Riflettori puntati sul dopo Nasrallah: ecco chi è Safieddine, il papabile successore, e quali scenari si aprono
Con la conferma di Hezbollah la morte di Hassan Nasrallah – rimasto ucciso nel raid israeliano su Beirut – diventa un punto fermo da cui ripartire. La cronaca di una morte annunciata – da tempo il numero uno degli estremisti islamici era nel mirino dell’esercito di Tel Aviv, che aveva anche sottolineato che il leader “non potrà più terrorizzare il mondo” – con cui il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano alza il tiro e rilancia: «Sappiamo come colpire chi ci minaccia».
E mentre il portavoce dell’Idf ammonisce: «Ci aspettano giorni difficili, risponderanno all’attacco», gli Usa con il presidente Biden commentano: «Hassan Nasrallah e il gruppo terroristico che guidava, Hezbollah, sono stati responsabili dell’uccisione di centinaia di americani. E nel corso di un regno di terrore durato quattro decenni. La sua morte in un attacco aereo israeliano è una misura di giustizia per le sue numerose vittime, tra cui migliaia di americani. Israeliani. E civili libanesi».
Si apre il dopo Nasrallah: ecco chi è il papabile successore
Non solo però. Perché tra un colpo al cerchio e uno alla botte, gli Usa, attraverso le parole del presidente Biden aggiungono anche: «Gli Stati Uniti sostengono pienamente il diritto di Israele di difendersi contro Hezbollah. Hamas. Gli Houthi, e qualsiasi altro gruppo terroristico sostenuto dall’Iran». Ma – ribadiscono anche – «alla fine, il nostro obiettivo è la de-escalation dei conflitti in corso sia a Gaza che in Libano, attraverso mezzi diplomatici». A allora, dal fronte ai tavoli di negoziazione, dalla morte alla sua successione, come chiaramente intuibile l’uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ha spostato i riflettori sull’uomo ampiamente considerato il suo erede: Hashem Safieddine, scampato al raid del 27 settembre.
Cugino di Nasrallah, nel 2017 il Dipartimento di Stato americano lo segnalò come terrorista
È lui, infatti, il probabile nuovo leader di Hezbollah dopo Nasrallah. L’uomo che, in qualità di capo del consiglio esecutivo, supervisiona gli affari politici di Hezbollah. La personalità di spicco che fa anche parte del Consiglio della Jihad, e che gestisce le operazioni militari del gruppo. Cugino di Nasrallah, come lui è un religioso che indossa il turbante nero che denota la discendenza dal profeta Maometto. Il Dipartimento di Stato americano lo designò terrorista nel 2017. A giugno minacciò una grande escalation contro Israele dopo l’uccisione di un altro comandante di Hezbollah, dichiarando al funerale: «Lascia che il nemico si prepari a piangere e lamentarsi»…
Un militante attivo di Hezbollah allineato alla causa palestinese
Nel frattempo, tutte le dichiarazioni pubbliche di Safieddine hanno quasi sempre puntato a riflettere la posizione militante di Hezbollah e il suo allineamento con la causa palestinese. In un recente evento a Dahiyeh, la roccaforte di Hezbollah distrutta il 27 settembre, dichiarò: «La nostra storia, le nostre armi e i nostri razzi, sono con voi», in segno di solidarietà con i miliziani palestinesi. Del resto, la conferma israeliana dell’uccisione di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah per oltre 32 anni, lascia un vuoto di potere significativo all’interno del movimento sciita. Un vuoto che va assolutamente colmato, e quanto prima, sollevando comunque speculazioni su chi prenderà il posto di comando.
La lunga militanza di Saffiedine, considerato il “braccio destro” di Nasrallah e dato per suo successore
Pertanto, in un contesto caratterizzato da segretezza e riservatezza nelle procedure di selezione dei leader emerge, secondo i media arabi tra cui al-Sharq al-Awsat, come principale candidato Hashem Safieddine, per tutti una figura chiave all’interno del movimento. Sempre in prima linea, anche se un passo indietro rispetto a Nasrallah, il 59enne Safieddine è stato a lungo considerato il “braccio destro” del leader indiscusso. Un uomo discreto ma potente, responsabile dell’amministrazione finanziaria e organizzativa di Hezbollah. Sebbene non sia stato un volto pubblico di primo piano, ha giocato un ruolo cruciale nella gestione interna del partito, lasciando al suo cugino maggiore la guida strategica e politica.
Il papabile successore di Nasrallah, i legami con l’Iran rinforzati dal matrimonio del figlio
Oltretutto, l’influenza di Safieddine non si limita al Libano, ma si estende anche all’Iran, dove ha trascorso anni studiando a Qom, centro nevralgico dell’istruzione religiosa sciita. I suoi stretti legami con Teheran si sono poi ulteriormente consolidati nel 2020, quando suo figlio Rida ha sposato Zainab Soleimani, figlia del generale Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds iraniana ucciso in un attacco statunitense. Questi legami rafforzano la sua posizione come successore naturale di Nasrallah, in quanto rappresentano la continuità delle strette relazioni tra Hezbollah e l’Iran.
E a parte il fatto che uno dei maggiori punti di forza di Safieddine è la sua lunga esperienza alla guida del Consiglio esecutivo di Hezbollah – un organo che non solo si occupa delle operazioni quotidiane del partito, ma gestisce anche una vasta rete di investimenti economici che garantisce l’indipendenza finanziaria dell’organizzazione, che va ben oltre i confini libanesi – la visione politica di Safieddine è fortemente influenzata dagli anni trascorsi in Iran, dove ha abbracciato il principio del Wilayat al-Faqih (il governo del giurista).
L’uomo del legame ideologico tra il gruppo libanese e Teheran
Una dottrina teocratica che guida il sistema politico iraniano e che è stata promossa dall’ayatollah Khomeini. Sebbene molti sciiti libanesi non seguano questa ideologia, Safieddine è uno dei suoi principali sostenitori all’interno di Hezbollah. E la sua adesione a questo modello teocratico sottolinea ulteriormente il legame ideologico tra il gruppo libanese e Teheran.