Il giorno più nero del “campo sfinito”: il fiele delle opposizioni su Fitto è la prova, non possono governare

18 Set 2024 16:24 - di Adriana De Conto
Campo sfinito Fitto

Due sconfitte in due giorni: 16 e 17 settembre 2024, segnatevi le date dei due giorni più neri della sinistra. La nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, dopo due anni di litanie contro il governo Meloni “isolato” in Europa, è stata un cazzotto allo stomaco. Il giorno precedente, l’antimelonismo ossessivo riceveva una doccia gelata dal premier britannico Starmer, laburista, che dichiarava di prendere a modello il protocollo Albania per contenere l’immigrazione. L’uno-due ha annientato le opposizioni che oscillano tra isteria e contraddizioni  fin dalle prime reazioni di fiele alla nomina del vicepresidente esecutivo italiano. Una campo largo trasformatosi in un campo “sfinito”, dilaniato e “straziato” dalla nomina, un successo italiano, un successo strategico. Non la vedono così da quelle parti. La vede male la segretaria Pd Elly Schlein che fa sapere che “a Fitto non faremo sconti”, quando sarà ascoltato in audizione. Nicola Zingaretti non riesce ad emanciparsi dalla dimensione partitica: “Il problema più grande di Fitto è il suo partito, che porta avanti idee anti europee”. Il capodelegazione del Pd a Bruxelles ringhia: Fitto “dovrà chiarire come intende attuare quegli indirizzi in chiave europeista per andare avanti e non indietro”.

Bonelli: “Voteremo contro Fitto”. Le reazioni del “campo sfinito”

“Voteremo contro” è stato l’inno di guerra di Bonelli di Avs: “Fitto non è adatto a svolgere il ruolo”. Forti critiche anche dal Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte afferma che la nomina di fitto è “una contraddizione”. Chiara Appendino è tranchant: “Fitto viene premiato per i suoi fallimenti e diventa commissario in Europa”. Negativi gli eurodeputati 5 Stelle: “C’è poco da festeggiare perché la vicepresidenza di Fitto ha una delega minore, Coesione e Riforme, che prima era del Portogallo, mentre perdiamo l’Economia. Altro che protagonismo”. Parlano di “commissario commissariato” i grillini. Chissà se sanno cosa significhi.

Emma Bonino: “Poteva capitarci di peggio”

I “centristi” – da Azione a Iv a +Europa vedono il bicchiere mezzo pieno. Con il sigillo di Emma Bonino che afferma: “Poteva capitarci di peggio”. Si desume da queste “rosicate” che il campo largo o per meglio dire “sfinito” non ha l’autorità “morale” di guidare il Paese. Essere di altri partiti e di altre visioni non dovrebbe fare velo al riconoscimento prestigioso che viene dall’Europa. Le attuali opposizioni rivelano di non essere né sovraniste ma neanche europeiste. Cosa sono? Cosa vogliono? Con quale idea di Italia e di Europa si candiderebbero a governare? Con quale interesse nazionale da difendere si presenterebbero agli elettori?

Nomina Fitto, opposizioni né sovraniste né europeiste: contraddizioni e livore

A sinistra confidano nel fatto che le persone non abbiano memoria storica. Invece non è così. Ricordiamo bene le critiche furibonde contro il no del governo al bis di Ursula. “Ce la faranno pagare”, dicevano a reti unificate sinistra e opposizioni. Ora che la presidente della Commissione Ue non ci punisce ma ci riconosce un vicepresidente con deleghe importanti, allora la Commissione è da buttare, è “regressiva”. Che spettacolo deprimente. “È l’ora del Valium” consiglia dalle colonne di Libero, Mario Sechi. Dalle colonne del Corriere della Sera Massimo Franco critica le reazioni delle opposizioni e richiama ad un atteggiamento più consono, in nome “dell’interesse nazionale“, in sede di votazione alla plenaria di Strasburgo. “Sarebbe un segnale spendibile anche sul piano interno, dopo una fase di muro contro muro declinato in ogni campo”, scrive l’editorialista, auspicando “l’inizio di una nuova fase. Che la nomina di Fitto anticipa e introduce: una scelta sofferta ma vincente, come si era intuito dall’incontro di martedì al Quirinale tra il ministro e il capo dello Stato, Sergio Mattarella”. Franco ammette l’abilità della premier e della von der Leyen. È la politica, bellezza!

Anche Massimo Franco dal Corriere striglia le opposizioni

Ma che ne sanno a sinistra e all’opposizione: già divise sul voto all’Ursula bis – ricordiamo che M5S e Avs non l’hanno votata – si divideranno sul voto a Raffaele Fitto. Dove vogliono andare così conciati? Un campo così dilaniato e scomposto non può avere le carte in regola per governare credibilmente nella contezza del ruolo istituzionale dentro e fuori i confini nazionali. Ormai è una certezza, il livore sulla nomina di Fitto è la prova del nove: non possono governare.

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