Attentato a Trump, lui non molla: “Felice di essere vivo”. S’indaga per tentato omicidio: ecco chi è l’arrestato

16 Set 2024 13:49 - di Lorenza Mariani
attentato Trump

Attentato a Trump, dopo la paura e la solidarietà del mondo (di tutti tranne che della giornalista Claudia Fusani), la parola passa agli inquirenti. Il procuratore generale della Contea di Palm Beach ha avviato «un’indagine per tentato omicidio» in relazione all'”incidente di sicurezza” che ha coinvolto l’ex presidente degli Stati Uniti mentre era nel suo campo da golf in Florida. Donald Trump stava giocando a golf nel suo campo di West Palm beach, Florida, quando il secret service che lo scortava ha notato la canna di un fucile che usciva da un cespuglio vicino a una buca del percorso dove Trump sarebbe dovuto andare da lì a poco.

Attentato a Trump: i particolari sull’agguato

Non solo. L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump – emerge oggi dal punto stampa d’oltreoceano sulla vicenda – era «a 300-500 metri» dall’uomo armato di fucile. «Un’arma che poteva sparare a lunga distanza», hanno affermato le autorità nel corso della conferenza. Sottolineando chiaramente che «con un fucile e un mirino del genere, la distanza non è poi così lunga». Fortunatamente, però, l’agente del secret service che ha notato l’arma spuntare da un cespuglio è intervenuto. Ma l’uomo poi è riuscito a fuggire, salendo nel suo Suv Nissan nero, dileguandosi nel buio. Ma non per molto però. Anche perché la prontezza di un testimone che ha fotografato la targa dell’auto che si allontanava dal campo di golf, ha fatto la differenza. Portando all’arresto del sospettato numero uno.

Il testimone chiave che ha portato al fermo del sospettato arrestato

In quei drammatici istanti, infatti, una persona è riuscita a vedere il sospetto mentre saliva di corsa sull’auto ed ha dato subito il numero di targa alle autorità. Così la polizia e l’Fbi lo hanno fermato in autostrada e arrestato. Al momento dell’arresto, il 58enne non ha opposto resistenza e non era armato. Tra le siepi dove si era appostato sono stati recuperati un’arma “di tipo AK-47”. Il fucile che è stato trovato aveva il telescopio e la distanza in quel momento in cui si trovava Trump era abbastanza vicina per essere colpito.

La corsa al Suv e la fuga di breve durata: il testimone ha fotografato la targa dell’auto

Sul particolare che ha portato al fermo del sospetto lo sceriffo della contea di Palm Beech, Ric Bradshaw, ha confermato che un testimone ha visto il sospettato scappare dai cespugli e ha scattato una foto del suo veicolo che ha portato poi gli agenti all’arresto. «Un testimone è venuto da noi e ha detto, “Ehi, ho visto il tizio uscire di corsa dai cespugli, è saltato su una Nissan nera e ho scattato una foto del veicolo e della targa”. Il che è stato fantastico», ha  sottolineato Bradshaw. A quel punto, le autorità sono riuscite a ottenere un riscontro sul veicolo e hanno allertato l’ufficio dello sceriffo della contea di Martin, che ha arrestato il sospettato. Il testimone è stato quindi in grado di identificare l’uomo.

Ecco chi è il sospettato fermato: il 58enne Ryan Wesley Routh

E così in queste ore di terrore e indagini, mentre l’ex presidente americano in corsa per un nuovo mandato, impegnato nella sfida elettorale a stelle e strisce contro Kamala Harris, rassicura tutti: non solo sulla sua incolumità. Ma anche sulla determinazione ad andare avanti più deciso che mai – «sto bene e non mi arrenderò mai», ha dichiarato il tycoon – i media statunitensi fanno a gara per delineare il profilo del suo ultimo attentatore. Il più particolareggiato possibile… Dunque, partiamo dall’identità del sospetto: l’uomo armato al club di golf in cui stava giocando Donald Trump è stato identificato come Ryan Wesley Routh, di 58 anni.

Un deluso diventato un lupo solitario?

