Cernobbio, Meloni, il grazie a Sangiuliano: ha fatto un ottimo lavoro. Boccia? Idee opposte su come le donne devono guadagnare spazio
A Cernobbio è stato il giorno di Giorgia Meloni. Ed è stato anche il giorno in cui, finalmente, ha trovato voce quella larghissima parte di opinione pubblica che del gossip non sa che farsene. “Basta!”, ha tuonato la platea di imprenditori, quando il direttore del Corriere Lucio Fontana, che conduceva il colloquio con il premier, le ha rivolto la seconda domanda sul caso Sangiuliano, con particolare riferimento a Maria Rosaria Boccia. Più tardi, Emma Marcegaglia, ha spiegato che “la platea voleva sentire parlare di green deal, di geopolitica, di problemi italiani e di come affrontare i temi generali. Per questo – ha detto – alla seconda domanda c’è stato un basta”. Meloni non ha deluso le aspettative.
Anche gli imprenditori dicono “basta” al gossip
Il premier, che pure ha risposto a tutte le domande, ringraziando nuovamente il ministro Sangiuliano per i notevoli risultati raggiunti al ministero e chiarendo rapidamente quale che la sua idea di “come una donna deve guadagnarsi uno spazio nella società”, ha affrontato tutti i maggiori temi dell’agenda politica ed economica. Ha rivendicato i risultati economici raggiunti fin qui dal governo; ha ribadito che il governo continuerà a mantenere quella linea di responsabilità che ha consentito di convogliare le poche risorse a disposizione sugli obiettivi di crescita e sostegno alle famiglie; ha ricordato che la stabilità dei governi è una questione anch’essa economica oltre che politica e che lei ha intenzione di arrivare a fine legislatura.
Meloni conquista la platea di Cernobbio
“Ci sono pochi soldi? Non si possono buttare. Abbastanza facile”, ha detto il premier, spiegando che “le priorità che danno il moltiplicatore maggiore per me erano aziende che assumono, salari, difesa del potere d’acquisto delle famiglie, salute dei cittadini e natalità. Noi abbiamo messo le risorse, poche, su questo. Ha funzionato? Pare che un po’ funzioni e quindi io penso che banalmente vada seguita questa strategia”.
“La situazione economica – ha proseguito – chiaramente non è facile, le risorse a disposizione non sono molte, ma penso che faccia la differenza come vengono utilizzate”. “La cosa che mi rende più fiera di questi due anni di lavoro – ha quindi rivendicato il premier – sono i risultati economici in un contesto impossibile, nel quale l’Italia sempre considerata un anello debole si considerava forse che sarebbe stata la prima a perire e invece vediamo l’Italia risalire molte classifiche”.
L’orgoglio per i risultati economici conseguiti
Meloni ha ricordato “il Pil che cresce più della media europea e più di altre grandi nazioni dell’Europa occidentale, i dati sull’occupazione che sono molto importanti e poco raccontati. Abbiamo il numero di occupati più alti della storia d’Italia e il tasso occupazione più basso da 2008, il tasso di occupazione femminile più altro di sempre, aumento dei contratti di lavoro stabili e diminuzione del precariato, nel 2023 siamo stati la quarta nazione esportatrice al mondo, cosa che non era mai accaduta”. “Fidatevi dei nostri risultati”, è stato l’invito del premier alla platea, che più volte l’ha applaudita e alla quale ha anche ribadito il ruolo che l’Italia può e deve avere in Europa e nello scacchiere internazionale e come, anche su questo terreno, ogni scelta del suo governo sia compiuta nella logica dell’interesse nazionale.
L’incontro con Zelensky
Il premier ha parlato del ruolo che il Paese è pronto ad assumere grazie alla vicepresidenza esecutiva che Raffaele Fitto potrebbe rivestire da qui a breve nella Commissione europea e si è a lungo soffermata sul tema dell’Ucraina. Prima del panel, Meloni aveva avuto un bilaterale con il presidente Volodymyr Zelensky. “Penso che sull’Ucraina, su cui io non ho mai cambiato idea, non dobbiamo mollare”, ha detto, ricordando la centralità che la presidenza italiana del G7 attribuisce al tema del raggiungimento di una pace giusta e duratura. Particolare attenzione è stata dedicata, infine, al tema della ricostruzione, anche in vista dello svolgimento nel 2025 in Italia della prossima Ukraine Recovery Conference.
Il ringraziamento a Sangiuliano per “l’ottimo lavoro fatto”
Anche le domande sul “gossip”, comunque, per Meloni sono state l’occasione per chiarire alcuni passaggi. “Le mie settimane sono tutte abbastanza difficili e spesso devo dire anche, magari non è questo il caso, che quello che mi preoccupa non è quello che preoccupa nel dibattito generale”, ha detto, incassando il primo applauso della platea, e chiarendo che non saranno questo tipo di attacchi a indebolire l’esecutivo. “Come si dice – ha spiegato – “è morto il re, viva il re”. Si è dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo”. “Io ero già al Quirinale a firmare la nomina del nuovo ministro, perché intendo fare bene il mio lavoro fino a fine legislatura e penso anche che gli italiani capiscono un certo doppiopesismo”, ha proseguito, facendo riferimento alla “sproporzione” di attenzione mediatica tra la “vicenda privata del ministro” e “un’inchiesta che ha portato avanti la Procura di Perugia e che racconta di funzionari dello Stato che per anni hanno fatto centinaia di migliaia di accessi illegali a banche dati nazionali ragionevolmente ricattare la gente”.
L’avvertimento a chi spera nella spallata: “Intendo fare bene il mio lavoro fino a fine legislatura”
Il governo, ha ribadito infine la premier sulla vicenda Sangiuliano, “ha fatto quello che doveva fare. E per me è molto importante che il governo mantenga la sua autorevolezza”. Infine, Meloni ha chiosato sul punto con l’augurio “che si possa andare avanti e che il nuovo ministro Alessandro Giuli possa continuare bene l’ottimo lavoro fatto da Gennaro Sangiuliano”. Quanto alle esternazioni di Boccia, la risposta di Meloni a Fontana è stata che “non credo di dovermi mettere a battibeccare con questa persona, lo dico per le tante donne che hanno guardato a questa vicenda come me. La mia idea su come una donna deve guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposta da quella di questa persona”. Fine della storia, si torna a parlare di politica. Tra gli applausi degli imprenditori.