Alla faccia dell’integrazione, dopo la preghiera nel recinto la corsia in piscina: bufera sul corso di nuoto per sole musulmane

16 Ott 2024 13:49 - di Prisca Righetti
corso nuoto musulmane

Dopo la preghiera nel recinto in piazza, il corso di nuoto in esclusiva: il dibattito su integrazione e segregazione si aggiorna all’ultima polemica esplosa a Figline Valdarno (Firenze) per un corso di nuoto organizzato dalla Uisp (Unione italiana sport per tutti) rivolto. in contraddizione con quanto enuncia la sigla citata, a sole donne musulmane a cui viene riservata la piscina comunale per un’ora alla settimana.

Tutto nasce, e lo conferma il presidente dell’associazione Marco Ceccantini – di cui dà conto il Tgcom24 – per soddisfare «una precisa richiesta» per fare sport in serenità. Cambia il luogo dell’auto-reclusione: dalle reti da pollaio in strada alla corsia in acqua, ma il senso e il messaggio sono gli stessi. E Fratelli d’Italia e Lega insorgono contro il fenomeno di ghettizzazione che racchiudono.

Firenze, scoppia la polemica per il corso di nuoto riservato alle sole donne musulmane

Una sorta di forma di segregazione auto-indotta che mal si concilia con il processo di integrazione che l’accoglienza prevede, tanto che Fratelli d’Italia, in risposta all’iniziativa lanciata nel Fiorentino, attraverso una nota diramata dal deputato e vice coordinatore toscano Francesco Michelotti insieme al capogruppo a Figline, Francesco Venturi, annunciando sul caso una doppia interrogazione, rileva: «La Uisp scambia evidentemente per un diritto una forma di ghettizzazione, andando nella direzione esattamente opposta a una equilibrata e sana convivenza nel nostro Paese di ogni persona, qualsiasi sia il credo».

Il sindaco di Figline Valdarno difende l’iniziativa, FdI e Lega insorgono

Non solo. In aperta contrarietà a quanto sostenuto, tra gli altri, dal sindaco di Figline Valerio Pianigiani, che in merito alla vicenda ha difeso la scelta della Uisp parlando di «una iniziativa che non limita i diritti di nessuno», e di una idea che va nella direzione del «rispetto della loro cultura senza togliere nulla agli altri cittadini», la Lega ha a sua volta commentato il caso parlando di «un progetto che istituzionalizza l’apartheid per le donne musulmane. Una cosa orribile», hanno sottolineato in una nota congiunta l’europarlamentare Susanna Ceccardi e la capogruppo in Consiglio regionale della Toscana, Elena Meini.

Corso di nuoto per donne musulmane, «un orribile esempio di falsa integrazione»

Aggiungendo con nettezza: «Siamo di fronte all’ennesimo, orribile esempio di falsa integrazione. Come è immediatamente evidente dal fatto, sbandierato, che ci saranno solo istruttrici e vasche blindate», poiché durante il corso l’impianto sarà riservato. Una prospettiva, quella rilanciata dalle esponenti del Carroccio, condivisa anche dal deputato leghista Andrea Barabotti secondo cui, il corso di nuoto in esclusiva con sole istruttrici femminili e vasca riservata e chiusa al resto degli utenti una volta alla settimana, è «una follia».

Di più. Una proposta «incostituzionale e razzista», rispetto alla quale avanza la proposta rivolta «al Pd e al sindaco di fare un passo indietro, nel rispetto degli italiani e della Costituzione».

«Si scambia per un diritto una forma di ghettizzazione?»

E quello che torna ad emergere, ancora una volta, è una palese e intollerabile (auto?) discriminazione delle donne islamiche. Un caso sul quale però la distratta sinistra o si dimostra poco interessata a proferire verbo o, quando si pronuncia, lo fa mettendosi da un’angolazione che rischia di falsare la prospettiva.

 

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