Il “capolavoro” degli Elkann: tutti in sciopero, giornalisti di “Repubblica” e operai di “Stellantis”
“Non vendiamo l’anima al diavolo”, è lo slogan. Si scrive diavolo, si legge Elkann. Un tempo i picchetti li facevano fuori alle fabbriche, adesso anche all’esterno dei giornali. La famiglia Elkann è riuscito in un miracolo sociale, un vero capolavoro: unire nella lotta sindacale i colti, gli intellettuali, i borghesi con la penna sotto al naso, con gli operai di studi minori, quelli che arrivano a stento a fine mese e che spesso sono pronti a prendersela con i giornalisti-giornalai, prima ancora che con i padroni. Da oggi, tutti lottano contro lo stesso nemico, sia quelli di “Repubblica” e quelli di “Stellantis“, offesi, umiliati e ingannati dagli eredi degli Agnelli per motivi più o meno diversi, ma che hanno tutti a che fare col futuro…
Loro, i padroni, intanto sono alle prese anche con le accuse di truffa per l’eredità contesa tra Margherita Agnelli e i figli di primo letto, Jhon, Lapo e Ginevra. Oggi sciopera “Repubblica“, contro le vessazioni professionali, a vantaggio degli utili, che i giornalisti denunciano, ma oggi viene annunciato lo sciopero dei lavoratori “Stellantis“, contro i tagli annunciati, le Cigs, gli emolumenti record dei manager, tra cui quel Tavares di cui oggi si ipotizza un siluramento.
Elkann sotto assedio, scioperi e inchieste
Un giorno, anzi, un periodo nerissimo per John Elkann e i suoi colossi, sia quello editoriale che quello dell’automotive, anche se con una sproporzione di numeri. Oggi non è in edicola “Repubblica“, fiore all’occhiello del gruppo italo-francese: sotto accusa, marchette spacciate per articoli e viceversa. Due i giorni di sciopero, dal 25 al 26 settembre. Per protestare, fa sapere il Cdr, contro le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati, che sarebbero avvenuti in occasione dell’evento Italian Tech Week, i tre giorni di masterclass, interviste, incontri e approfondimenti che si apre oggi a Torino. “Da tempo denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale», dice la nota dei giornalisti. “La direzione ha il dovere di apportare ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di Repubblica, tema sul quale nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all’attuale direttore. Ma ci rivolgiamo anche all’editore – e non padrone – di Repubblica affinché abbia profondo rispetto della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale». Infine, ai lettori: “Ci appelliamo infine alle nostre lettrici e ai nostri lettori: questa redazione non ha mai venduto l’anima. E non sarà mai disposta a farlo”.
Anche Stellantis si ferma
I lavoratori di Stellantis e di tutto il settore automotive sciopereranno invece venerdì 18 ottobre. hanno annunciato Fim, Fiom e Uilm, che organizzeranno una manifestazione nazionale a Roma. “Sono indispensabili urgenti interventi sulle scelte strategiche del settore automotive da parte della Ue, mirate politiche industriali da parte del Governo e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica”, dicono Fim, Fiom e Uilm, secondo cui “le drammatiche novità provenienti dalla Germania e dal Belgio, a partire dal gruppo Volkswagen, rischiano di produrre un terremoto”. Un doppio fronte per gli Elkann, anzi triplo, se si considera anche la Procura di Torino…