Conte strapazza Grillo alla festa del Fatto: “Non accetterò mai un soprelevato sulla comunità”
“Non accetterò mai un soggetto soprelevato sulla comunità, io non potrei esserci”. Giuseppe Conte alla festa del Fatto quotidiano riaccende la miccia e detta le condizioni. La lite tra il comico fondatore e l’ex premier si conferma un cul de sac per entrambi. Se Beppe spara a zero dal suo blog, l’avvocato approfitta della kermesse del foglio di Travaglio, da sempre vicino ai 5Stelle, per alzare la posta. “Non è questione Grillo-Conte, ma una questione Grillo-comunità che vuole discutere. È un principio politico e giuridico. Io non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto sopraelevato rispetto alla comunità stessa. È un principio antidemocratico. Se passa questo principio – e non vedo come possa passare – io non potrei esserci”.
Conte spara su Grillo: non accetto sopraelevati
Carte bollate e scissioni a parte, l’ex premier vuole mettere alla porta l’Elevato, così si è autodefinito Grillo. “Non ci siamo più sentiti, né mi ha chiamato. Evidentemente deve andare così”, dice e allontana le voci di una scissione, “è una prospettiva a cui noi non abbiamo mai pensato, neppure immaginata. Sarebbe la massima contraddizione del M5s”. Che fare? Il leader i5Stelle, accusato di tradimento dai grillini della prima ora, immagina un garante ridotto a un mero ruolo di testimonianza. Ma sa bene che, per evitare battaglie legali e spaccature, dovrà concedere qualcosa a Grillo. Magari limitando le deroghe alla regola dei due mandati a un terzo giro nei consigli regionali. Per il momento, però, è ancora scontro.
“Non ci siamo più sentiti, ma niente scissione”
“In passato sono stato accusato da Grillo stesso di essere un leguleio. Gli avvocati se ne occuperanno, io sono qui a fare il leader di una comunità politica. Ci sono avvocati, ma sono tranquillissimo”. Poi rincara la dose: “L’impegno a non sollevare contestazioni su simbolo e altro è nero su bianco e il garante dovrebbe rispettare un impegno contrattuale», insiste ancora Conte. Il riferimento è a possibili contestazioni del comico sulla titolarità di nome e simbolo del M5s. Ma nel mirino dell’ex avvocato del popolo non c’è solo l’Elevato. Fuori casa c’è Matteo Renzi. Il Pd è avvisato.
L’avviso al Pd: o me o Renzi
“O me o lui, di nuovo. Non potremmo mai lavorare con Renzi, non potremmo mai costruire un progetto con Renzi». Ne ha parlato con Schlein? «Avremo modo di parlarne sicuramente ma siamo all’inizio di un percorso”, risponde Conte che poi va sul personale. “Renzi è votato al campo degli affari, sta facendo affari in tutto il mondo. Ora si sta ingegnando a entrare nella partita del litio, bravissimo, vale tanto. Ma che c’entra con la politica?”. Immediata la replica del leader di Italia Viva. “Addirittura il litio? Evidentemente Conte non sta benissimo, questa polemica con Grillo lo sta provando: appena sta meglio, lo invito a un confronto pubblico in streaming, scelga lui se in Tv o in Tribunale”.