Draghi a Strasburgo sfida Francia e Germania: “All’Europa serve un debito comune, a rischio c’è la libertà”
“Siamo tutti ansiosi per il futuro dell’Europa. Nel tempo diventeremo inesorabilmente meno sicuri e meno prosperi, quindi meno liberi di decidere del nostro destino. Il rapporto non riguarda solo la competitività, ma il futuro dell’Europa”, ha detto l’ex presidente della Bce Mario Draghi, presentando il suo rapporto sul futuro della competitività dell’Europa agli eurodeputati, a Strasburgo.
Draghi e gli obiettivi della Ue
“E’ necessario realizzare gli obiettivi che sono critici per la nostra futura competitività e che e sottolineiamo che abbiamo già concordato tutti su questi obiettivi. Quindi se ci si oppone alla costruzione di un vero mercato unico, all’integrazione del mercato dei capitali e all’emissione di debito, ci si oppone ai nostri nuovi obiettivi”, ha aggiunto, presentando il suo Rapporto sul futuro della competitività europea alla plenaria. Un messaggio ai paesi “forti”, Francia e Germania, con meno debito pubblico.
Per raggiungere gli investimenti annuali di cui l’Europa ha bisogno, quantificati in circa 750-800 miliardi di euro ogni anno, “c’è bisogno del completamento dell’Unione dei mercati dei capitali e di un finanziamento comune europeo”. “Storicamente, gli investimenti in Europa sono stati finanziati per circa l’80 per cento privatamente e per il 20 per cento pubblicamente. Abbiamo chiesto al personale della Commissione e del Fondo monetario internazionale (Fmi), di effettuare delle simulazioni per verificare se sia possibile mantenere questa ripartizione per una spinta agli investimenti cosi’ ampia. I risultati mostrano che per finanziare questo volume di investimenti è necessario fare progressi nell’Unione dei mercati dei capitali, in modo che i risparmi privati possano essere incanalati negli investimenti in tutta l’Ue. Ma anche se si mobilitassero i finanziamenti privati, sarebbe comunque necessario il sostegno pubblico”, ha detto.
Il presidente della Bce Mario Draghi, dopo il suo intervento nella plenaria, ha lasciato l’Aula, senza poter replicare agli interventi degli europarlamentari. Un dibattito classico con Draghi, spiegano fonti parlamentari, non era possibile formalmente, perché “non è né commissario europeo, né ministro, né presidente di un Paese”. Quindi si è scelto di “invitarlo come esperto della Commissione Europea a fare una presentazione agli eurodeputati”, cui “segue un dibattito sul tema fra gli eurodeputati soltanto”. Pertanto, Draghi “non può replicare”.
hi è contro debito comune è contro obiettivi europei Strasburgo, 17 set. (LaPresse)
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