Preparavano un attentato suicida in Cisgiordania, il tribunale dell’Aquila libera due palestinesi. “Non terroristi, ma resistenti”

9 Set 2024 18:40 - di Carlo Marini
palestinesi l'aquila

Il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare, ordinando la liberazione di due dei tre palestinesi arrestati a marzo con l’accusa di terrorismo. Si tratta di Ali Irar e Mansour Doghmosh.

Una decisione che fa seguito all’annullamento con rinvio disposto a luglio dalla Cassazione che aveva invece confermato il carcere per il 37enne palestinese Anan Yaesh, al quale viene contestato anche di aver programmato un attacco contro alcuni coloni israeliani. A seguito degli arresti, i tre vennero trasferiti in diverse località italiane.

Per il Viminale sono pericolosi terroristi, per il tribunale dell’Aquila sono resistenti palestinesi

”La decisione di oggi, al pari di quella della Cassazione, ha confermato la che la lotta per l’autodeterminazione dei palestinesi è legittima purché non travalichi coinvolgendo i civili, in questo caso coloni” afferma all’Adnkronos l’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dei tre palestinesi.

“Tutto quello che possono dire sui miei assistiti – ha concluso – è che ‘forse’ hanno qualche ruolo nella resistenza in Cisgiordania ma questo non è reato in Italia. Diventa reato solo se è configurato come terrorismo, così come definito dalla convenzione di New York nel 1999. O riescono a dimostrare che hanno travalicato quei limiti posti dal diritto internazionale, oppure, in assenza di altre prove, non possono trattenerli”.

Membri dei martiri di Al-Aqsa: un’autobomba in Cisgiordania

Secondo l’accusa, i tre progettavano un’azione terroristica suicida da compiersi nell’insediamento israeliano di Avnei Hefetz, in Cisgiordania mediante l’utilizzo di un’autobomba. I dettagli si leggono nell’ordinanza. La pianificazione emerge dalle conversazioni intercettate dalla Polizia che ha svolto le indagini. “Si tratta di un’unità suicida, pronta ad agire in profondità e la nostra azione sarà prossima”, era scritto in una conversazione WhatsApp tra Yaeesh e Munir Almagdah, capo militare delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa del 9 gennaio 2024 scorso.

La cellula palestinese faceva inoltre opera di proselitismo e propaganda, fanno sapere le autorità. Per uno degli arrestati sarebbero in corso le procedure di estradizione in Israele. Secondo la delirante tesi dei “giovani palestinesi” i tre non sono terroristi, ma “resistenti”.

A L’Aquila il presidio del Comitato per i palestinesi

In questi mesi, per la liberazione dei 3 sono state organizzate diverse manifestazioni di protesta. Secondo attivisti per i diritti umani e manifestanti, gli arresti sarebbero avvenuti su pressione del governo israeliano che avrebbe avanzato anche una richiesta di estradizione dei tre giovani. Il 5 settembre si è tenuto anche un presidio di solidarietà dinanzi al Tribunale dell’Aquila. Il comitato ‘Palestina l’Aquila’ ora chiede la scarcerazione anche per Anan Yaeesh. Quest’ultimo è l’unico per il quale, fin da questa estate con l’udienza in Corte di Cassazione, era stata confermata la misura della detenzione in carcere.

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