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Le Ong ancora all’attacco del governo: e la Sea Watch non vuole attraccare a Civitavecchia

Politica - di Paolo Cortese - 2 Settembre 2024 - AGGIORNATO 2 Settembre 2024 alle 18:36

Non piace alle Ong il fatto che gli sbarchi in Italia siano crollati e non piace alla loro organizzazione ramificata(sui cui proventi persino Elon Musk ha avanzato dubbi e sospetti) l’ostracismo del governo Meloni, che poi in realtà è solo applicazione di leggi di buonsenso. E cosi, mentre Sea Watch si appresta a sbarcare(controvoglia) a Civitavecchia con un carico di migranti, ecco arrivare l’altro attacco all’esecutivo italiano.

L’attacco delle Ong

Proprio lo sbarco di Sea Watch a Civitavecchia, come riporta Il Giornale, ha scatenato una dura reazione da parte delle altre organizzazioni, che avrebbero voluto il permesso di raggiungere la Sicilia o la Calabria, mete da loro più ambite.

Assegnare Civitavecchia significa prolungare le sofferenze dei sopravvissuti, condannandoli a un viaggio lungo e inutile“, sostengono dalla Ong, che vorrebbe sostituirsi alle autorità italiane. Ma è stata la stessa giustizia amministrativa a confermare la bontà delle decisioni del governo.

Il Tar e le sentenze che smentiscono Sea Watch

Come più volte spiegato dai Tar a cui diverse Ong hanno fatto ricorso negli ultimi due anni contro le decisioni del governo italiano, la scelta del porto è in capo esclusivamente alle autorità italiane, che stabiliscono il luogo di sbarco delle Ong in base a diversi elementi, tra i quali anche la sicurezza nazionale.

Nel momento in cui le navi rifiutano lo sbarco in Tunisia, Paese sicuro più vicino agli spot in cui recuperano i migranti, il diritto al porto più vicino decade automaticamente.

Eppure, l’Italia il suo dovere l’ha fatto, come ammette senza rendersi conto la stessa Sea-Watch quando dice che è stata eseguita un’evacuazione sanitaria.

Obiettivo? Attaccare la legge Piantedosi

Sea Watch potrà sbarcare nel Lazio, il governo ha ottemperato a tutte le disposizioni sanitarie, la Tunisia è stata rifiutata come primo porto, ma ciò non basta per fermare il veleno che le Ong continuano a riversare sul governo Meloni. L’obiettivo è quello di smontare la legge Piantedosi, il decreto Cutro e tutte le misure(compreso i bilaterali con i Paesi africani) che hanno ridotto del 60% gli sbarchi. Con la complicità della sinistra italiana che non perde occasione per sostenere le organizzazioni pur di andare contro al governo.

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di Paolo Cortese - 2 Settembre 2024