L’ultimo abbraccio di Palermo (e non solo) a Totò Schillaci: folla commossa alla camera ardente

18 Set 2024 19:06 - di Italpress
Totò Schillaci camera ardente

Arrivano al Renzo Barbera in 500, ben prima dell’orario di apertura della camera ardente: non sono solo palermitani, ma appassionati della storia calcistica di Totò Schillaci, desiderosi di rendergli omaggio nel giorno della sua scomparsa. Qualcuno ha la testa bassa. Qualcun altro gli occhi lucidi. Ma tutti condividono lo stesso pensiero: se n’è andato il calciatore palermitano più forte della storia.

Tra i tanti, spicca il ricordo commosso del comico palermitano Sasà Salvaggio: «Eravamo molto amici, mi dispiace tanto. L’ho sentito meno di un mese fa e gli ho detto “dobbiamo andare in America insieme”… Invece è rimasto qua». «È un esempio e un orgoglio per la città – racconta a sua volta un giovane tifoso –. Ha lasciato tanto a Palermo, era una persona umile e c’è tanta tristezza per averlo perso».

Anche chi ha avuto modo di conoscerlo personalmente viene a rendergli omaggio: «Sono stato testimone della sua grande umanità: ci ho giocato insieme ed era un grande calciatore e un grande uomo», sottolinea un altro dei presenti accorsi alla camera ardente. E tra loro c’è anche chi, prima di salire, evidenzia come «quei suoi occhi spiritati, che hanno caratterizzato Italia ’90, sono il ricordo più grande che ho di lui. Ha rappresentato non solo l’Italia, ma tutti i palermitani perbene».

Un tifoso lancia un appello al Palermo e al Comune: «Vorrei che venisse intitolata la Curva Sud a Totò Schillaci, così come la nord è intitolata a Totò Rambo». Un altro ancora, invece, celebra il suo lascito per la città: «Palermo perde un eroe e un giocatore straordinario, è stato un mito della mia infanzia». Infine, c’è chi ne commemora i grandi risultati sportivi ottenuti, non senza una punta di rammarico: «È andato a giocare a Messina e da lì è partita la sua storia, fino a raggiungere il grande calcio. Il Palermo purtroppo non l’ha potuto acquistare, perché a quel tempo mancavano i mezzi. Sarebbe potuto nascere qualcosa di incredibile…».

(Italpress)

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