Una sorta di lupo solitario, non nuovo a guai con la giustizia. Di più. Un curriculum vitae, il suo, che vanta una lunga serie di precedenti penali. Così, dalla Cnn a Fox News, abbondano i ritratti dell’uomo, già condannato nel 2022 perché in possesso di una mitragliatrice… Routh, all’epoca 36enne, era stato inseguito dalla polizia prima di barricarsi all’interno di un’attività commerciale a Greensboro, nella Carolina del Nord. Il resoconto del precedente lo aveva pubblicato il Greensboro News & Record. Un amante delle armi come tanti, insomma. Ma anche un evasore come pochi, a quanto pare. A quanto risulta alle fonti citate, infatti, cui era stato anche ordinato di pagare decine di migliaia di dollari ai querelanti in cause civili, e che l’uomo è accusato dalle autorità statali e federali di non aver pagato le tasse in tempo.

Non solo la politica: dalle armi ai beni rubati, oltre 100 i reati contestati a Routh

Non solo. Nella fedina penale di Routh, confermata dai registri del tribunale di Greensboro, ci sono anche condanne per aver nascosto un’arma. Per possesso di beni rubati. E per omissione di soccorso. Confermati anche reati minori come resistenza a pubblico ufficiale e guida con patente sospesa, per i quali l’imputato è stato condannato, beneficiando della sospensione della pena, sottoposto a libertà vigilata. L’Nbc cita ancora i verbali del tribunale per spiegare che sono oltre cento i reati contestati a Routh in Carolina del Nord, la maggior parte nella contea di Guilford, che si trova sotto Greensboro.

Accuse e sentenze sull’uomo sospettato di aver ordito l’attentato a Trump

Sempre tramite il tribunale è emerso che una persona di nome Ryan Routh ha divorziato del 2003. Risultano inoltre varie sentenze civili emesse dopo che appaltatori e privati ​​avevano fatto causa a un’azienda che lui stesso aveva contribuito a gestire. L’anno scorso Routh ha dichiarato alla rivista Semafor di essere stato direttore di un gruppo chiamato International Volunteer Center, nell’ambito dei suoi tentativi di sostenere la guerra dell’Ucraina contro la Russia.

Il profilo e la lunga lista di precedenti penali

Il suo account di Linkedin rivela che ha frequentato la North Carolina Agricultural and Technical State University e che si è trasferito alle Hawaii nel 2018. Sui social Routh aveva pubblicato post sulla guerra in Ucraina, tentando di reclutare soldati per la causa, fa sapere la Cnn. E non è l’unica “sytranbezza”, se così vogliamo definirla, relativa al personaggio. Da quanto emerge al momento, sembra infatti che l’uomo in custodia con il sospetto di aver tentato di sparare all’ex presidente americano abbia votato proprio per Donald Trump nel 2016.

Dal cambio di fronte ai sospetti sull’attentato a Trump al Golf Club

Ma poi, quattro anni dopo, il repentino cambio di fronte. Routh si era detto «deluso» dal presidente americano. Come ricorda Sky News allora, nel giugno del 2020 Ryan Wesley Routh aveva scritto sui social media: «Eri la mia scelta nel 2016. Io e il mondo speravamo che il presidente Trump sarebbe stato diverso e migliore. Ma siamo rimasti tutti molto delusi. E sembra che tu stia peggiorando. E regredendo». Infine, rivolgendosi a Trump, nel post aveva aggiunto: «Sarò felice quando te ne sarai andato». Parole che, alla luce dei fatti, suonano inquietanti. Dichiarazioni, nel corso del tempo, seguite da inquietanti azioni concrete?

Attentato a Trump, il sostegno del presunto attentatore ai democratici

A quanto ricostruito dai media americani, infatti, sembra che a marzo di quest’anno Routh avesse votato alle primarie democratiche della Carolina del Nord. Dai registri risulta inoltre che abbia donato più di cento dollari ad ActBlue, che elabora le donazioni per i democratici. Come dimostrano i registri finanziari delle campagne federali. Poi, evidentemente, la decisione di agire in maniera più diretta e concreta: armarsi il pugno e mettere in atto quello l’Fbi ha cautelativamente definito «un apparente tentativo di assassinio».

 

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