Migranti, il piano del governo per flussi davvero regolari: controlli preventivi, verifica dei contratti e più click day

23 Set 2024 16:19 - di Redazione
decreto flussi

Un vero e proprio piano d’azione per migliorare il decreto flussi e correggere ciò che rende i suoi meccanismi permeabile alle infiltrazioni della criminalità organizzata. A presentarlo alle parti sociali è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, precisando che si tratta di “ipotesi aperte” a “suggerimenti e proposte” di organizzazioni sindacali, dei datori di lavoro e delle associazioni di volontariato e umanitarie, con cui oggi ha avuto tre distinti colloqui a Palazzo Chigi.

“Un quadro preoccupante” dal monitoraggio sul decreto flussi

Nel suo intervento Mantovano ha spiegato dove il governo intende agire, con un provvedimento in un prossimo Consiglio dei ministri, per “correggere” le anomalie riscontrate sui flussi regolari di migranti. L’analisi è partita dai dati raccolti nell’ambito del monitoraggio previsto dall’esecutivo, in collaborazione con le amministrazioni interessate, e dai quali è emerso un “quadro preoccupante” in relazione alle infiltrazioni della criminalità, che sarebbe in grado di utilizzare anche il meccanismo legale del click day per far entrare in Italia migranti che non ne avrebbero diritto.

Le direttrici del governo per correggere quello che non funziona

Fra le direttrici sulle quali il governo è pronto a intervenire, il sottosegretario ha indicato la volontà di incentivare la precompilazione delle domande, anticipata rispetto al click day, ampliando e rendendo effettivi così i tempi per i controlli e i controlli stessi. In questo modo i fabbisogni di manodopera e, di conseguenza, le quote verrebbero definiti sulla base delle domande precompilate; la realizzazione dell’interoperabilità tra il sistema informatico in uso e altre banche dati: ministero dell’Interno, ministero del Lavoro, Inps, Camere di commercio, Agenzia delle Entrate per una verifica immediata dei dati inseriti nella domanda; controlli automatizzati per giungere alla inammissibilità delle richieste palesemente infondate o di un invio di alert al datore di lavoro per completare dati mancanti; più click day durante l’anno e specializzati, per tipologie di settori, esempio agricoltura, turismo, ecc. ecc.

Dalla semplificazione amministrativa alle banche dati interconnesse

Mantovano ha inoltre spiegato che l’esecutivo si impegnerà per garantire anche semplificazioni amministrative di vario tipo; la redazione informatizzata del contratto di soggiorno, per rispettare il termine degli 8 giorni dall’ingresso in Italia del lavoratore. “Attualmente – ha chiarito il sottosegretario – possono trascorrere anche 8 – 9 mesi, con tempi che sono una concausa del malfunzionamento del sistema perché dopo mesi il datore di lavoro probabilmente non ha più interesse a impiegare quel lavoratore”.

I controlli preventivi e la verifica dei contratti effettivamente stipulati

Tra le direttrici da seguire anche la segnalazione dei datori di lavoro che non hanno provveduto alla stipula del contratto di lavoro dopo l’ingresso dello straniero in Italia, cui verrebbe precluso l’accesso al sistema con i successivi decreti flussi; un tetto massimo di domande per datore di lavoro, in relazione alle dimensioni dell’azienda, “poiché accade che singoli chiedano di avere alle proprie dipendenze centinaia di lavoratori”; il mantenimento dei canali di ingresso speciali, anzitutto per i rifugiati e per gli apolidi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *