Anche Gelmini molla Calenda: incompatibile col campo largo. I renziani brindano alla “disgregAzione”

17 Set 2024 18:31 - di Luigi Albano
Calenda Gelmini

Dopo l’addio di Costa del giorno precedente, anche Maria Stella Gelmini dice addio a Calenda. “Il mio percorso in Azione si conclude oggi. Ho avuto con Carlo Calenda un confronto sereno e leale e per quanto mi riguarda la stima e la gratitudine nei suoi confronti restano immutati, ma le scelte politiche del movimento a cui ho aderito con entusiasmo due anni fa vanno in una direzione che non posso condividere perché significativamente diversa da quella originaria”. Queste le parole della senatrice Gelmini che in Azione aveva il ruolo di portavoce.

Gelmini verso Lupi, occhi puntati su Mara Carfagna

Per ora la senatrice si iscriverà al Misto di palazzo Madama, poi si vedrà ma i rumors sempre più insistenti assicurano che approderà a ‘Noi Moderati’, la formazione politica di centrodestra che sostiene il governo Meloni ed è guidata da Maurizio Lupi. Entrata in Azione due anni fa dopo aver lasciato Forza Italia, in dissenso con la scelta dei senatori azzurri di non partecipare al voto di fiducia pro governo Draghi, Gelmini ha iniziato a manifestare la sua insofferenza verso la linea di Calenda di fronte all’ipotesi di un’alleanza organica con il centrosinistra.

“Il mio disagio di questi mesi è noto e – ha spiegato Gelmini – la decisione di entrare nel campo largo in un’alleanza che comprende il Movimento 5 Stelle e la sinistra di Bonelli e Fratoianni nelle tre regioni che andranno al voto in autunno, mi costringe a prendere atto con rammarico che non posso rimanere. Anche perché non provengo dalla sinistra e non intendo aderirvi adesso: ero e resto una moderata popolare e continuerò con linearità le medesime battaglie”. In Senato, Azione resta dunque con appena tre eletti.

Sconfessato Calenda, che domenica garantiva: Gelmini non va via da Azione

Domenica scorsa, lo stesso Calenda intervistato da Maria Latella a Radio 24 aveva assicurato: “Maria Stella Gelmini non va via da Azione, abbiamo un incontro martedì, ma che io ne sappia non va via, ci sono soltanto state tensioni per la scelta dei candidati in Liguria”.

Lunedì 16 settembre era stato il deputato Enrico Costa a sbattere la porta ufficializzando quanto anticipato già da tempo: via da Azione con il ritorno in Forza Italia. Anche per Costa stessa motivazione politica: “l’incompatibilità totale” con il “campo largo”. Gli occhi dei notisti politici sono ora puntati su Mara Carfagna, anche lei data con un piede sull’uscio.

I fratelli coltelli renziani: è DisgregAzione

La crisi del partito di Calenda (anche in realtà locali come a Roma) viene commentata a caldo dai fratelli coltelli renziani. “La disegregAzione di Azione – dal consiglio comunale di Roma al Senato – è la dimostrazione di come Carlo Calenda abbia distrutto un capitale politico straordinario non per cattiveria ma per totale, incredibile, evidente incapacità politica. Calenda è un tecnico: può fare il capo di gabinetto, non il capo politico”, ha ironizzato su X Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva.  

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