Ligabue torna a Campovolo a 30 anni da Certe notti. “Non amo il rap, preferisco la melodia”

30 Set 2024 17:35 - di Sara De Vico

“Sono un amante delle canzoni da sempre. Ho cominciato negli anni Sessanta quando le canzoni avevano una melodia e un ritornello. E continuo ad essere affezionato al concetto di melodia, mi piacciono le canzoni se sono cantate. Anche per questo credo che una contaminazione con il rap non mi abbia mai attratto”. Luciano Ligabue non si nasconde davanti alla stampa e ai fan per l’annuncio del suo ritorno il prossimo 21 giugno a Campovolo. A 20 anni dal primo concerto Liga tornerà sul palco di Campovolo (Rcf Arena di Reggio Emilia) con “La notte di ‘Certe notti'”. Un grande evento per celebrare i 30 anni della canzone cult, che ha segnato uno dei momenti più importanti della sua carriera.

Ligabue torna a Campovolo  (21 giugno) a 30 anni da Certe notti

Si parte domani dalla sua Correggio per il tour che lo vedrà in tutti i teatri italiani. Ieri sera il rocker ha fatto una ‘prova generale’ ad alto tasso emotivo. Ha sorpreso tutti i presenti nel piazzale dell’Autogrill di Arda Est (Fiorenzuola d’Arda) con un’esibizione live, proprio in quel luogo citato nella sua Certe notti (‘al primo Autogrill c’è chi festeggerà’).  “È il primo concerto in cui celebro i 30 di collaborazione con Federico Poggipollini, in cui mio figlio Lenny è sul palco con me. Ed è la prima volta in cui manca fisicamente ‘il Maio’ in platea” (Claudio Maioli, il manager che ha deciso recentemente di ritirarsi). In teatro c’è tutta la ‘provincia’ che tanto ama. “Il mondo è cambiato tutto e quindi anche la provincia – spiega l’artista – perché è cambiato il sistema sociale, ora c’è la tecnologia. Anche Correggio è cambiata, però lì hai tempo ancora di chiedere a qualcuno come va e ascoltare la risposta”.

Ieri le prove live davanti ai fan, si parte da Correggio

Ligabue è quasi sempre seduto con la chitarra in mano (tranne alla fine) e intervalla i brani del suo repertorio, che cambieranno sempre. “Non è facilissimo per me cantare seduto. È una sfida dove contano i dettagli, ma se ti riesce fai qualcosa che magari musicalmente è molto più ricco”. Sul palco, alla batteria, c’è anche il figlio Lenny che lo seguirà per tutto il tour: “Stasera ha suonato come se suonasse con me da una vita. Doveva contrastare un forte impatto emotivo e sono rimasto molto colpito da come abbia controllato lo strumento”.

Tra i brani anche “Il mio nome è mai più”

Tra i brani non mancherà ‘Il mio nome è mai più’, scritta con Jovanotti e Pelù. “È nata per una guerra che si combatteva a 400 km dalle nostre coste (in Kosovo) – racconta – allora era presidente D’Alema. Arrivarono molti messaggi anche dai politici, mi dicevano che la musica doveva fare qualcosa, anche se in realtà è la politica che dovrebbe fare qualcosa”. Il brano “fu criticato anche dalla sinistra, ma ci hanno costruito due ospedali col ricavato, quindi senz’altro la rifarò”.

A Sanremo ho fatto una mezza cag…ta

Poi un po’ di ironia su Sanremo. “Prima o poi ci devo tornare, perché l’ultima volta ho fatto una mezza cag*ta. Sanremo ti azzanna alla gola, arrivi lì e ti senti assediato, sembra che ne vada della vita di qualcuno ma alla fine è solo musica. Io volevo strappare un sorriso, volevo fare una cosa ‘punk’ ma è venuto fuori una ciofeca perché io non so recitare. Siccome mi è rimasta la bocca amara, lì prima o poi ci torno”.

 

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