Neonati morti a Parma, la 22enne avrebbe fatto tutto da sola. La rabbia della madre del fidanzato: avrei cresciuto io quel bambino

16 Set 2024 19:36 - di Greta Paolucci
neonati morti Parma

Una storia macabra, quella che arriva da Parma, che all’orrore della vicenda aggiunge lo sconcerto di chi, intorno ai protagonisti e alle vittime di questa drammatica storia, non si capacita di quanto sia potuto accadere nel silenzio e nell’ordinarietà di una quotidianità come tante. Le indagini proseguono, intanto. A farle scattare il rinvenimento del corpicino di un neonato in un sacchetto nel giardino di una villetta di Traversetolo lo scorso 9 agosto. A cui è seguita una seconda, agghiacciante scoperta: quella di un altro bimbo, i cui resti sono stati ritrovati nello stesso luogo.

E per entrambi i casi, a quanto si apprende dai primi accertamenti svolti, il cerchio sembra stringersi intorno alla 22enne – che l’analisi del Dna ha confermato essere la madre del neonato trovato il 9 agosto – su cui è calata l’ombra di due infanticidi, considerando che l’ipotesi è che possa aver ucciso e nascosto lei anche il secondo bambino. Facendo, a quel pochissimo che emerge sul caso – su cui gli inquirenti stanno operando nel più stretto riserbo possibile – tutto da sola: avrebbe indotto il parto, ucciso il neonato e nascosto il corpo in una buca nel giardino di casa. Tanto che al momento la ragazza è indagata con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Neonati morti a Parma: la madre ha partorito da sola, genitori e fidanzato non erano a conoscenza della gravidanza

La madre del neonato trovato morto a Traversetolo, in provincia di Parma, ha partorito da sola in casa senza l’aiuto di nessun medico e di nessun familiare., è infatti la convinzione degli inquirenti e quanto sottolinea la procura di Parma in merito al caso del neonato morto a Traversetolo, in località Vignale, il 9 agosto scorso. «Nessuno all’infuori della ragazza era a conoscenza della gravidanza, né familiari, né padre del bambino, né amici», scrive il procuratore Alfonso D’Avino in una nota.

«La gravidanza, inoltre, non è stata seguita da alcuna figura professionale» come un ginecologo, o un medico di famiglia. Il parto, spiega ancora la Procura, è avvenuto nella casa familiare, al di fuori di contesti ospedalieri o sanitari in generale e «in solitudine, senza la collaborazione né la presenza di nessuno, al di fuori della ragazza. Può ritenersi accertata, allo stato degli atti, l’estraneità dei genitori della ragazza, madre del neonato», scrive ancora il procuratore Alfonso D’Avino. E «può ritenersi ugualmente accertata, sempre allo stato degli atti, l’estraneità del papà del neonato».

La mamma del fidanzato: «Mio figlio sconvolto, avrei cresciuto io quel bambino»

Un’acquisizione che tranquillizza, per quanto possibile, la madre del ragazzo che è risultato essere il padre del neonato trovato morto il 9 agosto. Una donna che comunque non riesce a capacitarsi di quanto accaduto, per quanto “sollevata” per il comunicato della Procura di Parma che accerta l’estraneità dei fatti per suo figlio e per la sua famiglia. «Sono sollevata per questo – dice – ma il resto non me lo toglie nessuno». Suo figlio, coetaneo della madre del piccolo, è «devastato». Di più: «Mio figlio non sapeva niente della gravidanza, se ce ne fossimo anche soltanto accorti l’avrei cresciuto io questo bambino. Lei poteva andare dove voleva», ha detto la madre del fidanzato della studentessa che ha partorito il neonato poi trovato morto a Traversetolo, intervistata da Ore 14, la trasmissione in onda su Rai 2 condotta da Milo Infante.

«Mio figlio è sconvolto. Se era surreale il primo, il secondo… credo sia qualcosa che va oltre. Io credo che nel vocabolario italiano non siano neanche state inventate le parole per descrivere questa situazione», ha continuato la donna. Che poi ha anche aggiunto: «Si frequentano da tempo. Si conoscono benissimo da quando vanno alle elementari. Lei è una ragazza tranquillissima, una persona che conosciamo da tantissimo – ha concluso la donna –. Ma io non la voglio più sentire. Voglio solo che lei spieghi il perché e cosa le sia passato nell’anticamera del cervello. È una persona che non voglio neanche incontrare. Non ci sarà mai una giustificazione a questa cosa qua, non voglio neanche saperne».

 

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