Corsa contro tempo e meteo per i 4 alpinisti dispersi sul Monte Bianco. L’Sos: “Venite, rischiamo di morire congelati”

9 Set 2024 13:45 - di Prisca Righetti
alpinisti dispersi Monte Bianco

Una corsa contro il tempo e un corpo a corpo con condizioni meteo estreme imprigionati a oltre 4500 metri di quota sul versante francese del massiccio del Monte Bianco. Si tratta di due cordate distinte: i quattro alpinisti dispersi, due italiani e due coreani, sono da sabato pomeriggio (7 settembre ndr) appesi a un filo di speranza e a operazioni di salvataggio che il maltempo rende difficili e quanto tentato finora vano. Anche un nuovo tentativo esperito da parte dei soccorritori per raggiungere i quattro scalatori dispersi purtroppo è stato annullato a causa delle condizioni meteo avverse e per garantire l’incolumità dei soccorritori. L’intervento sarà possibile non appena le condizioni meteo lo consentiranno, fa sapere il Soccorso Alpino valdostano che, nel frattempo, è in costante contatto con le famiglie degli alpinisti italiani coinvolti.

Alpinisti dispersi sul Monte Bianco: si attende una tregua meteo

In un primo tentativo di salvataggio effettuato ieri, domenica mattina, i soccorritori hanno tentato di salire in quota a piedi ma hanno dovuto rinunciare per le proibitive condizioni meteo. Due persone molto vicine alla vetta hanno chiamato i soccorsi paventando un possibile rischio di ipotermia. Entrambi i sorvoli in elicottero tentati, prima dal Peloton de haute montagne della gendarmerie di Chamonix (Pghm). E poi dal Soccorso alpino valdostano, non sono andati a buon fine a causa delle condizioni meteo proibitive: nebbia e vento soprattutto. Impossibile dunque procedere anche via terra. Ignota, invece, l’esatta posizione degli alpinisti coreani.

Diversi i tentativi di soccorso andati a vuoto per il maltempo

Ma come anticipato, anche altri due alpinisti risultano in difficoltà sul Mont Blanc du Tacul, lungo la via normale francese: anche in questo caso, però, i soccorritori del Pghm non sono riusciti a raggiungerli. Meglio è andata invece per un terzo intervento sul Monte Bianco: nel tardo pomeriggio di sabato una squadra del Soccorso alpino valdostano e della Guardia di Finanza di Entrèves hanno recuperato a piedi due alpinisti svizzeri illesi, che erano rimasti bloccati sulla parete Sud del Dente del Gigante.

Il salvataggio di due alpinisti svizzeri

Il tentativo aereo effettuato prima però non era andato a buon fine: l’elicottero aveva infatti provato a raggiungerli ma, causa maltempo, era dovuto tornare indietro. Così come, rende noto il sito di Rainews 24, è andata bene anche ad altri due alpinisti che si erano persi in Valtournenche, sulla punta Cian, a 3.320 metri. Una squadra del Soccorso alpino valdostano ha potuto intercettarli e recuperarli, riuscendo a riportarli a valle illesi.

Chi sono i due alpinisti italiani dispersi da sabato sul Monte Bianco

Le notizie si fermano dunque, a un primo tentativo dei soccorritori francesi che aveva avuto esito negativo. Aggiornate poi alla chiamata al Soccorso alpino valdostano (Sav) che, anche in questo caso, non ha potuto culminare in un intervento risolutivo: il maltempo in alta quota ha reso impossibile la riuscita della missione in elicottero. E si spera in una inversione di rotta meteo e in un nuovo blitz dei soccorsi in grado di riportare a valle, in salvo, gli italiani dispersi: due quarantenni, un uomo lombardo e una donna ligure, partiti nella notte tra venerdì e sabato dal rifugio des Cosmiques per seguire una delle vie “normali” che portano alla vetta.

L’sos: «Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di morire congelati»

L’allarme è scattato sabato, con la chiamata ai soccorsi dopo che i due erano rimasti bloccati in quota sul versante francese del Monte Bianco, durante la discesa dalla cima, a causa della nebbia e delle condizioni meteo estreme. «Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di morire congelati» avevano detto ai soccorritori. I due alpinisti erano caduti in un crepaccio ma erano riusciti a uscire. Ad oggi le ricerche continuano e le speranze si affidano a nuovi interventi, che ci si augura possibili e risolutivi.

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