Bonelli, da garantista a forcaiolo: l’involuzione del verde che fa politica andando in procura

5 Set 2024 13:03 - di Mario Campanella
Bonelli

Angelo Bonelli, deputato e portavoce dei Verdi,  ha depositato in procura un esposto contro il ministro Gennaro Sangiuliano. Visto così è un atto quasi banale, ma che trasforma la lotta politica in vicenda giudiziaria. E che racconta l’involuzione di un uomo che da giovane aveva dato segni di coraggio e di garantismo e che oggi si abbandona a uno sciacallaggio che sembra essere disegnato da Piliph Roth. E non è la prima volta che l’Angelo verde va in procura per fatti politici.

Bonelli: dalla firma pro Fioravanti-Mambro al giustizialismo sfrenato

Angelo Bonelli è sempre stato un militante verde. E nel 1995 ha fatto il primo 13 della sua vita, venendo eletto consigliere regionale in una lista civica che appoggiava Piero Badaloni. L’anno dopo, in consiglio, Angelo fu tra i promotori di una mozione del comitato, “E se fossero innocenti?”, composto da autorevole personalità di sinistra e dedicato a Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. I fautori di quel comitato, nel quale c’era gente come Furio Colombo e Giacomo Mancini, sostenevano l’innocenza dei due ex Nar nella strage di Bologna. E Bonelli appoggiò senza paura quella battaglia.

Il Consiglio regionale del Lazio approvò all’unanimità una mozione, firmata anche da Bonelli, in cui si chiedeva che “La Commissione Parlamentare di inchiesta sulle stragi dia luogo alle necessarie audizioni per acquisire le dichiarazioni dei testimoni a difesa di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, che non sono stati ammessi nel dibattito processuale; che esamini con una ulteriore serie di audizioni tutti gli elementi di contraddizione dell’impianto accusatorio che ha portato alle condanne di Mambro e Fioravanti, partendo dalle motivate obiezioni proposte dal comitato. E se fossero innocenti?; e di riesaminare tutti gli elementi di collegamento che sussistono tra la strage di Ustica e quella di Bologna”. Passeranno 27 anni e il nuovo Bonelli, diventato deputato e parte organica di Avs, si rimangerà tutto, chiedendo le dimissioni del portavoce di Rocca, De Angelis; e ribadendo stavolta la colpevolezza dei due ex terroristi.

Garantista per le occupazioni abusive e la droga , forcaiolo per il gossip

Bonelli è una sorta di radicale a fasi alterne dato in prestito ad Avs. E in questo, oggettivamente, Fratoianni può dargli lezioni di coerenza, perché almeno mantiene sempre la stessa linea. Si schiera con la Salis sulle occupazioni abusive, invoca periodicamente la liberalizzazione di tutte le droghe, (mentre il consumo arriva a percentuali esorbitanti e i ragazzini muoiono di overdose sulle strade) ma poi si reca in procura a denunciare in sostanza un gossip. Compiendo quel salto di qualità tipico di chi abbatte il vecchio muro edificato da Pietro Nenni negli anni Sessanta: “Si attaccano le idee e non le persone”. E già in procura c’era stato dopo la tragedia di Cutro, denunciando il governo di ogni possibile nefandezza.

Eppure, il suo esposto contro Sangiuliano non è un atto sciocco o impulsivo, anzi. E’ semmai la trasposizione di una summa leninista-maoista: “Attacca l’avversario, il nemico, là dove puoi, senza cedere al momento propizio, con le armi della rivoluzione e attacca per abbatterlo”.

Un puro che troverà qualcuno più puro di lui

Bonelli, che a Montecitorio c’era stato solo nella mini legislatura del 2006, ha costruito un’alleanza con la sinistra italiana tutta tesa a recuperare i voti delle estreme, anche se i voti, onestamente, li porta Fratoianni. Da Lucano alla Salis, i principali protagonisti delle elezioni europee provengono da Si. Angelo, però, ha l’obiettivo di consolidare il risultato e di diventare, progressivamente, l’alleato più affidabile della Schlein. Per fare questo ha mandato all’aria ogni principio politico, prestandosi al gioco di una comunicazione offensiva e spericolata. Ieri chiedeva le dimissioni di Santanché, oggi denuncia Sangiuliano, domani alzerà ancora il tiro se necessario. Rischiando, proprio come diceva il buon Nenni a proposito dei compagni del Pci, di essere, “un puro, cosi puro, che prima o poi troverà qualcuno più puro di lui che lo epurerà”.

 

 

 

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