“TeleMeloni? Di che cavolo parlate? Con Giorgia la Rai cresce”. L’ex dg Saccà stronca la sinistra con i dati

25 Set 2024 14:40 - di Angelica Orlandi
Rai Telemeloni

«TeleMeloni? Disastro delle tv pubblica? Scusi ma di che cavolo stiamo parlando? Guardi che la verità fattuale è un’altra, e sta nei dati d’ascolto». A parlare è Agostino Saccà, uno che conosce bene la Rai, di cui è stato direttore generale. Ed è un uomo che parte sempre dai dati, dai numeri. Ad intervistarlo è Fancesco Specchia su Libero. L’azienda pubblica quest’anno sta facendo meglio dell’anno precedente, illustra nel corso del colloquio nel quale stronca definitivamente gufi e cassandre che preannunciavano la fine della Rai e l’invasione “delle cavallette” che si sarebbe abbattuta in seguito all’avvento del governo di centrodestra.

“Telemeloni è una fandonia”: La Rai meglio dello scorso anno

«Le parrà strano ma la Rai quest’anno, negli ultimi due quadrimestri, sta facendo meglio dell’anno passato. La somma dell’ascolto Rai è di 38.6% contro il 35.2% di Mediaset (l’anno scorso il Biscione era a 37.7%, la Rai al 38.2%)». Saccà entra nei dettagli. «In prime time Raiuno registra il 21.8% di oggi contro il 20.3% del 2023, grazie anche al buon lavoro di Angelo Mellone all’intrattenimento: 1.5 punti in più. Raidue cresce del +0.3% specie nel day time dove il lavoro di Milo Infante è stato senza dubbio glorioso; mentre si è sbagliato a piazzare Fiorello su Raidue per far contenti i giornalisti del Tg1: se parti col 30% è diverso che partire col 10%: l’effetto va su tutto il palinsesto della giornata».

Rai, Saccà stronca dati alla mano le vulgate anti meloniane

Tutta la vulgata antimeloniana viene confutata. Saccà rinosce il lavoro dei dirigenti finiti sotto gli strali delle opposizioni e della sinistra politica e sindacale che parla di Rai come di casa propria. Pino Insegno era stato uno dei bersagli prediletti insieme a De Martino, visti come portabandiera del nuovo corso meloniano. Tutti erano col fucile puntato. «Le dirò una cosa impensabile- dice a riguardo Saccà- : perfino Reazione a catena del “raccomandato dalla Meloni”  fa il 25.%:  lo stesso buon ascolto di sempre, mentre Canale 5 in sovrapposizione fa il 21.2%, quattro punti in meno nonostante quell’incapace di Insegno…». Già gli si er detto di tutto. Per non parlare di Rai3, che doveva tracollare dopo l’uscita di “pezzi da novanta”. Invece le cose non sono non sono andate come le prefiche indicavano: «Raitre doveva crollare data la “fuga” di volti – Augias, la deputata europea, il vicedirettore del Corriere della sera, soprattutto Fazio- a cui s’è attribuito un significato politico antimeloniano eccessivo. Invece, alla fine, l’ex rete di Guglielmi ha tenuto botta (prima era 6.8% ora al 6.3%), proprio nel momento in cui stava perdendo la sua identità progressista».

Saccà: “Pino Insegno fa gli ascolti di sempre, il 25%”

Dato molto significativo, così come il dato su cui da giorni si dibatte: il flop di Amadeus a Discovery, un’ altra assenza che avrebbe fatto vacillare viale Mazzini. Specchia va al sodo: “Caro Saccà, Amadeus è un pacco o no? L’ex direttore generale va giù pesante. «Direi un pacco, doppio pacco e contropaccotto: una brutta caduta d’ascolto. E la sua seconda uscita è stata peggio della prima. 3.6% di share invece di 5.2%. E tenga conto che ha fatto come il suo traino- 3.5%- Cash or trash condotto da Conticini. Però Amadeus l’ho lanciato io in Rai nel preserale con In bocca al lupo che anni fa faceva il 26% e batteva Fiorello su Mediaset con Lo spazzolino da denti. È una persona seria, e un lavoratore, arriverà magari al 6-7%, che è l’obiettivo che si pensava per lui a Discovery».

Come spiegare, dunque, il tonfo di Ama? «Quel suo format è indubbiamente meno forte di Affari tuoi. Certo la caduta è eccessiva. E c’entra il fatto che sia diventato più antipatico perché, agli occhi degli spettatori ha lasciato la Rai, la casa del padre (anzi, della madre) per denaro. Accadde negli anni 80 a Pippo Baudo: passò a Mediaset e il pubblico lo mollò, salvo recuperalo come figliol prodigo, uccidendo il vitello grasso dell’audience-12,5 milioni di spettatori- quando rientrò a viale Mazzini passando dal purgatorio di Serata d’onore su Raidue. D’altronde, il viaggio dell’eroe agli Inferi fa parte della verità archetipica…»



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