Open Arms, i pm vogliono mandare in carcere Salvini per 6 anni. Meloni: “Solidarietà totale”

14 Set 2024 17:36 - di Federica Parbuoni
open arms salvini

Al processo Open Arms in corso a Palermo è stato il giorno dell’accusa, che ha avanzato una richiesta a sei anni di carcere per il vicepremier Matteo Salvini. Una requisitoria inevitabilmente lunga e articolata, quella dei pm, che si sono soffermati anche sul punto cruciale di tutto il procedimento: si processano le azioni di Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, o si processa una linea politica? L’accusa sostiene che il procedimento è sulla prima opzione, ma proprio dalla requisitoria, come evidenziato dall’avvocato di Salvini e parlamentare della Lega, Giulia Bongiorno, emergono «contraddizioni» che corroborano la seconda. “È incredibile che un ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini. Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo. La mia totale solidarietà al Ministro Salvini”, ha commentato Giorgia Meloni. Solidarietà a Salvini è arrivata anche dal vicepremier Antonio Tajani.

I pm negano il “processo politico”

«Questo è un processo politico? È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un Pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi», ha detto il pm Calogero Ferrara nel corso della sua requisitoria, seguita a quella del procuratore aggiunto di Palermo, Marzia Sabella. La requisitoria è durata circa sette ore.

Bongiorno: “Requisitoria contraddittoria. Evidente che si procede contro una linea politica”

La requisitoria, nel corso della quale i pm hanno ricostruito ciò che avvenne nella settimana concitata che andò dal 14 a 20 agosto 2019, però, per Bongiorno, la cui arringa difensiva è attesa tra un mese, è stata «un po’ contraddittoria». «La premessa è “non stiamo processando il governo” poi, però, finora ha detto che il decreto sicurezza bis “è in contrasto con la Costituzione” e che “non è accettabile prima redistribuire e poi sbarcare”», ha affermato Bongiorno, parlando con i giornalisti durante una pausa della requisitoria. «Mi preme rilevare – ha spiegato – che in questa introduzione della requisitoria è di intuitiva evidenza che il pm sta procedendo a una requisitoria contro il decreto sicurezza bis del governo Conte, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare».

«Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea. Sapete perfettamente che anche in dichiarazioni pubbliche è stata una linea portata avanti da tutto il governo, anche dallo stesso premier di allora», ha proseguito l’avvocato, aggiungendo che «il pm che ha detto che non voleva essere un intervento contro la politica, nel momento in cui dice che un tavolo tecnico a cui partecipava l’attuale capo della Polizia, le direttive e i decreti sono inaccettabili, intollerabili e in contrasto con i diritti umani, in realtà, sta processando la linea politica di quel governo. Vedremo più tardi». Bongiorno, quindi, ha ribadito che «nel caso Open Arms, a prescindere dalle anomalie della navigazione, dal fatto che c’erano rischi che vi fossero a bordo terroristi, sono state adottate tutte le misure per garantire la tutela e la protezione dei migranti».

Tajani: “Salvini ha fatto il suo dovere di ministro”

Numerosissime le attestazioni di solidarietà nei confronti di Salvini. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, «è assolutamente legittimo difendere i confini e Salvini ha fatto il suo dovere di ministro». «Sono convinto – ha spiegato il vicepremier – che c’è sempre un giudice che riconosce la correttezza del comportamento di un ministro, il cui compito è anche quello di difendere la legalità, e ritengo che Salvini lo abbia fatto».

Donzelli: “Solidarietà incondizionata a Salvini”

«Solidarietà incondizionata a Matteo Salvini. Non è immaginabile che, nell’esercizio delle funzioni istituzionali, un Ministro della Repubblica possa rischiare sei anni di carcere per aver rispettato gli impegni presi con gli elettori nel difendere i confini. Avanti senza paura tutti insieme», ha scritto sui propri social il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.

L’amarezza dell’ex magistrato Matone

«Difendere il delicato e complesso lavoro dei magistrati, credere nella loro indipendenza non mi impedisce di constatare amaramente che con la requisitoria dei pm di Catania nei confronti di Salvini si stia celebrando un processo politico», è stato poi il commento della deputata leghista ed ex magistrato Simonetta Matone, rispetto all’udienza su Open Arms. «Certe affermazioni a sostegno dell’accusa cozzano contro un ragionamento strettamente giuridico. “Salvini accentrava tutto il potere su di sé”, sostiene l’accusa, dimenticando il ruolo avuto dal presidente del Consiglio di allora, Giuseppe Conte e degli altri ministri che condivisero le scelte». «Altri tribunali hanno assolto per le stesse accuse Matteo Salvini. Chiedere una condanna sarebbe come arrampicarsi sugli specchi e negare che l’imputato ha agito nell’unico superiore interesse del Paese, come aveva giurato ricevendo l’incarico di governo», ha concluso Matone.

 

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