Campidoglio rosso, la sinistra non fa parlare in Aula Nicola Franco e grida al blitz fascista

6 Set 2024 19:07 - di Elsa Corsini

Bagarre, espulsioni, parapiglia. L’austera Aula Giulio Cesare, sede dell’Assemblea capitolina, è stata protagonista di una pessima pagina di democrazia. Sottotitolo: bavaglio a un esponente delle istituzioni perché di centrodestra. L’ennesima sceneggiata della sinistra accecata di ideologismo che, di fronte all’allarme-personale denunciato dal Sesto municipio-Le Torri, l’unico a Roma guidato dal centrodestra, toglie la parola in Aula al presidente Nicola Franco. Il minisindaco del Sesto municipio era atteso in Campidoglio per portare all’attenzione dell’assemblea il ‘dramma’ della carenza di personale che ha messo in seria difficoltà il lavoro degli assessori. Ma al momento dell’intervento la presidente del Consiglio, la grillina Svetlana Celli, gli ha negato la parole perché – ha detto – “contraria ai regolamenti”.

Campidoglio, negata la parola a Nicola Franco

Un gesto provocatorio (tanto più è residente nel VI municipio e più volte è stata audita dal consiglio) che non è andato giù agli assessori municipali presenti. Dopo diversi rifiuti della Celli, coadiuvata dai consiglieri dem, si sono sollevate le proteste della delegazione del Sesto municipio. Uno dei consiglieri municipali, Emanuele Licopodio, ha superato il cordone che divide il pubblico dai consiglieri  chiedendo, a gran voce, di dare la parola a Franco. Risultato? I vigili urbani hanno accompagnato fuori Licopodio, espulso dalla Celli. Neanche a dirlo il Pd ha intonato la solita narrazione del “pericolo nero”. parlando di  “squadrismo fascista” di “urla e atteggiamenti aggressivi”, di violenti che si sono scagliati improvvisamente contro il banco della presidenza. Tanti i messaggi di solidarietà alla delegazione del VI Municipio dalle file del centrodestra (FdI e Lega).

Franco: episodio gravissimo, ferita alla democrazia

“Ho atteso un po’ prima di dire la mia sui fatti accaduti questa mattina in Campidoglio”, dice Franco molte ore dopo il fattaccio. “Ma a fronte dei comunicati stampa vergognosi del Pd non si può rimanere in silenzio. Soprattutto quando si tenta di infangare i cittadini del Municipio Roma VI delle Torri e le figure istituzionali che gli stessi hanno scelto per salvare un territorio che proprio la sinistra ci ha consegnato in condizioni disastrose”. Franco sottolinea di aver avuto assicurazioni sulla possibilità di un suo intervento  intorno alle ore 11,30-12 per parlare della grave carenza di personale del mio municipio. “Non l’ho mai raccontato, perché non amo piangermi addosso e sono abituato ad affrontare di petto i problemi per trovare la soluzione, ma neanche una settimana dopo il mio insediamento molti dei dipendenti del Municipio sono ” scappati ” per andare nelle segreterie politiche del Comune. Vince la Destra e chi fa politica scappa per andare sotto l’ ala protettiva dei suoi sodali”. A questo si è aggiunto lo spostamento “coattivo ” di altri dipendenti per andare in Dipartimenti , uffici di scopo creati dal sindaco Gualtieri. Uno svuotamento  sistematico che ha rallentato un Municipio che comunque , grazie a dipendenti modello, non si è fermato.

A rischio i servizi ai cittadini

“Nel consiglio di giugno – continua Franco – alla presenza dell’assessore al personale, siamo stati chiari. Ma più di noi i rappresentanti sindacali e i dipendenti. Se continua così il Municipio non sarà più in grado di garantire i servizi ai cittadini. Da giugno ad oggi nessun segnale da parte del Comune e situazione sempre più critica”. Franco è ancora più amareggiato perché a impedirgli di parlare è stata la presidente dell’assemblea capitolina che è nata e vive nel Sesto municipio. Aggressioni verbali? Violenze? “Chi c’era ha visto tutto. Personalmente sono sempre rimasto in silenzio, in un angolo e nessuna parola a voce alta è mai uscita dalla mia bocca. Ero talmente deluso e dispiaciuto che ho assistito sbalordito a quanto stava accadendo. Impedire a un presidente di Municipio, delegato del sindaco di Roma, di parlare in Aula è una cosa, questa sì, veramente grave”.

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