Sondaggio Ghisleri, doppio schiaffo alla sinistra: FdI oltre il 30% e no degli italiani alla cittadinanza facile

26 Set 2024 18:15 - di Bianca Conte
sondaggio cittadinanza

Non bastassero le argomentazioni documentate – e le tesi smontate – di anfitrione e ospiti in studio, la parola passa ai numeri. O meglio, alle cifre indicative dei sondaggi che a suon di percentuali, confronti e riscontri, sanciscono a chiare lettere il successo del governo e dell’alleanza dei partiti che lo compongono. E infatti, non a caso, dopo infinite sperequazioni su Meloni all’Onu, il premio ricevuto dalle mani di Musk, libere dissertazioni su cittadinanza, legge esistente e diritti futuribili, in base a quanto emerge dal sondaggio eseguito dall’istituto Euromedia Reserch per Porta a Porta, relativo alle intenzioni di voto e andato in onda ieri, Fratelli d’Italia svetta in solitaria al 30,3% delle preferenze elettorali.

Sondaggio Ghisleri, da “Porta a Porta” lo schiaffo al quadrato inferto dagli elettori alla sinistra

Seguito da un Pd in affanno alla disperata rincorsa del campo largo, al 23,5%. E con il Movimento 5 Stelle che si attesta al 10,5 %, sempre arrancando a racimolare decimi di percentuale per poter dimostrare le ragioni di una linea ondivaga contestata all’interno della stessa alleanza, mai decollata. Un’indagine, quella presentata ieri, che ripropone il “quasi” pareggio tra Lega e Forza Italia: con la prima forza di governo che si attesta all’ 9,2%. E la seconda al 9,0%. Fanalini di cosa ai piedi dei gradini del podio, infine, Azione al 3,4%, l’Alleanza Verdi e Sinistra sul 5%, Italia viva che viaggia sul 2,4%, +Europa all’1,5% e Noi Moderati allo 0,8%.

Partiti: FdI svetta in solitaria al 30,3% delle preferenze elettorali

Potrebbe bastare per leggere in controluce umore e fiducia degli elettori rispetto al governo e ai temi caldi nella sua agenda. Invece, quasi a rimarcare quanto facilmente desumibile dalle indicazioni sulle intenzioni di voti degli italiani, Vespa rilancia anche l’indagine firmata Ghisleri sulla cittadinanza: e anche in questo caso gli italiani si dimostrano più realisti del re, e decisamente più concreti, al di là di logiche di partito e polemiche parlamentari sfociate nel quesito referendario. E allora, è presto detto: e Vespa presenta esiti e significati dell’indagine senza fronzoli o orpelli demagogici, annunciando dallo studio di Via Teleuda il sondaggio che stigmatizza quello che gli «italiani pensano sulla cittadinanza agli stranieri. Dieci anni sono troppi? Sono pochi?».

Ma la vera batosta arriva sul quesito in merito alla cittadinanza più facile: contrari oltre la metà degli italiani

La domanda rivolta agli interpellati dell’indagine non lascia adito a equivoci o spazio alle ambiguità propagandistiche: «siete favorevoli o contrari a ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia per richiedere la cittadinanza con trasmissione automatica ai figli minorenni?». E il tema su cui la sinistra ha profuso ogni tipo di sforzo per raccogliere mezzo milione di firme. Ma la risposta degli italiani, qual è stata? Ebbene, ce la fornisce Alessandra Ghisleri, che tra domande e risposte, lascia che la sentenza sia squisitamente popolare. E se vox populi, vox dei, vale ancora, eccolo il verdetto degli elettori: favorevoli il 35.6. Contrari il 52.4. Non sa o non risponde il 12% degli interpellati.

Propensi allo Ius scholae, ma no a cittadinanza più corta

Potrebbe già bastare, ma la matematica percentuale non può tenere conto dei mal di pancia dei partiti e delle mobilitazioni del momento della sinistra in barricata. E allora giù con altri numeri, che piovono come pietre sulla povera Serracchiani in affanno nello studio di Porta a Porta. Che se da un lato sembrano esseri favorevoli allo Ius scholae – un 44,2 di favorevole contro un 37,1 di contrari – dall’altro bocciano in prima istanza, favorevoli o contrari che siano, la cittadinanza sic et simpliceter. Nel caso delle domande del sondaggio, sottolinea infatti Ghisleri, «l’italiano ha letto favorevolmente un impegno da parte del cittadino che desidera la cittadinanza. Mentre invece nel caso del referendum così come è stato posto, ovviamente non c’è questo impegno. Ossia: il diritto di avere la cittadinanza senza impegnarsi non piace alla maggioranza degli italiani». Un verdetto che più cristallino di così non potrebbe essere.

 

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