Schiaffo a Greta e Carola: il voto tedesco conferma il “vaffa” dei giovani Ue all’ideologia progressista

3 Set 2024 14:59 - di Natalia Delfino
voto germania

C’è un aspetto del voto in Turingia e Sassonia passato piuttosto inosservato nelle analisi del giorno dopo, molte delle quali centrate più sull’allarme “nazismo” che sulla disfatta del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz. Si tratta del dato sul voto dei giovani, che hanno dato un contributo molto importante nell’affermazione dell’Afd. A focalizzare l’attenzione su questo elemento è stato il quotidiano La Verità, in un articolo dal titolo “Bye bye Greta: in Ue i giovani vanno a destra”. Perché il voto regionale in Germania non rappresenta un caso isolato, ma l’ultima affermazione di uno spostamento dei giovani a destra che percorre l’intera Europa e che non consente di liquidare il fenomeno né con letture semplicistiche né con allarmi sempre più urlati.

Il governo tedesco senza più legittimazione popolare

“Ora leggeremo fiumi di inchiostro sulla necessità democratica di fermare la ‘marea nera’… ma qualcuno si porrà il problema del governo progressista, il governo del più grande Paese europeo, che non ha più uno straccio di legittimazione popolare?”, ha scritto su Facebook il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, riferendosi al risultato complessivo delle elezioni in Germania. Un ragionamento che si può applicare al dato disaggregato del voto giovanile, dal quale emerge, anche a livello europeo, la bocciatura delle politiche progressiste da parte dei giovani, con buona pace delle narrazioni che li vorrebbero tutti emuli di Greta Thunberg e compagni su temi come ambientalismo e diritti.

Non solo in Germania, il voto giovanile guarda a destra in tutta Europa

In Sassonia l’Afd ha preso il 31% dei consensi; in Turingia il 38%. La sinistra di Linke il 16% e i Verdi il 5%. Una bocciatura che più sonora non si poteva. “Nei Paesi fondatori dell’Ue, l’adagio dei giovani col cuore a sinistra sta invecchiando male”, scrive Alessandro Rico, che firma l’articolo e che poi passa a fare una panoramica del voto degli under 30 così com’è emerso dalle ultime elezioni in giro per l’Ue. Alle europee il voto dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni in Italia è stato alla pari al 22% tra FdI e Pd, che pure ha la pretesa di presentarsi come partito dei giovani. In Francia gli elettori tra i 18 e i 24 anni hanno assegnato al solo Rassemblement national il 33%, mentre la sinistra ha avuto bisogno di aggregarsi nel Nuovo fronte popolare per raggiungere il 48%.

Fra i dati ricordati anche quello della Spagna, dove “i conservatori di Vox e gli euroscettici anti immigrazione di Se acabó la fiesta, insieme dovrebbero valere intorno al 21%”; dell’Olanda, dove “Geert Wilders, in Olanda, alle elezioni del 2023 era salito dal 7 al 17% dei consensi nella fascia 18-34 anni”; del Portogallo, dove “un quarto dei cittadini di quell’età sceglie Chega, il partito nazionalista fondato da un fuoriuscito dai socialdemocratici”; del Belgio, dove “il 32% dei maschi della Gen Z si considera vicino a Vlaams Belang, movimento fiammingo che vuole l’indipendenza dalle Fiandre e una stretta sui migranti”; della Svezia, dove “il 16,6% degli under 29 sta con i Democratici svedesi, fieri oppositori dell’islamizzazione del Paese”.

I giovani guardano alle istanze sociali, non all’ideologia

“Dove l’immigrazione incontrollata, la crisi di ordine pubblico da essa innescata, l’austerità e l’indebolimento del ceto medio hanno inciso maggiormente – la Germania Est fa scuola – anche i giovani hanno iniziato a voltare le spalle ai movimenti ecoansiogeni e alla sinistra tradizionale, stile Spd. Ora si rivolgono alla destra, o a una sinistra tipo quella della turingia Sahra Wagenknecht, più attenta alle classi penalizzate dalla globalizzazione che all’accoglienza dei migranti, alle rinnovabili e alle armi da spedire a Kiev”, si legge nell’analisi de La Verità. Insomma, per i giovani le istanze sociali valgono più di quelle ideologiche e non c’è allarme onda nera che tenga di fronte alle criticità della realtà, alle quali la sinistra non solo non ha saputo dare risposte, ma spesso le ha acuite.

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