Meloni: “Non esistono Nazioni di serie A e B”. La via italiana al multilateralismo arriva all’Onu
“Non esistono Nazioni di serie A e di serie B. Esistono le Nazioni con le loro storie, con le loro peculiarità e con i loro cittadini che hanno tutti gli stessi diritti perché gli individui nascono tutti liberi e uguali”. Giorgia Meloni, intervenendo al “Vertice del Futuro” dell’Onu, ha ribadito la sua visione, la visione italiana, rispetto alle relazioni internazionali e ai luoghi in cui si esprimono. L’Italia, ha sottolineato, crede nel multilateralismo, che non deve tradursi “in un club nel quale incontrarsi per scrivere inutili documenti pieni di buoni propositi, ma nel luogo si devono fare i conti con l’urgenza delle decisioni”. Il presidente del Consiglio ha parlato di intelligenza artificiale, migrazioni e Piano Mattei per l’Africa, aggressione russa all’Ucraina e riforma dell’Onu.
Meloni all’Onu: “Di fronte a uno scenario così complesso, non abbiamo altra scelta che agire”
Meloni ha ribadito un concetto che le è caro e che sempre richiama nei suoi interventi di scenario su questi tempi difficili: “Le crisi nascondono sempre delle opportunità e costringono a mettersi in discussione, a schierarsi, non consentono di tentennare”. E dunque, dopo aver ricordato “l’inaccettabile guerra di aggressione russa nei confronti di una nazione sovrana come l’Ucraina”, Meloni ha rivolto all’assembla il suo richiamo sul fatto che “non abbiamo altra scelta che agire di fronte a uno scenario così complesso”.
Il richiamo di Meloni sui principi che devono ispirare il multilateralismo
“La sfida che la storia ci pone davanti è molteplice e multiforme, climatica ed economica”, ha detto ancora Meloni, sottolineando che, dopo la firma del Patto per il futuro, risultato di negoziati complessi, inizia quella dell’attuazione, che “è chiaramente ancora più complessa, ma sicuramente più cruciale”. Il Patto per il futuro, che attiene alla governance globale e comprende un Patto digitale globale e una Dichiarazione sulle generazioni future, è l’accordo con cui “i leader hanno delineato una chiara visione di un sistema internazionale che possa mantenere le sue promesse, sia più rappresentativo del mondo di oggi e si avvalga dell’energia e delle competenze dei governi, della società civile e di altri partner chiave”.
“Nessuno Stato può governare da solo le sfide di questo tempo” e per questo, ha sottolineato, l’Italia è “convinta sostenitrice del multilateralismo e della sua istituzione più rappresentativa che sono le Nazioni Unite, il luogo dove ogni voce viene ascoltata, dove siamo chiamati a imparare a capirci e rispettarci”.
Lo sguardo sulla riforma dell’Onu: “Non esistono Nazioni di serie A e di serie B”
“Ogni organizzazione è efficace se le sue regole sono giuste e condivise, per questo siamo convinti che qualsiasi revisione della governance, particolarmente per quel che riguarda il Consiglio di sicurezza, non può prescindere dai principi di uguaglianza, democraticità e rappresentatività. La riforma – ha detto Meloni – ha un senso se viene fatta per tutti e non solamente per alcuni, non ci interessa creare nuove gerarchie e non crediamo che esistano Nazioni di serie A e serie B”. Un passaggio che sembra chiamare in causa la proposta statunitense che prevede due seggi permanenti riservati ai Paesi africani insieme a un seggio a rotazione per le piccole Nazioni insulari in via di sviluppo e che, secondo quanto trapelato, Meloni affronterà anche nell’intervento che terrà in Assemblea generale nella notte italiana di domani.
Meloni illustra il modello del Piano Mattei all’Onu
“Dobbiamo pensare in modo nuovo la cooperazione tra le Nazioni. L’Italia – ha ricordato Meloni – lo ha fatto con il Piano Mattei per l’Africa. Un piano pensato per cooperare con le Nazioni africane attraverso un approccio che non è né paternalistico, né caritatevole, né predatorio ma basato sul rispetto e sul diritto per ciascuno di poter competere ad armi pari. È la nostra ricetta per promuovere lo sviluppo di un continente troppo spesso sottovalutato, per costruirne la stabilità e garantire finalmente un diritto che è oggi fino ad oggi è stato negato a troppi giovani che è il diritto a non emigrare”.
La sfida dell’Intelligenza artificiale: “La politica deve garantire che il controllo resti all’uomo”
Altro tema che investe un futuro già in atto è quello dell’intelligenza artificiale, “un fenomeno del quale temo che non si abbia ancora sufficiente consapevolezza”, ha detto il premier, che come presidente di turno del G7 lo ha voluto al centro dell’agenda dei sette grandi. “L’intelligenza artificiale è soprattutto un grande moltiplicatore. Ma la domanda alla quale noi dobbiamo rispondere è: che cosa vogliamo moltiplicare?”, ha detto Meloni, ricordando che ci sono molti ambiti, come quello della medicina, nei quali l’IA può “concorrere al bene comune”. “Ma se invece quel moltiplicatore venisse utilizzato per divaricare ulteriormente gli equilibri globali allora gli scenari sarebbero potenzialmente catastrofici”, ha detto Meloni, ricordando che “le macchine non risponderanno a questa domanda. Noi possiamo farlo. La politica deve farlo. Ed è la politica che deve garantire che l’intelligenza artificiale rimanga controllata dall’uomo e mantenga l’uomo al centro”.