Pro palestina in piazza il 5 ottobre, la polizia: “È apologia di reato”. Piantedosi: non si celebrano i massacri

13 Set 2024 19:10 - di Eugenio Battisti

“La manifestazione che i giovani palestinesi hanno promosso per il prossimo 5 ottobre a Roma ha riscontrato sostegno e partecipazione da parte dei circuiti antagonisti e anarchici nazionali e internazionali. Oltretutto la data scelta è a ridosso dell’anniversario del 7 ottobre 2023, giorno in cui i terroristi hanno massacrato oltre 1.200 innocenti israeliani. L’intento celebrativo è palese”. L’allarme arriva da Giuseppe Tiani, segretario generale del sindacato di polizia Siap che commenta con l’Adnkronos il tam tam di appelli a scendere in piazza pro Hamas.

Pro Palestina in piazza il 5 ottobre, è allarme

L’allarme tra le organizzazioni sindacali e non solo è alto. “Invitiamo, quindi, il ministro dell’Interno e le autorità di pubblica sicurezza a valutare se le forze di Polizia possano e debbano essere chiamate a garantire lo svolgimento di una manifestazione che nei suoi intenti abbia anche quello di inneggiare a fatti terroristici.  Con il rischio di una apologia di reato finalizzata al terrorismo e alla strage”. Identico il giudizio del numero uno del Sap, Stefano Paoloni. “Il Viminale ha il dovere di impedirle la manifestazione pro Palestina, se non ci saranno le necessarie garanzie che si svolga pacificamente e senza armi. Al contrario – dice – se verrà inviata la prevista richiesta e saranno verificate le garanzie di una manifestazione pacifica, le forze dell’ordine sapranno garantirne il regolare svolgimento”. Anche dal Coisp salgono richieste di bloccare il corteo pro Palestina previsto per il 5 ottobre nella Capitale, proprio in occasione dell’anniversario dell’attacco di Hamas a Israele. “Riteniamo totalmente fuori luogo indire una manifestazione del genere, quasi a voler ‘festeggiare’ quello che è stato un brutale massacro che ha portato la morte di oltre 1200 israeliani, tra bambini trucidati e dati alle fiamme e persone prese in ostaggio”.

Piantedosi: sì alla libera espressione, no alla celebrazione degli eccidi

Dal Viminale la posizione è chiara. “Consentiremo ogni libera espressione, anche di critica legittima, contro qualsiasi governo, che sia quello israeliano, palestinese o italiano, ma non formule di celebrazione di eccidi. Ci sono delle valutazioni che si stanno facendo in queste ore e in questi giorni – ha detto il ministro Matteo Piantedosi da Avellino a margine del comitato per l’ordine e la sicurezza. “Questo sarà il paradigma in base al quale saranno prese le decisioni. Da quando è insorta la crisi, ci siamo contraddistinti rispetto ad altri Paesi europei per aver consentito ogni libera manifestazione del pensiero. Anche quando questo ha comportato un presidio di sicurezza importante. Ma dobbiamo fare eccezione quando ci sono manifestazioni che sono preavvisate, preannunciate, con un chiaro esplicito invito alla celebrazione di un eccidio”, ha spiegato. “Le uniche motivazioni con cui anche per legge può essere limitata la libertà di manifestazione del pensiero, di associazione, di riunione è quella proprio di tutelare l’ordine pubblico. Credo che celebrare apertamente un eccidio, per noi è qualcosa che sollecita delle valutazioni di tutela dell’ordine pubblico. Ci sono valutazioni in corso, che saranno fatte dalle autorità centrali, ma anche dalle articolazioni territoriali”.

 

 

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