Formigli precisa: “Non mi occupo del caso Trocchia-Giudice, non mi riguarda”. Ma risponde a due domande

16 Set 2024 13:34 - di Redazione

Corrado Formigli, in riferimento all’articolo “Caro Formigli, parlaci dell’accusa di molestie sessuali a Trocchia e Giudice. Non esiste solo Acca Larenzia…“, a firma di Luca Maurelli, pubblicato il 12 settembre 2024 sul sito web www.secoloditalia.it, chiede, ai sensi dell’art. 8 Legge Stampa, la pubblicazione del seguente testo di rettifica.

“Nel testo sono riportate circostanze false e diffamatorie, siccome finalizzate a screditarmi, sotto il profilo professionale e personale.
La vicenda giudiziaria che vede indagati, con richiesta di archiviazione opposta, Sara Giudice e Nello Trocchia non ha ad oggetto alcuno stupro, reato mai contestata loro, ma che viene più volte menzionato solo per aggravare un fatto che -stando a quel che si legge nell’articolo- mi avrebbe ‘riguardato’ e che, invece, non mi riguarda affatto.
Non sono stato né sarò mai chiamato a testimoniare, perché nulla ho visto o sentito che possa aiutare le indagini, posto che quella che la stessa interessata ha definito una molestia sessuale sarebbe avvenuta non durante i festeggiamenti, all’interno del locale in cui anch’io mi trovavo, bensì a bordo di un taxi, nelle prime ore del mattino, sicché il riferimento alla mia presenza ed alla possibilità che io venga sentito come teste, insinua nel lettore il sospetto che io sappia qualcosa e non voglia dirla per favorire i due colleghi. Infine, il mio solo incontro con ‘Gaia’, per valutare una sua possibile collaborazione con ‘Piazza Pulita’, risale a mesi prima dell’accaduto e non ha avuto alcun seguito per scelta di ‘Gaia’ che ha preferito accettare un’altra offerta. Quindi non esiste alcun legame tra quell’incontro e quanto accaduto in seguito, diversi mesi dopo e in tutt’altre circostanze”.

Risponde l’autore dell’articolo, Luca Maurelli.

“Gentile Corrado, speravamo che alcune delle domande da noi poste sul caso Trocchia-Giudice trovassero spazio nel corso della puntata di Piazza Pulita, peraltro avendo sollecitato una risposta, dal nostro giornale, con la pubblicazione dell’articolo in questione nel pomeriggio del 12 settembre, quindi con largo anticipo sull’orario di messa in onda. Erano, peraltro, domande innocenti e per nulla accusatorie, e tantomeno diffamatorie, né nei confronti dei diretti interessati – a cui si ribadiva stima e fiducia nell’archiviazione – né tantomeno nei tuoi confronti. Da collega, in altre circostanze, avresti apprezzato la sollecitazione a fare chiarezza in una vicenda che ovviamente – come si evince dall’articolo – non ti riguarda dal punto di vista giudiziario, ma certamente dal punto di vista professionale, affettivo e perfino “politico”, considerato che i due giornalisti in questione, Nello Trocchia e Sara Giudice, hanno preso parte, a titolo diverso, più volte, alla tua trasmissione, con inchieste e opinioni. Ecco perché, tra le questioni a te poste, c’era la richiesta di approfondire quella della presunta “punizione” orchestrata dalla destra – a cui fa esplicito riferimento Sara Giudice, tua redattrice fino a pochi mesi fa – nell’esercizio del suo lavoro di giornalista. “Sapevo che saremmo stati puniti. La notizia potevano darla, ma non in quel modo… I giornali di destra mi hanno voluto punire? Sì, e ne sono orgogliosa”. Sarebbe grave se un’accusa di molestie sessuali fosse la conseguenza di chissà quali “trame” a cui la Giudice fa riferimento: perché non occuparsene, Corrado?
Siamo contenti però che due risposte siano arrivate: tu eri alla festa di Sara Giudice, cosa che non sapevamo, ma anche che la presunta vittima, Gaia, avesse avuto incontri con te per un’eventuale collaborazione. Non c’è colpa, non c’è reato, ma da un giornalista attento come te ci saremmo aspettati qualcosa in più di una pacca sulla spalla agli interessati, in un programma d’inchiesta. Visto che sul caso si è aperto, volente o nolente, un dibattito ‘politico’ che ha coinvolto anche parlamentari di entrambi i fronti, ci siamo chiesti se non fosse interessante che tu ne parlassi e ci dessi qualche notizia per comprendere, e magari per scagionare, i tuoi colleghi e amici. Domande, Corrado, a beneficio anche della denunciante: non come teste (su questo decide la magistratura), ma come giornalista che partecipa, come testimone dotato di particolare curiosità, da cronista, anche nel valutare eventuali presupposti a quello che poi è accaduto dopo, nel taxi.
Infine, la questione dello “stupro”. Questa ipotesi di reato è stata formulata, fino dal primo giorno e fino a questa mattina, da tutte le maggiori testate nazionale (qui citiamo Open, di Enrico Mentana, ma ne troverai abbondanti tracce perfino su siti dedicati espressamente ai giornalisti”): i pochi, se non gli unici, ad abbinare questa parola alla specifica “presunto”, siamo stati noi. I cattivi di destra che fanno troppe domande”. (lm)

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