Quanti anni di carcere rischia Maria Rosaria Boccia: le foto fake, le chat e le minacce a Sangiuliano

23 Set 2024 13:22 - di Gabriele Alberti
Maria Rosaria Boccia Sangiuliano

Il pressing che Maria Rosaria Boccia ha esercitato sull’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano fu incessante e a 360 gradi: per questo la Procura di Roma le contesta il reato di «minaccia ad appartenente a Corpo politico»; oltre a quello di lesioni aggravate. Lady Pompei era arrivata al punto di ritoccare le foto via via pubblicate sui social; manipolandole quelle che la ritraevano all’interno del Ministero della cultura, per far credere che frequentasse abitualmente il Ministero di via del Collegio Romano. Inoltre, «pubblicava abitualmente, senza il consenso di Sangiuliano, foto private» con lui. E «simulava la sua presenza in luoghi frequentati privatamente» dall’allora ministro, racconta il Messaggero.

Quanto rischia Maria Rosaria Boccia

Maria Rosaria Boccia avrebbe esercitato pressioni  a partire dall’agosto scorso fino a questi giorni: i pm specificano che «la condotta è ancora in corso». Queste pressioni si sono esplicate anche nell’aver tentato di «contattare ripetutamente la moglie di Sangiuliano; con chiari riferimenti alla sua relazione extraconiugale con il marito». Per questo motivo la Procura ha chiesto ai carabinieri del nucleo investigativo di Roma di cercare nei dispositivi informatici sequestrati sabato scorso alla Boccia «chat intercorse tra l’indagata e utenze in uso alla moglie di Gennaro Sangiuliano, Federica Corsini; e all’amica Melania Rizzoli (moglie del defunto Angelo Rizzoli ed ex vice presidente della Regione Lombardia, ndr); incluse registrazioni audio e video».  La sua posizione potrebbe così finire per aggravarsi.

Il materiale sequestrato a Maria Rosaria Boccia: “Foto ritoccate”

Nelle «minacce idonee a compromettere la figura politica e istituzionale di Gennaro Sangiuliano», lo stesso reato ipotizzato nella «trattativa Stato-mafia» e per il quale rischia una condanna fino a 7 anni. I carabinieri hanno acquisito la chat integrale tra l’indagata e l’ex ministro,:per «ricostruire l’avvio della relazione affettiva e il relativo sviluppo patologico; gli episodi penalmente rilevanti e cercare riscontro» a quanto denunciato dalla vittima in Procura alcuni giorni fa. Gli inquirenti vogliono capire «i motivi che abbiano eventualmente spinto (Boccia, ndr) alla richiesta ritorsiva, nonché motivato l’aggressione subita» il 17 luglio scorso da Sangiuliano.

«Minacce idonee a compromettere la figura politica e istituzionale di Sangiuliano»

«In particolare — si legge nel decreto del pm Giulia Guccione- dopo la fine della relazione extraconiugale con Sangiuliano; e dopo aver appreso che la bozza del decreto di nomina a consigliera del ministro era stata bloccata per volontà dello stesso; (Boccia) contattava ripetutamente Sangiuliano richiedendo appuntamenti rifiutati; gli uffici del ministero per conoscere gli esiti della procedura di nomina; informava Sangiuliano di una sua presunta gravidanza; simulava la sua presenza in luoghi frequentati privatamente da Sangiuliano; pubblicava progressivamente, senza il consenso di Sangiuliano, foto private; nonché foto oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del ministero; divulgava ai media e sui social notizie attinenti la sua relazione, ai suoi rapporti con il ministero; e all’accesso a documenti ed informazioni riservate: ogni volta alludendo alla disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro. E rilasciava interviste nelle quali affermava che Sangiuliano era sotto ricatto».

L’inchiesta avrà ora una lunga fase dedicata all’esame di tutto il materiale contenuto negli oggetti sequestrati.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *