Travaglio processato a sinistra per aver detto che Meloni sbaglia, ma è sveglia, libera e coerente

22 Ago 2024 9:22 - di Luca Maurelli

Un bellissimo romanzo di Haruki Murakami, “Kafka sulla spiaggia“, conteneva una frase troppo semplice per essere compresa davvero: “Se tutti ricevessero in dono la libertà, la maggior parte la vivrebbe come un problema”. Un riferimento chiaro alla difficoltà di vivere la normalità se non la si considera tale, se non la si sa riconoscere: come la felicità, come la libertà. Ma che c’entrano Kafka e Murukami con la politica italiana? Niente, ecco perché ieri sera, in tv, nel corso della trasmissione “In Onda“, quando è andato “in scena”, più che in onda, il processo a Marco Travaglio – imputato contumace per aver fatto i complimenti a Giorgia Meloni – sulla spiaggia kafkiana dove Luca Telese e Marianna Aprile si sono adagiati per provocare Antonio Padellaro sui presunti scivoloni del suo direttore, è comparso il volto perplesso del signor K, quello del processo perfetto senza accusa.

Travaglio dice cosa pensa della Meloni e si apre il processo in tv

Nel suo editoriale di due giorni fa, Marco Travaglio, giornalista integralista di cui tutto si può dire tranne che non sia libero, ma che spesso parte per la tangente (politica) sposando cause fragili e misteriose, come quella dell’infallibilità di Conte, tra una critica e l’altra al governo aveva scritto che la Meloni è una tipa sveglia, coerente e non ostaggio dei poteri forti. Passaggio che a sinistra, anche quella televisiva, è sembrato degno di processo, andato in scena con l’avvocato Padellaro in veste di difensore d’ufficio di Travaglio. “Guardate, che Marco non ha detto che sta facendo bene, ma che è sveglia. Poi ha detto che sta sbagliando tutto, per tre quarti del pezzo, che ha sbagliato a paragonarsi a Berlusconi!”. Ma già quella parola, sveglia, ossimoro perfetto per lo stato di coscienza che si tocca nei talk show estivi sulla politica, aveva generato ansia e forse un po’ di malinconia nei conduttori, che hanno incalzato “quelli del Fatto” accusandoli di intelligenza col nemico, mentre Renzi – a sua volta finito nel mirino per un presunto asse con Travaglio contro le Meloni – se la ridacchiava, consapevole che quando la politica si fa cabaret lui svetta come Sofia Raffaeli in tutù quando lancia la palla e la raccoglie in cielo.

La verità del direttore del “Fatto”

Oggi, sul Corriere della Sera, parla il diretto interessato e conferma di aver detto quella parolina scandalosa, “sveglia”, ma anche di aver confermato la sua opposizione alla linea di questo governo, nel segno di una libertà che in tanti, anche in tv, fanno fatica a riconoscere perfino per se stessi.

Andiamo sui virgolettati di Travaglio, scanso equivoci. “I tonti sono altri, penso che sia una tipa sveglia. Detto questo, non condivido nulla o quasi della sua azione di governo”. Poi sulla libertà della premier. “In questi anni sono stati gli unici due presidenti del Consiglio ad essere arrivati a Palazzo Chigi senza la cooptazione dei poteri forti. Il leader del Movimento 5 Stelle è giunto lì per caso. Lei, Giorgia, è invece arrivata dalla periferia. La presidente del Consiglio è un underdog o un outsider anche se fa politica da trent’anni, perché proviene da una formazione che da sempre è stata tenuta a distanza dalle logiche di potere. Ecco perché mi meraviglia”. Quindi la delusione. “Mi meraviglio che non abbia dato seguito da presidente del Consiglio a questa sua caratteristica. Ha dovuto promettere fedeltà agli americani, all’Europa, a tutti quelli che ha dipinto come poteri forti, pensiamo ad esempio al rapporto super compiacente che ha avuto con il governo Draghi. Diciamola tutta, si è un po’ parata le spalle”. Ancora sulla libertà. “Non a caso appena ha votato contro la presidente della Commissione europea uscente sono subito piovute le critiche. E lo stesso è successo non appena il ministro della Difesa Guido Crosetto si è permesso di criticare l’Ucraina. Meloni è sempre sotto esame. Se asseconda l’ establishment è salva, altrimenti le saranno ordite una serie di trappole”.

Amici mai, per chi si odia come noi…

Infine sulla presunta “amicizia”. “Ho già raccontato tutto a Peter Gomez a La Confessione su Rai3. L’ho conosciuta 15 anni fa quando era ministro della Gioventù nel governo di Silvio Berlusconi. Se non sbaglio ci siamo incrociati in treno, dopodiché ci saremo visti un paio di volte a pranzo per scambiare due chiacchiere, perché mi incuriosiva questa giovane esponente del governo. E poi basta: ho solo avuto un rapporto da giornalista. Devo dire che mi è molto simpatica. Ha rotto con Berlusconi ai tempi del Pdl, per fondare un suo partito, sganciandosi così dal governo Letta-Alfano. Si è sempre mossa nel segno della coerenza tenendosi a debita distanza dalle manovre di palazzo. Insomma, le premesse c’erano tutte… Mi aspettavo desse qualche segnale di discontinuità che alla fine non c’è stato… Non ho una avversione irriducibile per tutti quelli che stanno nel centrodestra. Ho una avversione irriducibile per i delinquenti… E mi faccia aggiungere una cosa: a mio avviso ha fatto una cavolata a paragonarsi a Silvio Berlusconi”.

Più o meno, tutto noto: l’unica novità dell’intervista è che a Travaglio la Meloni, oltre che sveglia, sembra anche simpatica. La notizia c’è, come negarlo. A quando una nuova puntata della Sette sui sorrisi strappati con metodi fascisti da questa premier ai giornalisti e magari anche a qualche italiano?

La puntata di “In Onda” con il processo a Travaglio

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