Viaggiare? Mai senza amici in carta e inchiostro. Parola (e consigli) di “onorevole” editore
Un libro è uno speciale compagno di viaggio, a volte il migliore, ti parla quando vuoi tu ma ti può comunque stupire. Ma la stessa immensa compagnia vale anche per chi non può o non vuole partire, con un vantaggio ulteriore: c’è a disposizione un’intera libreria, con volumi che non hai mai avuto il tempo di aprire oppure che credi sia il momento giusto di togliere da quella mensola, alla ricerca di sensazioni e alchimie necessarie. Il tempo per leggere va sempre e comunque scovato ed il libro giusto in un viaggio o un periodo particolare può diventare uno dei ricordi più intensi, come una istantanea o un bacio inaspettato. Ombrellone o città d’arte, tenda o albergo con mille comfort, la scelta degli amici in carta e inchiostro è fondamentale e non si dovrebbe necessariamente andare a pescare un libro novità, la scelta può essere più ampia. Quanti libri non hanno la data di scadenza!
E allora l’estate come voglia di avventura. Diamo merito a coloro che alcuni luoghi li hanno voluti scoprire per primi o agli esploratori che sono andati nelle terre inesplorate, autentici eroi: “Viaggiatori straordinari” è l’ultimo di Marco Valle, cosa aspettate a metterlo nello zaino? Rimanendo sul tema del viaggio, fisico o mentale che sia, possiamo dimenticarci di coinvolgere la Beat generation? Io non me la sento proprio. Quindi se “On the road” lo avete già letto e magari volete farvi notare con qualche titolo più sofisticato, partite con “Big sur” che Jack Kerouac venne a promuovere in Italia in una tre giorni un po’ scontrosa: autunno ’66, tappe a Milano, Roma e Napoli, tra la grande stampa che lo stronca e quella “di destra” che invece virgoletta con piacere le sue dichiarazioni di conservatore e vivace anticomunista.
Già già. Scusate ma non so perché ma la mia mente mi porta a tal Ezra Pound: “Inutile che io parli” (De Piante, 2021) mette in sequenza decine di articoli, poco conosciuti purtroppo, interviste e incontri italiani sul grande poeta, anche e soprattutto dopo la sua uscita dal manicomio-carcere. Giovanni Papini sul Corsera nell’ottobre ’55 chiede la grazia per l’autore dei Cantos. E allora mi sia consentito qualche passaggio in Toscana perché è proprio Pound a tradurre un magnifico narratore, l’Enrico Pea del “Moscardino”, autentica miniera da riscoprire e riapprezzare in profondità come Antonio Socci fa nella mia incredibile regione con “Dio abita in Toscana”, fresco (allora abbinatelo con un buon Chianti) per Rizzoli. Dai. non vi arrabbierete mica se aggiungo “Una patria in salita” che Gianluca Diamanti dedica agli Appennini ed al loro genius loci…
Però se volete evadere, non volete portarvi stavolta né Chatwin né Lawrence né Conrad, non posso transigere su tre creature che si meritano qualche trasferta sfiziosa: “Compagni di solitudine” di Stenio Solinas, lo avete letto spero ma insomma riapritelo ogni tanto e fatevi trasportare da tre a caso: La Rochelle, Céline e Hemingway. Poi vi interrogo. Ma il Limonov sia di “Zona industriale” che del “Grande ospizio occidentale” aspettano solo voi, così come qualsiasi cosa di John Fante (almeno due titoli portateli via, sui treni il vagone ristorante l’hanno fatto apposta eh).
Fate un viaggio un po’ diverso e visitate qualche territorio che ha visto decenni di conflitti? Ho due libri stampati apposta per voi, prodotti di incursioni di due reporter seri e coraggiosi, che le storie non se le fanno raccontare in albergo, perché dai viaggi a Belfast, Sarajevo, Mostar, Nicosia, Gerusalemme, etc nasce “Città divise” (Idrovolante, 2022) e da altrettanti soggiorni non proprio comodi arriva “Borderline” (Eclettica, 2019). Certo che se devo consigliare dei libri mica posso non citare qualcosa della mia casa editrice, ci mancherebbe altro! A proposito volete proprio portare con voi due saggi di attualità ma anche visionari? Va bene ma allora non si può prescindere da “Oicofobia” del professor Spartaco Pupo (ancora Eclettica, 2023) e “Algoritmi e preghiere” (Luiss, 2024) del sociologo Guerino Nuccio Bovalino. Sarà il caso di chiedere ma se amate la fotografia e non avete letto “Get the picture” (Contrasto, 2011) di John Morris, una particolare ed essenziale storia personale del fotogiornalismo, non so proprio cosa dirvi.
Mentre aggiungo in finale due sfizi, calcio e musica, perché sì. Mutuando una canzone da stadio, se é una malattia che invece sta andando un po’ via prendetevi per forza “Solo il fatto li vinse. Memorie e rappresentazioni del grande Torino” di Stefano Radice appena sfornato da Urbone e “Cavalli Selvaggi. Campioni romantici e ribelli nell’Italia del piombo” (Eclettica, di nuovo, 2018) del giornalista veronese Matteo Fontana. Vi passerà un po’ del disincanto da calcio postmoderno, magari da affiancare a delle signori pinte, i pub decenti se li cercate li trovate quasi ovunque. Due cosette sulla musica, uscite qualche anno fa ma le trovate a casa Carta Canta edizioni per “Dai LED Zeppelin allo Zen” e suonare alla Settimo Sigillo per “Rock duro anti-sistema. Heavy metal, tradizione e ribellione” di Luca Leonello Rimbotti. Perché tutte le sfumature del rock in vacanza o a casa fanno bene all’anima. Quindi una bonus track finale, perché l’ho appena chiesto a scrocco all’editore: sembra proprio interessante “Viaggio nella storia dell’Eritrea” di Alessandro Pellegatta (Historica – Giubilei Regnani). Insomma poi mi raccontate, leggiamo leggiamo che qualcosa rimarrà…