Per Sinner non finisce l’incubo doping: la Wada prende tempo per il ricorso al Tas di Losanna

10 Set 2024 12:48 - di Paolo Cortese
Sinner doping

Non finisce l’incubo doping per Jannik Sinner. La Wada, l’agenzia mondiale antidoping, non ha infatti fatto ricorso  al Tas di Losanna contro la decisione dell’Itia (International Tennis Integrity Agency) di scagionare il 23enne altoatesino dopo la positività riscontrata, durante il torneo di Indian Wells a marzo al Clostebol in quantità minime ma secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, che ha interpellato direttamente il Tribunale sportivo di Losanna, l’agenzia mondiale contro il doping ha ancora tempo e vuole approfondire il caso.

Sinner e il doping: il caso Clostebol

Il numero uno del mondo, reduce dal trionfo agli Us open, era stato riscontrato come positivo al doping nelle semifinali del master 1000 a causa di una contaminazione di una pomata che usava il suo fisioterapista e che gli era stata passata attraverso un massaggio. Era stata riscontrata una quantità infinitesimale della sostanza. Il nostro tennista aveva avuto come sanzione la perdita del premio e dei punti Atp conquistati negli Stati Uniti.

Già nelle ore successive a quando era emersa la notizia di una positività pregressa al doping – bassissima percentuale di Clostebol – e della conseguente assoluzione del numero 1 del tennis mondiale, la Wada aveva fatto intendere che non avrebbe presentato ricorso contro la decisione dell’Itia, l’agenzia internazionale per l’integrità’ del tennis. Quest’ultimo ente aveva ritenuto Sinner “non colpevole” di assunzione di doping. A seguito della positivita’ del tennista italiano sono stati licenziati dallo staff sia il preparatore atletico Umberto Ferrara che il fisioterapista Giacomo Naldi.

Wilander: “Lo vorrei più italiano e meno austriaco”

Intanto, per il nostro campione arriva il commento divertente di un ex numero uno, Mats Wilander, oggi commentatore televisivo. In un’intervista, l’ex campione svedese, parlando di Jannik, dice di volere: “un Sinner più italiano, con il carattere ribollente che ne consegue, che austriaco, con quella freddezza a prova di tutto. Ma per questo non possiamo farci nulla. Avrebbe comunque vinto indossando una bandana, piuttosto che con lo sguardo nascosto sotto un cappello alla Jim Courier”.

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