A Cernobbio va in scena il tracollo del campo largo. E Schlein neanche se ne accorge
“Il mio appello è alle migliori forze sociali e produttive, della cultura, del volontariato e del terzo settore e delle migliori energie: scriviamo insieme un progetto per l’Italia, facciamolo insieme”. Elly Schlein si è mostrata determinata alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia, dove ha rilanciato il progetto di una grande alleanza “nella società, nel Paese e con altre forze politiche per mandare a casa il governo”. La segretaria Pd era appena arrivata Cernobbio, ma sembrava ancora una volta appena arrivata da Marte: proprio al Forum Ambrosetti, infatti, è andata in scena la Caporetto del campo largo.
L’appello di Schlein “alle migliori forze sociali e produttive”
Lei, Conte e Calenda sono riusciti nella formidabile impresa di spiattellare, senza trovare uno straccio di sintesi, tutte le loro divisioni davanti alla platea qualificata del mondo produttivo italiano. Lo stesso al quale si rivolgono per proporre un’alleanza di governo alternativa a quella attuale. “Serve una visione di respiro, più che un accordo tra forze politiche e una alleanza con società”, ha detto ancora Schlein a militanti e dirigenti Pd, mentre più che di “visione” avrebbe dovuto parlare di “miraggio”.
Schlein, Conte e Calenda allo stesso tavolo, ma lontanissimi
Il terreno su cui con più evidenza è emersa l’inconciliabilità delle forze che dovrebbero comporre il campo largo è stato, di nuovo, quello della guerra in Ucraina. Nel corso di un dibattito che li ha visti partecipare insieme, Schlein, Calenda e Conte hanno presentato tre posizioni diverse: diametralmente opposte quelle del leader di Azione e del leader del M5S, sfuggente quella della segretaria dem. Il dibattito era a porte chiuse, ma ampi passaggi sono trapelati.
Le posizioni inconciliabili sull’Ucraina
Calenda ha parlato della resistenza ucraina contro la Russia come di un baluardo per tutte le nostre democrazie e ha aggiunto che, ha riferito l’agenzia Ansa, “la difesa si fa sul territorio ucraino e anche colpendo in modo delimitato obiettivi militari da cui partono gli attacchi”. Conte è tornato a sostenere la sua tesi secondo cui le conseguenze sull’economia del conflitto rischiano di far perdere competitività agli imprenditori e ha messo in dubbio la possibilità di una vittoria militare dell’Ucraina. Dunque, per lui, bisogna “che le due parti si accordino per la pace, bisogna imporre una soluzione negoziale per fermare questo drammatico conflitto”. Un discorso che, sostanzialmente, nasconde una richiesta di resa da parte di Kiev. Quanto a Schlein, non avrebbe parlato del tema delle armi e del loro utilizzo anche in territorio russo, ma confermato il sostegno senza se e senza ma all’Ucraina. E, poiché, come ha ribadito Giorgia Meloni nel suo intervento di ieri, il posizionamento sull’Ucraina non attiene solo a una scelta morale, ma anche, prima di tutto, di interesse nazionale, è chiaro con quale spirito gli imprenditori possano aver registrato le posizioni dell’eternamente futuribile campo largo.
Non solo Cernobbio: nel campo largo è tutti contro tutti a distanza
Invece, secondo quanto emerso, i tre si sarebbero trovati d’accordo su sanità e piano per la crescita. Magra consolazione mentre la disfatta del campo largo si consumava anche fuori dal perimetro di Villa d’Este, con battibecchi e stracci volanti tra i partiti e anche all’interno dei partiti: Conte alle prese col costante duello con Grillo; Renzi alle prese con Conte e viceversa (Conte ha detto a Renzi “affarista” e Renzi ha detto a Conte che “diffonde fake news” e ha agitato lo spettro di azioni legali); Bonelli alle prese Calenda perché è favorevole al nucleare. E, insomma, il solito teatrino, solo concentrato tutto insieme.
Foti: “La dimostrazione che il campo largo è un campo minato”
“Quando diciamo che, a partire dalla politica estera per passare a quella energetica, il campo largo è un campo minato, non lo facciamo per partito preso o per spirito polemico, ma nell’interesse dell’Italia”, ha commentato il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti. “Mentre nell’incontro di ieri con il presidente Zelensky, Giorgia Meloni ha pronunciato parole inequivocabili che suggellano la convinta adesione del governo italiano alla causa di una pace giusta e duratura, fondata sul rispetto del diritto internazionale e della sovranità territoriale, le divisioni all’interno delle opposizioni sono, ancora una volta, la spia di tutte le loro fragilità e incompatibilità”.
“Nonostante il tentativo di proporsi come un’alternativa al governo Meloni – ha proseguito il presidente dei deputati di FdI – l’incapacità delle opposizioni di esprimere una posizione unitaria su una questione di cruciale importanza internazionale, quale il sostegno all’Ucraina, ne conferma la debolezza. Non bastasse, è stato sufficiente che al Forum Ambrosetti Calenda si pronunciasse anche a favore del nucleare per essere sollecitato da Bonelli, azionista minoritario del campo largo, ad andare con la destra, poiché quella del nucleare sarebbe per il verde-rosso di Avs una tecnologia pericolosa, obsoleta e costosissima. È l’evidenza – ha concluso Foti- che ci dice che con il campo largo al governo l’Italia finirebbe in un vicolo cieco e dell’irrilevanza, a differenza di quanto accade sia in ambito nazionale che in quello europeo con il centrodestra al governo”.