Schiaffo alla Boldrini dal giudice Lucia Musti: “Voglio essere chiamata procuratore, non procuratrice”

14 Set 2024 17:08 - di Marta Lima

«Chi vuole essere chiamata procuratore, come me, forse ha una femminilità diversa.  Non fermiamoci di fronte a certe parole che si vogliono strumentalizzare». Fanno discutere, a Torino, le parole di Lucia Musti, neo procuratore generale, che ha immediatamente messo in chiaro come la pensa sulle battaglie pseudo-femministe condotte negli ultimi anni da Laura Boldrini per la “femminiliazzazione” delle cariche. La presa di posizione, ovviamente, ha spaccato subito colleghi, politici e avvocati.

La scelta del procuratore Lucia Musti

“Mi piace questa scelta, è coraggiosa”, si è lasciato scappare dalla prima fila il presidente della Regione Alberto Cirio, riferisce La Stampa di Torino, che cita anche Paola Berzano, vice presidente della commissione pari opportunità della Regione Piemonte, secondo cui sarebbe «scorretto dire procuratore». «Per una questione di lingua – dice – visto che in italiano la parola non è neutra, e poi perché chiamare la procuratrice con il maschile non valorizza né il genere, né la fatica che le donne hanno fatto per rivestire certi ruoli”. Si schiera con Lucia Musti, invece, il prorettore del Politecnico di Torino Elena Baralis. “Anche io ho chiesto di essere chiamata prorettore – afferma – e penso di avere la stessa motivazione di Musti. Quello che conta sono i fatti e non la sostanza. Conta il fatto che ci siano donne che raggiungono posizioni apicali anche in ambiti a prevalenza maschile come ilo mio. Mi piace come suona la parola…”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *