Sinner a Pechino vola in semifinale. Furia di Panatta e Pietrangeli: ricorso Wada surreale, orribile quello che gli stanno facendo

30 Set 2024 17:19 - di Lara Rastellino
Sinner

Mentre la decisione della Wada di ricorrere contro Sinner sul caso Clostebol sembra a molti una congiura contro il campione azzurro e l’Italia – specie a fronte del trattamento decisamente dispari riservato ai nuotatori cinesi che all’Olimpiade sono arrivati comunque a indossare le medaglie al collo – il fuoriclasse altoatesino continua la sua marcia vittoriosa in quel di Pechino, e guadagna l’accesso in semifinale. Ora mentre il mondo discetta e i detrattori infieriscono – chi con la bava alla bocca, chi in punta di fioretto, ma non meno accanitamente – il numero 1 del mondo e prima testa di serie, sconfigge il 22enne ceco Jiri Lehecka, numero 37 del ranking Atp, con il punteggio di 6-2, 7-6 (8-6) in un’ora e 44 minuti. E adesso aspetta in semifinale il vincente del match tra il russo Andrey Rublev, numero 6 del mondo e 4 del seeding, e il cinese Yunchaokete Bu, numero 96 del ranking.

Sinner batte Lehecka in 2 set: è in semifinale a Pechino

Per Sinner è la prima vittoria in due set nel torneo. Il primo parziale va via senza problemi per l’azzurro che piazza due break al quarto e all’ottavo game chiudendo 6-2. Molto più equilibrato il secondo con l’altoatesino che spreca una palla break nell’ottavo gioco e ne salva a sua volta due nell’undicesimo. Si va al tie-break dove il ceco va 5-3 e poi 6-4 con due set point, che Sinner annulla, chiudendo 8-6 al primo match point con quattro punti di fila. Per l’altoatesino 7 ace (il più importante l’ultimo, per cancellare la seconda palla-break) e 3 doppi falli, il 60% di prime in campo con l’88% dei punti vinti oltre ad un 56% di punti conquistati con la seconda. A referto 14 vincenti a fronte di 18 errori non procurati: 10 contro 12 il bilancio del ceco.

Ricorso Wada? La migliore risposta a dubbi e sospetti arriva sempre dal campo

Insomma, al di là dei travasi di bile dell’invidioso Kyrgios e delle sibilline insinuazioni dei presunti “amici” e colleghi di Sinner, per il campione azzurro parlano i risultati sul campo: la risposta più efficace e definitiva alle speculazioni sul caso doping che si credeva archiviato dopo le sentenze, ma che la Wada ha ostinatamente voluto riaprire. Una decisione, annunciata dalla specificazione veemente con cui l’organo internazionale antidoping pochi giorni prima della presentazione ufficiale del ricorso, rettificava sulla chiusura della vicenda, anticipando in qualche modo l’atto successivo. Una mossa che non convince moltissimi esperti ed ex campioni del settore: su tutti Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli, non certo uno passibili del sospetto di simpatie aprioristiche nei confronti di Jannik Sinner.

Sinner, furia Pietrangeli contro il ricorso Wada: «Una roba surreale»

Proprio la leggenda del tennis italiano allora, Nicola Pietrangeli, intervistato dal quotidiano Libero in merito alla decisione della Wada di presentare ricorso contro la sentenza dell’International Tennis Integrity Agency (Itia), che aveva assolto il campione altoatesino lo scorso agosto, non fa sconti. Anzi, di più: si scaglia furiosamente contro quello che ormai a tutti sembra un accanimento che lascia adito a dubbi e retropensieri.

Comincio a pensare che Jannik sia «un perseguitato»

«Jannik è il più bravo del mondo, ha 23 anni e che bisogno avrebbe di doparsi?», si domanda semplicemente in punta di logica il 91enne campione al Roland Garros nel biennio 1959-1960 lanciandosi in difesa di Sinner. «La Wada è una commissione che usa due pesi e due misure, mi ricorda certa magistratura italiana. La vicenda era chiusa a doppia mandata, ora ha messo la patata bollente nelle mani del TAS, forse per pulirsi la coscienza. In un certo senso lo ritengo perseguitato. Mi auguro di tutto cuore che il ricorso finisca in una bolla di sapone. Sa quali danni farebbe l’assenza di Jannik, nel caso di una squalifica, negli Slam e nei grandi tornei? E anche in Davis?»…

Poi su Kyrgios: «Stupidamente geloso e invidioso»…

E ancora. Il caso Sinner-Wada, continua Pietrangeli, «è roba surreale». Così come inaccettabile, per il campione 91enne gloria del tennis italiano, la reazione tipeda o virulenta di alcuni colleghi quando il caso è esploso. Con tanto si strascichi, da parte di uno di loro in particolare: Nick Kyrgios, che all’indomani dell’annuncio del ricorso, ha continuato a infierire con tweet e dichiarazioni di dubbio gusto e aperta ostilità. Un comportamento che, alla faccia del savoir faire e della diplomazia social, Pietrangeli non ha mancato di bollare come «stupidamente geloso e invidioso»… Non è escluso, peraltro, che il tennista australiano di origini greche e malesi, molto attivo sui social, ma in stand by dal tennis per problemi fisici già da un po’, si fermi qui…

La difesa a spada tratta di Panatta: Sinner dopato? È ridicolo, un’operazione politica per battere un colpo

E non è ancora tutto. Perché se per Pietrangeli l’intera vicenda è «surreale», per Adriano Panatta il caso è «ridicolo». Di più: «L’accusa a Jannik – incalza il campione romano – è solo un mezzo per far vedere che la Wada esiste, è solo politica». Anche Panatta scende in campo, e si schiera a spada tratta col fuoriclasse altoatesino: «La vicenda che ha colpito Jannik è ridicola, sì, ridicola», commenta. «Tutti hanno accertato la sua estraneità e la Wada ha chiesto una sospensione di 1-2 anni per “negligenza”. Questo solo per “battere un colpo”. Per trovare uno spazio all’interno del mondo della comunicazione, una mera operazione politica. Con una pomata non ci si dopa. Tutto ciò che è stato fatto è orribile, Sinner è pulito, pulitissimo».

 

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