell’arrivo in finale di un’atleta dichiaratamente transgender. Occhio, però, non si parla stavolta di un maschio che si sente donna. In questo caso, Nikki è una donna che si sente maschio. La stampa di mezzo mondo l’ha presentata come «la prima persona dichiaratamente transgender e non binaria a scendere in pista per gli Stati Uniti d’America ai Giochi olimpici». Un enfasi che con la pista d’atletica non c’entra niente, ma in questi Giochi funziona così.
Sui giornali tifo scatenato per la mezzofondista californiana donna che si sente maschio
Nikki Hiltz, olimpionica nei 1500, è nata donna ma si identifica come uomo. Diversamente da chi nasce uomo e si identifica come donna, lei preferisce gareggiare nelle competizioni riservate al sesso biologico di appartenenza. mezzofondista Nikki Hiltz, presentata in grande pompa come
La mezzofondista californiana ha fatto coming out nel 2021 dichiarandosi “transgender e non binaria” in occasione della Giornata della Visibilità Transgender e non perde occasione per portare avanti il proprio desiderio di farsi comprendere da un mondo dove l’accettazione sia la regola e non qualcosa ancora non sempre facile da praticare.
Nikki Hiltz, nuova eroina delle olimpiadi macroniane
«La transfobia è pazzesca in queste Olimpiadi», sostiene Hiltz. «La retorica anti trans è contro le donne. Queste persone non proteggono lo sport femminile, stanno imponendo rigide norme di genere e chiunque non rientri in queste norme viene preso di mira e diffamato. Supporto il loro diritto di competere, che si tratti del genere assegnato loro alla nascita o meno, ovunque si sentano a loro agio». “Corro per la comunità Lgbtq+, in pista mi spingono loro”, ha aggiunto. Frasi che hanno fatto sventolare la bandiera arcobaleno ai media progressisti e inumidito il ciglio di tanti commentatori, anche italiani. Ormai è chiaro a tutti: ai Giochi di Parigi la musica delle olimpiadi macroniane è questa. E si continuerà a danzare su queste note fino alla cerimonia di chiusura.