Centenario di Latina, Pedrizzi: “L’occasione per ricordare in modo bipartisan anche la sua storia”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Non posso che condividere il messaggio del senatore Calandrini sul Centenario di Latina, divulgato nei giorni scorsi sui giornali, da festeggiare nel 2032 insieme, dal primo all’ultimo cittadino: un evento per la comunità, tutta, per la sua gente, anche in ricordo di chi non c’è più, senza steccati ideologici, senza contrapposizioni politiche. La legge approvata con spirito bipartisan va interpretata con metodo condiviso, come sottolineato dall’artefice della stessa, ma aggiungo un altro elemento: anche la storia di questa città va celebrata tutta, nel segno di una memoria comune. Perché i cent’anni di Latina segnano una tappa, non l’ultima per importanza, di un percorso che come per ogni essere umano inizia con il primo vagito, la nascita, per poi segnare momenti indimenticabili che restano impressi nella memoria: il primo giorno di scuola, l’esame, il primo amore, un matrimonio, un figlio, una promozione, una vittoria personale, un incontro inatteso.
Come per l’animo sensibile di un uomo, sul cui volto si leggono i segni delle tappe belle e brutte della vita, anche una città “giovane”, la più giovane d’Italia, come Latina, va raccontata tutta e senza trascurare i suoi tanti momenti di crescita, come quelli di stop, le ripartenze, le delusioni, le speranze. Chi come me è diventato un cittadino di Latina per aver trascorso qui i miei anni più lunghi e belli della vita, sa che il territorio e la comunità hanno saputo muoversi sempre nel segno della solidarietà e della condivisione, sentendosi parte di una storia unica, che parte da lontano, che sa di identità, di valori, di civiltà.
Latina è una grande comunità dalle profonde radici storiche e culturali che si sta proiettando nel modo migliore anche nel futuro, grazie alle sinergie tra istituzioni, imprese e cittadini. Le celebrazioni del suo Centenario saranno il doveroso riflettore acceso sul passato ma anche sul presente di questa città che merita la ribalta nazionale con grandi eventi e che rappresenta il baricentro dello sviluppo per tutto l’Agropontino. La ripresa economica e sociale del Paese deve sbocciare dalle realtà locali, nelle quali seminare il germe della convivenza, della socialità, della memoria e della capacità di investimento sui giovani, sul lavoro e sull’iniziativa imprenditoriale, come negli ultimi anni sta accadendo alla nostra amata Latina.
Tra le iniziative da mettere in cantiere, in vista del Centenario, mi permetto di segnalare ancora una volta la riproposizione del ‘Premio Nazionale del libro Tascabile’ che l’Amministrazione comunale aveva promosso negli Anni 80 con grande successo, premiando libri di narrativa e saggistica con particolare formato: sarebbe un riflettore importantissimo per le attività culturali della città grazie al prestigio e al parterre di intellettuali che ne avevano decretato il successo. Un premio, creato dall’allora sindaco di Latina, Nino Corona, che ebbe grande risonanza e vide comporre la giuria, oltre che il sottoscritto, con la presidenza onoraria attribuita al senatore a vita Giulio Andreotti, nomi come: Marcello Veneziani, Franco Cardini, Marco Staderini, Angelo Panebianco, Ernesto Galli della Loggia, Francobaldo Chiocci, Domenico De Masi e tanti altri personaggi noti del giornalismo e della letteratura. Ripartire dalla cultura, per celebrare Latina nella cultura, è il primo passo da compiere subito.
Inoltre voglio riconfermare che personalmente sarò in campo in prima persona per attirare qui e sugli eventi messi in cantiere, energie economiche, bancarie, sociali e produttive di livello nazionale per far sì che non ci si limiti a iniziative di pura celebrazione storica, ma che tutti i progetti si trasformino in volano di sviluppo per il territorio e in capacità di programmazione, per i prossimi cento anni, di una visione moderna di Latina da affidare alle nuove generazioni.
- Presidente Nazionale del Comitato Scientifico dell’Ucid (Unione Cristiana imprenditori e dirigenti)