Antimafia, Colosimo propone di sospendere chi è in conflitto d’interessi. M5s e Pd sulle barricate
I commissari che dovessero trovarsi in “conflitto di interessi” su alcuni temi si astengano dai lavori della Commissione Antimafia. Una proposta di assoluto buon senso, formulato dalla presidente Chiara Colosimo, scaturita da casi giudiziari e di cronaca che vedono in corto circuito alcuni ex magistrati, oggi parlamentari grillini e componenti dell’Antimafia.
La proposta dell’esponente di FdI ha mandato su tutte le furie il Movimento Cinque Stelle che vi ravvisa il tentativo di “far fuori” Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho dalle sedute sull’inchiesta sui dossieraggi e sulle stragi. “Ora è tutto più chiaro, la maggioranza nella commissione Antimafia vuole fare fuori due campioni della materia come Cafiero De Raho e Scarpinato, due ex magistrati che in decenni di lavoro contro la criminalità organizzata hanno acquisito strumenti e conoscenze di primissima importanza da mettere a disposizione della commissione per il contrasto alle mafie vecchie e nuove e per contribuire a svelare le verità indicibili sulla stagione delle Stragi”, attacca in una nota il Movimento 5 Stelle che si scaglia contro la proposta di modifica della legge istitutiva della Commissione parlamentare Antimafia.
Contro il “lodo Colosimo” prende posizione anche il Partito democratico: “Ieri in Ufficio Presidenza Antimafia la presidente ha ipotizzato di cambiare la legge istitutiva per impedire la partecipazione di componenti della stessa su determinati argomenti nel caso di (presunti, ipotetici, generici, stando alla proposta) conflitti di interessi e incompatibilità. Noi siamo contrari. Innanzitutto, il sospetto è che nasca mirando ad obiettivi precisi, come gli ex magistrati antimafia Cafiero De Raho e Scarpinato, da tempo attaccati, non a caso, dalla destra. C’è poi il rischio serio di impedire ad un parlamentare di esercitare il proprio mandato, come previsto dalla Costituzione, sulla base di decisioni e inaccettabili logiche di maggioranza. Per questo ieri ci siamo opposti alla proposta che rischia di creare un clima ulteriormente pesante in seno alla Commissione”, spiega il senatore Walter Verini, capogruppo Pd in Antimafia.
Difende invece la proposta di Colosimo Forza Italia, attraverso Mauro D’Attis, che spiega al Tempo: “Colosimo ha proposto una legge istitutiva della Commissione Antimafia per sancire il cosiddetto obbligo di astensione per gli interessati, cosa che abbiamo invocato più volte, alla partecipazione nelle vicende che li riguardano. Oggi parliamo di De Raho e Scarpinato, ma il principio un domani può essere applicato a chiunque”. Favorevole anche Italia Viva, che con la senatrice Dafne Musolino dice ironizzando sul M5s: “Chi di conflitto di interessi ferisce di conflitto di interessi perisce…”.
Cosa prevede la modifica proposta da Colosimo alla Commissione Antimafia
Una modifica della legge istitutiva della Commissione parlamentare Antimafia che disciplini i casi di incompatibilità dei commissari relativamente ai filoni di indagine sui quali l’organismo parlamentare è al lavoro. Questa la proposta presentata dalla presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo nel corso della riunione dell’ufficio di presidenza di martedì 15 ottobre.
Accessi abusivi alle banche dati: De Raho, Scarpinato e lo scoop della Verità
La modifica prevede che i commissari si debbano astenere sia dai lavori che dalla consultazione degli atti nel caso di indagini che li riguardano: una proposta di modifica volta a tutelare l’obiettività dell’indagine della stessa Commissione. La bozza sarà aperta ad eventuali integrazioni per arrivare al testo definitivo da porre all’attenzione del parlamento per l’approvazione. La proposta di modifica arriva dopo le polemiche sollevate da esponenti della maggioranza negli ultimi mesi per la partecipazione ai lavori del deputato M5S Federico Cafiero de Raho e del senatore M5s Roberto Scarpinato rispettivamente nel filone di inchiesta sull’indagine di Perugia per presunti accessi abusivi alle banche dati e nell’approfondimento sulla strage di via D’Amelio.
La maggioranza nelle scorse settimane si era scagliata contro la partecipazione ai lavori di De Raho, che all’epoca dei fatti finiti al centro dell’inchiesta perugina era procuratore nazionale antimafia, e di Scarpinato, ex magistrato, anche alla luce delle recenti polemiche per le conversazioni tra quest’ultimo e il collega Gioacchino Natoli al centro di un articolo de ‘La Verità’. Accuse sempre fermamente respinte dal gruppo pentastellato