Scholz e Macron, sconfitti alle urne ma al governo: il modello “perdente” della sinistra europea
Scholz-Macron rappresentano un modello e un binomio che la sinistra italiana vorrebbe imitare: perdere sonoramente le elezioni ma governare. Seppure ontologicamente diversi, il presidente francese e il cancelliere tedesco governano(per Macron va messo a parte il fatto che è eletto direttamente e starà in carico altri tre anni) senza il consenso popolare. E le analogie non finiscono qui.
Scholz e i suoi fantasmi eduardiani
Il leader socialdemocratico tedesco aveva già sonoramente perso le elezioni europee. E la sconfitta si è replicata in Turingia e Sassonia. Soprattutto, perdono continuamente consensi i suoi alleati di governo. Addirittura in Turingia i socialdemocratici sono riusciti a entrare in parlamento con il 6,1% dei voti, mentre i Verdi e l’Fdp non hanno superato la soglia del 5%. Tiene la Cdu ma la coalizione si assottiglia come consensi e affronta il risultato elettorale. Con un Afd che diventa il primo partito in Turingia e che supera il 30% Scholz diventa sempre più confuso.
La rincorsa a “destra” del cancelliere
Scholz dopo i gravi fatti terroristici da parte di esponenti islamici ha reagito vietando addirittura i coltelli con una lama superiore a tre centimetri. Cerca di recuperare in termini di sicurezza ma la Germania vive una fase di recessione e le sue colpe non sono solo quelle riferite al tema della sicurezza ma anche, come ha ricordato oggi Ecr, alla debolezza della sua proposta programmatica e al suo furore ideologico ambientalista.
“Le elezioni in Turingia e in Sassonia certificano le enormi difficoltà del governo tedesco a guida socialista. Proprio nella terra di origine della SPD, gli elettori hanno punito sonoramente chi non ha compreso i risvolti negativi della globalizzazione sull’occupazione, chi ha favorito il processo di deindustrializzazione imponendo l’ideologia verde, chi ha minimizzato gli impatti negativi di una immigrazione incontrollata e le minacce per la sicurezza ad essa collegate”, ha detto il co-Presidente di Ecr, Nicola Procaccini.
Allearsi e “tradire” pur di fermare le destre: Scholz-Macron
Scholz e Macron hanno perso, anzi straperso, le elezioni europee. Il secondo, che è Capo dello Stato e ha grandi poteri essendo eletto direttamente, ha sciolto le camere. Ha perso ancora al primo turno e, pur di fermare il Rn, ha costruito un’alleanza “costituzionale” farlocca: si è alleato con un antisemita come Melènchon, con una desistenza in tutti i collegi, e poi lo ha mollato senza colpo ferire al punto che oggi lo stesso Melènchon si è messo a raccogliere firme per l’impeachment.
Il cancelliere teutonico sta facendo la stessa cosa: perde e malissimo in Sassonia e Turingia e ora invoca cordoni sanitari per tenere fuori Afd dal governo delle regioni. Esattamente come il collega francese, si arroga il diritto di disegnare le alleanze mentre le urne hanno detto tutt’altra cosa.
Scholz ha visto svanire i voti dei socialdemocratici(il suo partito), dei verdi e dei liberali. Si regge grazie alla Cdu ma il leader della Csu(alleata con i democristiani tedeschi) Markus Soeder ha già annunciato di volersi candidare a cancelliere(come aveva tentato di fare tre anni fa).
E tutto questo avviene mentre Afd ha superato i socialdemocratici e la vecchia locomotiva dell’economia europea è in piena recessione.
La democrazia incompiuta
Al di là di come possano essere Afd e Rn, la retorica dell’antifascismo è un perfetto alibi per non realizzare ciò che gli elettori vogliono. Peraltro il Rn è distante mille miglia dal Front National, difende la comunità ebraica contro l’antisemitismo di sinistra e prende voti da un elettorato che oggi ha connotazioni diverse. E su Afd, al netto di stupidaggini e presenze nostalgiche, il voto che arriva non c’entra un fico secco con il nazismo. E’ un voto di chi risente della crisi industriale, di uno stato sociale indebolito, di una recessione che comporta disoccupazione e instabilità.
Scholz e Macron, teocratici di fatto
Così come l’Imperatore mishimiano doveva avere una natura e connotazione divina (ma il concetto in Giappone aveva una sua tesi non confrontabile), Macron e Scholz sembrano dimenticare il valore della democrazia. Il francese forse abusa dei poteri che la Costituzione gli riserva e concede anche per il fatto di essere eletto direttamente dal popolo, il tedesco che è un primus inter pares va anche oltre. Macron è stato sconfitto sonoramente alle europee e dal punto di vista politico avrebbe dovuto dimettersi ma ha invece sciolto le Camere, mentre Scholz dopo la sbornia delle regionali ha la pretesa di indicare percorsi ed accordi. Entrambi si muovono come se il loro mandato fosse teocratico e non basato sul consenso popolare.
Un “modello” da imitare o un modello italiano?
Governare senza vincere è un modello da importazione franco-tedesca oppure è una invenzione di casa nostra? Il 2013, Letta andò al governo senza avere vinto le elezioni alleandosi con Forza Italia. Sette mesi dopo Matteo Renzi fece la stessa cosa approfittando della scissione del Ncd e lo stesso fece Gentiloni. Il 2018 il primo partito furono i Cinquestelle ma non c’era un’alleanza vincente. E cosi nacquero tre governi pastrocchio: il Conte uno, quello bis, e quello Draghi. Tutti frutto di accordi da proporzionale in un sistema maggioritario. E tutto per isolare le destre che, al netto delle differenze radicali esistenti tra la nostra, quella francese e quella tedesca, sono maggioranza elettorale ma devono stare all’opposizione.