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Albania, eseguito il diktat: i migranti sono in Italia. Gasparri: “Parlino le toghe contrarie all’uso politico della giustizia”

Politica - di Luciana Delli Colli - 19 Ottobre 2024 - AGGIORNATO 20 Ottobre 2024 alle 10:24

Sono rientrati a bordo della motovedetta della Guardia costiera, andata a riprenderli al porto di Shengjin, i migranti trasferiti l’altro giorno in Albania. La loro destinazione ora diventa il centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Bari-Palese. A coordinare le procedure di ingresso nella struttura del capoluogo pugliese è stata la Prefettura. Il rientro si è reso necessario a seguito della decisione del Tribunale di Roma di non convalidare i trasferimenti nei centri allestiti al di là dell’Adriatico. Contro la decisione il governo ha già annunciato un ricorso. Inoltre per lunedì è convocato un Consiglio dei ministri che, secondo quanto trapelato, dovrebbe precisare attraverso un decreto la competenza esclusiva della Farnesina sull’indicazione dei Paese sicuri, con tanto di lista inserita direttamente nel testo della legge.

In Italia i migranti che erano stati trasferiti in Albania

In questo contesto, l’opposizione, dopo aver esultato per il colpo di mano dei giudici, ha preso a parlare di attacco del governo alla magistratura ed è arrivata a chiedere le dimissioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo aver travisato completamente il senso di un suo commento sulla sentenza. Il ministro, infatti, ha detto chiaramente che “la reazione della politica non è stata contro la magistratura, ma contro il merito di questa sentenza” e che “da ex magistrato riterrei quasi sacrilego pensare che il governo a cui appartengo dichiari guerra alla magistratura. Cosa che peraltro non è e non sarà mai”. Ci si è trovati così di fronte a un paradosso per cui l’opposizione, che accusa il governo di dare vita a uno scontro tra poteri, è in realtà la prima a cercare di alimentarlo. Di contro, dalla maggioranza ciò che viene messo in evidenza è la necessità che ciascun potere dello Stato eserciti le proprie funzioni, senza che la politicizzazione di alcune toghe comprometta il corretto funzionamento della democrazia.

L’opposizione parla di attacco del governo alla magistratura, ma la verità è un’altra

Il vicepremier Matteo Salvini ha sottolineato che “fortunatamente” i giudici “che fanno politica” sono “una minoranza, perché la maggior parte dei giudici fanno il loro mestiere indipendentemente e liberamente” e che + lì, dove i giudici si mettono a fare politica, che emerge una “mancanza di rispetto del voto popolare”. “Il governo ha avuto un mandato preciso dagli elettori, e le decisioni politiche e di governo rispecchiano pienamente il mandato ricevuto. E anche il buon senso e il diritto. Occorre lavorare tutti insieme per il Paese. Noi ci siamo, vorremmo che ci fossero anche gli altri”, ha detto il ministro Adolfo Urso. Anche il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan su X, ha parlato di “alcuni magistrati politicizzati, con il plauso della sinistra”, che “dicono che ‘per una norma europea’ non si possono rimpatriare i migranti neppure in Egitto, dove ogni anno un milione di italiani vanno in vacanza”. “Criticare una sentenza quanto meno creativa su un provvedimento strategico per il governo sulla gestione dei flussi migratori non è aprire uno scontro istituzionale”, ha ricordato il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi, augurandosi che “questa sentenza non apra una nuova stagione di tensioni tra politica e magistratura, che sarebbe un danno per le istituzioni”.

Gasparri: “Sarebbe ora che si facessero sentire tutti quei magistrati che non condividono l’uso politico della giustizia”

Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, poi ha auspicato un “un pieno e convinto sostegno alle prese di posizione dei vertici del governo”. “Se si vanno a vedere i profili di certi magistrati che hanno assunto decisioni annunciate, ma non per questo da condividere, in tema di immigrazione, si capisce perfettamente l’origine delle iniziative che vorrebbero impedire al governo di svolgere una politica di contenimento dell’immigrazione clandestina. Quanto è avvenuto è gravissimo”, ha commentato Gasparri, aggiungendo che “siamo di fronte a uno scontro politico. E il governo ha tutto il diritto di attuare il suo programma, soppesando ogni decisione ed argomentandola in maniera molto seria, senza lasciarsi intimidire”. “Da anni assistiamo all’uso politico della giustizia”, ha proseguito il senatore azzurro, sottolineando che “c’è tutto un disegno complessivo che oggi vede la politica italiana in Albania nel mirino”. “Non dobbiamo subire tutto ciò, ma dobbiamo spiegare, con calma e con chiarezza, all’opinione pubblica che cosa sta avvenendo. E sarebbe ora – ha concluso Gasparri – che parlassero anche tutti quei magistrati che non condividono l’azione politica di alcuni loro colleghi che, purtroppo, da tempo, pur minoritari, guidano il mondo giudiziario incontrastati in quella galassia”.

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di Luciana Delli Colli - 19 Ottobre 2024