Sinner: rivincita sul campo mentre la Wada affonda il colpo. Tutti col campione, tranne il rosicone Kyrgios. Bertolucci: così lo uccidono
Nonostante il ricorso annunciato dalla Wada, lo dimostra sul campo, Jannik Sinner, quanto vale e quanto riesce a primeggiare. Fedele al ranking che lo erge sul primo gradino del podio mondiale per talento, tenacia, impegno, serietà e correttezza. Tutto con buona pace dei detrattori e degli invidiosi dalla tempra annacquata dall’odio alla Kyrgios, che da subito ha invocato la squalifica dell’altoatesino e periodicamente, soprattutto X, è tornato sulla vicenda con messaggi sgradevoli, dando sfogo a tutta la sua irruenza comportamentale, nota sul campo e fuori. E come lui, in molti – compresi presunti amici del tennista altoatesino – si sono tuffati sulle leve della macchina del fango per strumentalizzare dubbi e carte bollate della presunta vicenda doping – dolorosa e difficile per il campione azzurro –. E per dare libero libero (e discutibile) sfogo a sospetti e gelosie di piccole partigianerie…
Sinner, la rivincita sul campo mentre la Wada affonda il colpo
E allora, l’ultima rivincita di Jannik arriva dal campo di Pechino, dove nei sedicesimi di finale il 23enne ha sfidato e battuto il russo Roman Safiullin per 3-6, 6-2, 6-3 in 2 ore 22 minuti di gioco, nel match valido per gli ottavi di finale. E ancora una volta in rimonta, Sinner ha la meglio su un rivale di tutto rispetto. Eppure, sembra che la dimostrazione sul campo – l’ennesima – non basti ai Torquemada del doping. Anzi, si evince proprio che e non possa bastare… Jannik Sinner accede ai quarti di finale del torneo Atp di Pechino, e intanto l’agenzia mondiale antidoping (Wada) chiede la sua squalifica per 1 o 2 anni per il caso Clostebol…
Sinner e la vittoria col freno a mano a tirato: quanto c’entra il ricorso della Wada?
E non possiamo non chiederci se e quanto – dopo aver affrontato il primo turno contro il cileno Nicolas Jarry partendo con il freno a mano tirato. E dopo aver vacillato anche nell’avvio di match contro lo sfidante russo Safiullin – tutto questo possa incidere sulla tenuta psicologica di un campione che, per quanto forte e dal talento “disumano”, come sottolineano amici e avversari, è comunque sempre fatto di carne e ossa…
Le parole e l’amarezza del campione in conferenza stampa a Pechino
Infatti, è nella conferenza stampa del dopo partita di oggi che Sinner rivela le sue fragilità e le sue perplessità al cospetto della platea di cronisti in Cina. A cui il campione azzurro non nasconde il malumore per la decisione dell’agenzia mondiale antidoping (Wada), che ha presentato ricorso al Tas nel caso doping che coinvolge l’azzurro: per il numero 1 del mondo, viene chiesta una squalifica di 1-2 anni. «Sono molto deluso e anche sorpreso dall’appello della Wada visto che abbiamo avuto tre udienze e tutte e tre sono andate molto positivamente per me», ha spiegato Sinner in conferenza stampa dopo la vittoria su Safiullin nel torneo Atp di Pechino, in merito al ricorso dell’agenzia mondiale antidoping contro la sua mancata squalifica per la positività al Clostebol.
«Non me l’aspettavo… Forse vogliono solo essere sicuri che tutto sia nella posizione giusta»
«Non me l’aspettavo. L’ho saputo un paio di giorni fa, oggi è diventato ufficiale. Ma è stata una sorpresa per me. Forse vogliono solo essere sicuri che tutto sia nella posizione giusta. Resto comunque sorpreso che abbiano presentato appello», ha sottolineato Sinner. Una vicenda che sembra senza fine, su cui lo stesso Angelo Binaghi, presidente della Fitp, commenta: «Abbiamo grande fiducia nell’organo (il Tas) che dovrà porre la parola fine sul caso. Poiché Sinner ha dalla sua non soltanto l’evidenza dei fatti ma anche l’assoluzione da parte di ben tre organi indipendenti, sono sicuro che l’unico effetto dell’appello della Wada sarà positivo. Perché sancirà l’innocenza del ragazzo e metterà fine una volta per tutte a questa vicenda, restituendoci un campione nel pieno della sua serenità».
