7 Ottobre, Schlein assente ingiustificata in Sinagoga. Lei nega la figuraccia: “C’era il Pd”
Non c’era, ma c’erano le secondo linee del Pd. Le giustificazioni di Elly Schlein alla figuraccia di ieri, quando si è segnalata come unica assente nel giorno del ricordo della strage di Hamas del 7 Ottobre, nella Sinagoga di Roma, sono state una toppa peggiore del buco. “All’appuntamento del 7 ottobre in Sinagoga a Roma il Pd c’era, con il responsabile Esteri Provenzano e altri deputati e senatori”, ha detto oggi la segretaria dei Dem a SkyTg24. Come a dire, le secondo linee… Ovviamente, a parte i calcoli elettorali che le ha contestato perfino la scrittrice israeliana Edith Bruck, pretende di dare lezioni anche al governo. “Il governo italiano potrebbe fare quello che ha fatto Sanchez, riconosca lo Stato di Palestina”, ha detto parlando della situazione in Medio oriente.
7 Ottobre, l’assenza di Schlein, Bonelli e Fratoianni in Sinagoga. Chi c’era
Ieri, a parte i soliti Fratoianni e Bonelli, assenti ingiustificati come la Schlein, in Sinagoga c’erano tantissimi ministri, politici, direttori di giornali alla solenne cerimonia commemorativa dell’attacco del 7 ottobre alla Sinagoga di Roma. In prima fila, accanto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il ministro dello Sport Andrea Abodi, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella.
Presenti anche Gianni Letta, il prefetto di Roma Lamberto Giannini, il capo della procura nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore generale della corte d’appello della Capitale, Giuseppe Amato, Renato Brunetta, presidente del Cnel, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Tra i moltissimi parlamentari presenti, Giuseppe Provenzano, Carlo Calenda, Maria Elena Boschi, Benedetto della Vedova, Mara Carfagna, Maurizio Gasparri, Giovanni Donzelli, Federico Mollicone e Piero Fassino. Quindi l’ex ministro degli Esteri e presidente della Camera, Gianfranco Fini, l’ex sindaco e ministro Francesco Rutelli, l’ex ministro e oggi rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo Luigi Di Maio.
I messaggi di Meloni e del Rabbino Di Segni
“Ricordare e condannare con forza ciò che è successo un anno fa non è un mero rituale, ma il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza che sempre più spesso si incontra nel farlo tradisce un antisemitismo latente e dilagante che deve preoccupare tutti. E le manifestazioni pubbliche di questi ultimi giorni lo hanno, purtroppo, confermato”, aveva detto la premier Giorgia Meloni. “Quello che è successo il 7 ottobre non è per noi un episodio isolato ma la prosecuzione di una storia in forme nuove ma sempre con lo stesso significato: l’espressione di un odio cieco e insensato e che spesso ci lascia soli. Le organizzazioni internazionali che dovrebbero essere super partes si sono fatte casse di risonanze dei più biechi pregiudizi antisemiti, usando due pesi e due misure. Deve essere chiaro che non si tratta di difendere gli ebrei, che in questi giorni devono stare attenti e guardarsi le spalle, ma la stessa democrazia”, erano state le parole del Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni nella cerimonia della Comunità ebraica in ricordo del 7 ottobre.