Piano Mattei, il punto dell’economista Fabio Verna: “L’Italia è il ponte tra Europa e Africa”
16 Set 2024 15:58 - di Redazione
Il Governo Meloni il 29 Gennaio di quest’anno ha lanciato a Palazzo Madama, l’ambizioso progetto che porta il nome del fondatore dell’ENI Enrico Mattei, partendo da presupposti di notevole interessi economici e sociali sia per l’Italia che per l’Africa.
Chiediamo a Fabio Verna, economista, docente e studioso di geopolitica, quali possono essere i vantaggi per la nostra nazione.
“L’Italia è la seconda potenza industriale europea nel settore manifatturiero, ma soffre della grande carenza sia di materie prime da lavorare e sia delle risorse energetiche necessarie a muovere i nostri impianti industriali, dunque guardare ad un continente dal sottosuolo ricchissimo, abitato da un miliardo e quattrocento milioni di persone, posto sulla sponda sud del mar Mediterraneo è apparsa per il Governo italiano una scelta naturale”.
Secondo lei come è nata questa determinazione?
“Dall’incontro di due grandi due grandi personalità del nostro paese, Giorgia Meloni e Claudio Descalzi, l’A.D. dell’ENI, personaggio probabilmente meno noto al grande pubblico, ma indubbiamente un manager di grandi capacità e di valenza internazionale. Molti ricorderanno come in seguito alla crisi del gas, crisi che sta ancor oggi portando la Germania verso la recessione, la nostra Presidente del Consiglio iniziò un road show nei paesi produttori di gas, chiedendo appunto al dottor Descalzi di affiancarla con le indubbie competenze tecniche di quest’ultimo, a tanti osservatori apparve subito come la visione di queste due forti personalità andasse, su diversi punti, a coincidere e da qui il grande disegno”.
Verna ma stiamo parlando solo di energia?
“No, il tema energetico fu l’elemento scatenante di un piano molto più ampio, al tempo il neo insediatosi Governo Meloni affrontò e risolse la crisi energetica che avrebbe potuto mettere in ginocchio il nostro Paese, sostituendo le forniture di gas provenienti dalla Russia, con contratti stipulati con nuovi paesi fornitori, ma accanto alla soluzione del problema energetico, vi sono altri tre pilastri fondamentali sui quali poggia il Piano Mattei: l’agricoltura, la sanità e la formazione, elementi in cui l’Italia potrà concretamente sostenere la crescita delle nazioni africane che vorranno aderire a questo grande progetto; con parità nei rapporti e reciprocità nei vantaggi, dunque con un nuovo modello nelle relazioni internazionali tra l’Italia e questo vasto continente.
Ultimo, ma non certamente ultimo, l’aspetto del Piano Mattei che riguarda il fenomeno dell’emigrazione di milioni di cittadini africani, offrendo loro le possibilità lavorative che tentano di trovare in Europa, nelle loro stesse terre natie. Inoltre consentirebbe a quanti volessero emigrare di sfuggire ai mercanti di uomini, i “negrieri del XXI secolo, ma di arrivare tramite canali ufficiali e dunque controllati e legittimi, nei paesi di destinazione, già con una prima conoscenza della lingua, con i primi rudimenti sui mestieri che andranno a svolgere, ma anche con le necessarie informazioni sugli usi e costumi delle nazioni che li accoglieranno. L’Italia è indubbiamente il “ponte” tra l’Europa e l’Africa e potrà contribuire alla crescita di quelle nazioni che pur essendo ricchissime di materie prime hanno un bassissimo reddito medio pro capite”.