Parola d’ordine: positività. Capitan Volandri: sempre al suo fianco. In Coppa Davis ci sarà sempre una maglia pronta per lui»
Positività sembra essere la parola d’ordine che si alza forte e chiara dal ghota del nostro tennis, con capitan Volandri che non manca di sottolineare a sua volta: «Sono certo che questa vicenda si concluderà nel migliore dei modi e lo renderà ancora più forte di prima. Siamo al suo fianco, e in Coppa Davis ci sarà sempre una maglia pronta per lui». Ma al di là di rassicurazioni, fiducia e ottimismo, cosa succede nella mente di un ragazzo che torna a vivere l’incubo della macchia del doping?
Lo psicologo Lavenia: «La Wada riapre una ferita, ma Sinner ha la forza per resistere mentre tutto trema»
«È qui che si gioca la partita più difficile. Perché difendersi da un’accusa ingiusta richiede energie che vanno ben oltre quelle fisiche. È la battaglia per la propria dignità: per l’immagine di sé che rischia di essere travolta dalle ombre del dubbio». E ancora: «È la forza di chi, senza clamore, affronta gli ostacoli con la stessa dedizione con cui affronta gli avversari sul campo. In fondo, il vero test non è mai solo quello fisico. È la capacità di restare centrati mentre intorno tutto trema. Di continuare a giocare – in campo e nella vita – con la serenità di chi sa che la verità, prima o poi, emerge sempre», osserva acutamente all’Adnkronos Salute Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, intervenendo sul caso.
Sull’ultimo capitolo della vicenda sul presunto uso della Clostebol – una sostanza proibita – da parte del tennista azzurro che però è stato ritenuto «esente da colpa o negligenza» da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (Itia). Una sentenza che la Wada ha impugnato, rendendo noto proprio oggi che ha presentato ricorso al Tas.
«Un racconto intriso di quel senso di beffa che spesso si riserva ai puri di cuore»
La storia di Jannik Sinner «non è solo una vicenda sportiva, ma un racconto intriso di quel senso di beffa che spesso si riserva ai puri di cuore – aggiunge Lavenia –. Un giovane campione, talentuoso e apprezzato per la sua compostezza, si ritrova coinvolto in un caso che ha il sapore dell’assurdo. Una quantità infinitesimale di una sostanza proibita, assorbita involontariamente durante un massaggio dal suo fisioterapista, diventa l’epicentro di un terremoto mediatico e giudiziario che potrebbe cambiare la sua carriera».
Bertolucci: «Non è giusto tenerlo sulla graticola. Così lo uccidono…»
Un punto su cui si è soffermato anche una nostra gloria del passato del tennis italiano del calibro di Paolo Bertolucci. Il quale, dopo aver asserito di essere «fermamente convinto dell’innocenza di Sinner», in un colloquio telefonico con l’Agi ha anche emblematicamente aggiunto: «Non è giusto tenere un tennista sulla graticola per tutto questo tempo. Fermare un atleta per un tempo così lungo è ridicolo – commenta ancora Bertolucci –. Significa ucciderlo»…
Antoniozzi: «Il ricorso della Wada è un grosso errore. Sinner non ha mai barato»
Un concetto che non manca di ribadire il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, che a riguardo ha dichiarato: «Jannik Sinner non ha mai barato. Il contrasto al doping è una cosa sacrosanta ma tutti sanno che il nostro campione è innocente. Il ricorso della Wada è un grosso errore poiché le sostanze trovate su Sinner dimostrano che è stata una mera disattenzione. Siamo fiduciosi che il Tribunale sportivo di Losanna riconoscerà a Sinner la sua innocenza». INtanto la marcia di Sinner sui campi di Pechino prosegue: l’azzurro, detentore del titolo, affronterà nei quarti il ceco Jiri Ledecka. Sperando che dentro di sé trovi la forza e la concentrazione necessarie a far appello a talento e verità della sua tempra di campione.