Mattarella a Cernobbio sferza la Ue: “Europa incompiuta. L’Italia è un debitore onorabile”

6 Set 2024 16:38 - di Romana Fabiani

L’Europa è incompiuta è un progetto in divenire,  dal green alla guerra, dalla competitività all’intelligenza artificiale perché i “cittadini non siano oggetti”. Linguaggio diretto e forte quello di Sergio Mattarella dal palco del forum Ambrosetti. Una sferzata a non aver paura delle riforme e una malcelata tirata d’orecchie all’Europa. Parole irrituali per il capo dello Stato, abituato a lanciare appelli fra le righe e mai frontali. Soprattutto di fronte alle istituzioni europee. In questi nove anni al Colle non era mai accaduto che si rivolgesse in modo tanto diretto a Berlino e Parigi (che godono di un tasso di interesse minore per ripagare i propri debiti) sottolineando come l’Italia sia ‘un debitore onorabile’.

Mattarella a Cernobbio: non abbiate paura delle riforme

“Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata nella sua architettura. E  sempre più inclusiva di quei popoli come quelli dei Balcani occidentali che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura”. Così il capo dello Stato nel suo saluto a Cernobbio, dove domani è attesa la premier Giorgia Meloni.

“L’Italia è un debitore onorabile più di Francia e Germania”

“L’Italia è un debitore onorabile con una storia trentennale di avanzi statali primari annui e un debito cresciuto nel 1992 principalmente a causa degli interessi”, ha detto Mattarella sottolineando come l’Italia abbia nel 2023 abbia pagato in interessi poco meno di quanto hanno pagato Francia e Germania insieme. “A fronte di un debito di circa 2.863 miliardi di euro e un ammontare di debiti di Francia e Germania che valgono il doppio, il nostro Paese ha pagato in interessi poco meno di quanto hanno pagato insieme Francia e Germania. Il motivo, come è noto, è il diverso tasso interesse”.

Il mio è un appello a non trascurare il debito

Poi l’appello esplicito. “Il mio non è un invito a trascurare il debito. Sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo. Si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma con precisione i fondamentali dell’economia come criterio. E, inoltre, un invito a completare l’edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente”.  “È evidente – ha ammesso – che molta strada rimane da fare a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito-ricchezza finanziaria delle famiglie e che il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un paese è quantomeno opinabile”.

La doppia sferzata a Bruxelles e agli euroscettici

Parole ‘potenti’ – ha commentato Emma Marcegaglia – “quando dice che l’Europa ha fatto molte cose importanti ma in questo scenario di economia complicata, l’Ue deve andare avanti nel suo processo per essere più competitiva e più forte”. Non mancano le critiche agli euroscettici. “Sovente i critici omettono due aspetti: anzitutto l’Unione europea è il primo esercizio di questa natura caratterizzato dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni; inoltre, le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale non sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento Europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti”.

 

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